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CRISTIANO GODANO - ROCKSTAR (APRILE 2006)

Post n°80 pubblicato il 14 Aprile 2006 da Darkthrone85
 

Salve a tutti, oggi vi propongo l'interessante articolo, scritto da Cristiano Godano, per il mensile Rockstar, di questo mese, ovvero di Aprile, Cristiano, questa volta ci parla della sua ammirazione verso la grande e semi sconosciuta band “Liars” (bugiardi, tradotto in italiano) e di come su un forum di un sito non ufficiale dedicato ai Marlene (ceicarni) vi siano stati commenti poco felici.

Leggete con cura, saluti ;)

 

 

 

La Liars - Mania 

 

L'estate del 2002 io e Dan Solo andammo a Londra per incontrare quelli che sarebbero divenuti i co-produttori del nostro quinto disco (Senza Peso). Nei due giorni seguenti che ci prendemmo a mò di vacanzina, facemmo alcune cose tipiche, fera cui impostare delle belle nottate e fare delle belle camminate (adoro perdermi un minimo nelle città, possibilmente attraverso i parchi; e in una passeggiata solitaria che feci il terzo mattino vidi la mostra di Yabbn Arthus-Bertrand, fotografo che non conoscevo e che mi colpì a tal punto da sperare di poter utilizzare un suo scatto per la copertina del disco: ma i costi proibitivi che il suo management esibì ci federo desistere presto dall'impresa...). In una delle suddette belle nottate una mia cugina e due amiche ci portarono in un club dove avrebbero performato i Liars, gruppo di australiani residenti a New York. Li avevo sentiti nominare più volte dal popolo degli addetti ai lavori, ma non ne avevo nessuna cognizione specifica, nel senso che solo una vaga sensazione di quale ambito del rock perlustrassero con le loro musiche mi diceva qualcosa a riguardo, il concerto che vidi piacque un po’ più a Daniele che a me, e fu lui a notare che il cantante ci sapeva fare. Visto che io ero rimasto indietro al bancone a giogioneggiare un po’ e a intrattenermi tanto doverosamente quanto piacevolmente con Miriam (la cugina – di secondo grado – che vedevo per la quarta volta in vita mia, essendo le tre precedenti relegate al periodo della nostra infanzia), non avevo colto un granché e, e lui mi aiutò a darmi una regolata. Decisi dunque di avvicinarmi percorrendo l’ala a sinistra a fianco del piccolo palco, leggermente elevata rispetto allo stesso, per mettermi a guardare ed ascoltare. Quattro tipi provati da un buon numero di date precedenti, giungenti da chissà dove e con alle spalle un’ottima quantità di chilometri, si opponevano al loro ingombrante peso giocandosela al massimo e spingendo come dannati sull’acceleratore del rock maledetto: il cantante in particolare si contorceva con sfrontatezza sugli sguardi un po’ assurdi del pubblico- troppo dark per una band di quel calibro. e il suo piroettarsi sulle prime file, quasi a illudermi di volerle raggiungere con la bocca urlandogli e sputacchiandogli in faccia qualcosa, mi fece pensare alla giustezza della sensazione di Daniele, che mi aveva poco prima confessato di vedere in lui un novello Nick Cave. A ben guardare la morfologia stessa dava legittimità a tale sensazione, laddove un naso importante e rotondo e una fronte che, da dove ero, mi sembrava spaziosa il giusto, caratterizzavano in modo essenziale quel volto niente male. Quello che stavo ascoltando era probabilmente più buono di quanto allora avessi capacità e voglia di percepire, ma ormai ero (e sono) in un altro mood, e non andai al di là della certezza di star vedendo gente tosta che sapeva far bene quel che stava facendo. Diciamo che se lo avessi visto anche solo tre anni addietro, quel concerto mi sarebbe piaciuto d un trenta per cento di più a dir poco.

 

