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È appena uscito per conto della Leonida Edizioni un romanzo dal titolo Un Amore infinito dell’Autrice Francesca Polimeni Policastro.
L’Autrice proviene dalla poesia. Percorrendo il suo curriculum si comprende come l’amore e il culto della poesia abbiano influito, e non poco, sulla prosa.
Una prosa lirica per un’opera prima. Specie quando è rivolta alla descrizione della Calabria l’emozione diviene liricità «[...] La spiaggia bianca si perdeva nell’orizzonte, annegata nel viola-azzurro del mare [...]».
Perché l’amore sia possibile è necessario avere dei referenti, oltre se stessi, uno di questi è la natura e l’altro è il partner, che in un gioco di rinvii e raccordi viene costruito nel testo.
Come nella poesia bisogna uscire da se stessi, dare avvio all’espressione dell’interiorità, conquistare la libertà del sentimento.
L’amore in fondo è proprio il raccordo del proprio io con la natura, con se stessi, con gli altri. È la libertà dell’espressione e della comunicazione.
L’elemento più originale del testo è l’intreccio, il gioco delle coppie tutte alla ricerca di questa libertà e liberazione, che conosce il limite del dolore.
Ce n’è una in particolare che è al centro di un mistero, solo alla fine svelato.
L’amore, si diceva, come ricerca dell’altro, che è il medesimo, ricerca della differenza, che è il massimo della somiglianza. Il tema dell’amore come ricerca del sé è l’argomento fondamentale del Convito di Platone. Il tema bellissimo si ritrova raffigurato da pittori e scultori, fino alla figurazione del Canova, in cui Psiche scopre Eros alato. Nell’atto di scoprirlo però, Psiche lo perde perché viola il suo mistero e questo è il tema di Apuleio.
Oltre al tema della ricerca, resta anche il grande tema del mistero d’amore. Qui nel racconto di Francesca Polimeni i due temi si intrecciano e si fondono: l’amore come identità profonda nella coppia di giovani Carol e Massimo, ma il mistero in tutte le altre.
Carol e Massimo vivono l’amore della terra come complemento del sé. Ma l’esplorazione dell’amore diviene complessa e non assume certo le tinte del rosa... «[...] S’udivano miagolii di gatti in amore, che parevano lamenti di neonato [...] miriadi di stelle tappezzavano il cielo [...]».
L’elemento espressionista, che commenta l’emozione, può sembrare desueto ma altrove esso sottolinea efficacemente l’azione «[...] Barbagli di luce s’intrufolavano tra le alte chiome degli eucaliptus [...] e fenicotteri rosa dal collo di giunco svettavano eleganti [...]».
La ricerca dell’amore è anche intensamente drammatica e non solo rosa.
Carmelina Sicari
http://www.editrice-leonida.com/Ultime_pubblicazioni/pubblicazioni2013/128.htm
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