Ho avuto nuovamente a che fare ci Liars qualche mese fa, quando una visita alla Virgin-Emi ne sono uscito col nuovo disco in mano, Drum’s Not Dead. Ogni volta che siamo nella sede dei nostri discografici  ci facciamo dare un tot di roba facendo incetta, e in quel caso tornai a casa con materiale multiassortito tipo una compilation dei Residents, e un massiccio cd nero e della copertina minacciosa di Diamanda Galas, un discaccio dei King Krimson, tre riedizioni degli XTC, roba di musica classica, l’ultimo dei Depeche Mode, i Blind Boys Of Alabama, Michael Nyman, Richard Hawley e quant’altro. Questi me li diede Mario Sala, ottimo ascoltatore di materiale insospettabile,. Poi, in uscita, mi imbattei in Cristiano Maggi, il quale, dando un’occhiata alla borsa di plastica ricolma, mi chiese se mi era stato regalato pure il disco dei Liars. Dissi di no e manifestai l’ovvio desiderio di volere anche loro. Me li andò a prendere dicendo che era un lavoro che non sapeva apprezzare e che, anzi, detestava un po’… (Ora : io sto per parlare sommariamente, ma molto bene di quel disco, e però non me ne voglia il caro Cristiano  mio omonimo, poiché non c’è alcuna allusione implicita ai suoi gusti e alla sua gradevole persona). La prima cosa che mi colpì fu la pessima e illeggibile copertina, sulla quale nemmeno sapendolo è facile intravedere le 5 lettere che compongono il loro nome. Poi giunsi a casa, e quando mi accinsi a sentire un po’ di roba nuova, loro arrivarono per quarti o quinti o giù di lì. Il primo pezzo destò immediatamente in me una attenzione speciale, poiché il rivolto del prima accordo di chitarra, suonato con l’indolenza giusta, lasciava assaporare una combinazione di note che al mio orecchio suonava accattivante fin dai tempi di Evol, anno 1986. Da lì in poi un susseguirsi di gorgheggi stonati e stralunati, di percussionismi sgraziati e sghembi, di creatività e ispirazioni underground fascinosamente primitive: musiche psichedeliche, tribali, ripetitive (e per nulla ossessive), nei modi sottoprodotti da una attitudine che sa fermarsi al giusto risultato imperfetto con esperta intuizione. Ciò che mi catturò lentamente, ascolto dopo ascolto, fu proprio la qualità stranita dell’ispirazione, le sue tinte sfumate, i suoi programmi alieni, le sue conquiste: ovvero la peculiarità che pone i pezzi in sufficiente distacco dalle cose di qui contesti. Non qualcosa destinato a rimanere come caposaldo nella storia della musica underground, ma che sa farsi immediatamente notare nel suo essere surrealmente figo (e molto meno “rock” di quanto avessi sentito al concerto londinese).

 

Decisi che sarebbe stato il mio suggerimento agli altri Marlene per creare l’atmosfera prima dei concerti del nostro S-low Tour: non avendone a loro volta, quasi sempre abbiamo messo i Bugiardi prima di salire sul palco…

 

Per la promozione del tour stesso mi ritrovai un mesetto dopo a Milano, negli studi di All Music, il giorno seguente la prima la prima all’Hiroshima di Torina (la sera avrei poi suonato al Fuori Orario vicino a Reggio Emilia). Era una trasmissione in diretta e ci arrivai piuttosto di corsa a causa del solito ritardo del treno. Feci in tempo a far la conoscenza con l’addetto all’accoglienza dei musicisti, mangiai trafelato un panino e mi feci spiegare cosa sarebbe successo in quella manciata di minuti dedicati alla mia presenza: egli mi spiegò che una cosina ricorrente di quel programma,a cui tutti gli ospiti aderivano era lo scrivere su una lavagnetta la prima cosa che mi fosse passata in mente. Più essa fosse stata anomala più i conduttori sarebbero stati stimolati dal chiedermene la ragione. Approfittai di questa rivelazione per non arrivare impreparato (detesto le improvvisate, perché mi fregano), e mi venne in mente di scrivere “Brecht” e “Liars”. Il primo perché da poche settimane avevamo finito di musicare, per il Teatro Strehler di Milano, tre minuti di rappresentazione del suo famoso lavoro Madre Coraggio, reintrerpretandone il pezzo portante composto all’epoca dal musicista Paul Dessau.

 

I Secondi perché era ed è un disco che mi piace tanto, e mi sembrava una gran bella cosa sfruttare il mezzo televisivo per consigliare dell’ottima musica, aiutando il gruppo a godere di un po’ di pubblicità. Così feci, e puntualmente i conduttori si incuriosirono chiedendomi il perché di quei due nomi: l’esca aveva funzionato, e io avevo potuto spendere qualche bella parola in favore di una giusta causa.

 

Qualche giorno più tardi entrai in un forum di un sito unofficial a noi dedicato, come a volte mi può capitare, e scoprii che era stato inserito un post con la registrazione video scaricabile della mia apparizione a All Music. Non mi guardai, ma mi imbattei in un commento che ora vado a riprendere. Eccolo : “Spero che, dopo il consiglio di Cristiano, non si scateni la Liars-Mania. Sminuirebbe l’indubbio valore della band”.

 

Chiedo: ma perché si pensano le cose in questo modo?

Cristiano Godano

P.S. l'immagine in allegato, è tratta proprio da rockstar di questo meso, overo è la scannerizzazione della prima pagina del suddetto articolo, per questa scan ringrazio chi me l'ha fornita, ovvero Enrica, grazie ancora ;)

Commenti al Post:
ladyfrusciante
ladyfrusciante il 14/04/06 alle 21:34 via WEB
grazie a te per la trascrizione ;-) ciao enrica
 
Darkthrone85
Darkthrone85 il 15/04/06 alle 01:11 via WEB
grazie mille a te, per le scansioni ;)
 
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