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Post n°40 pubblicato il 13 Aprile 2007 da a.benassi
Guido all’improvviso si ricorda di essere predestinato ad un radioso futuro da ingegnere, la tesi non può aspettare, più che soddisfatto della sua posizione post sifone a -350, declina educatamente l’invito e rifiuta categoricamente di tornare nel fetido marciume. Noi che il marcio lo abbiamo in testa, siamo invece in pieno tilt esplorativo. Ma se deve collegarsi a Campo di Caccia, come fa a scendere così in fretta? Mancano quasi due chilometri, dov’è la riviere tutta spiagge gallerie e ombrelloni? Si decide che forse bisogno cominciare a giocare verticale, corde a go-go, e visto che abbiamo lo sponsor portiamo dentro anche la tenda, tanto l’ultima volta dalla Foce del vento in fondo al pozzo si vedeva un bel fondo largo e bianco. Lungo la strada raccogliamo tutto, corde nuove, corde vecchie, fettucce delle serrande, è tutto buono. Sarà essere di nuovo in due, ma questa volta l’acqua è più fredda, in compenso facciamo voto di furbizia, e visto che invece di gallerie e spiagge per ora ci sono pozzi e strettoie, sopra la muta ritorna la tuta, e visto che ci siamo spuntano anche i guanti in neoprene. Rapidamente siamo a Tomba di Guido e quindi alla Foce del Vento; l’aria è veramente notevole, di quelle che ti fanno venire mal di testa dal freddo, non è proprio un posto comodo per giocare al piccolo martellatore, meglio affidarsi a madre natura con i suoi meravigliosi naturali; una grande colata c’accompagna per quindici metri, poi scopriamo che il fondo non c’è e il bianco era solo dipinto sul muro. Altro tiro di dadi: escono due naturali e un altro salto da 15, poi forse si tocca terra, anzi acqua. Nasce così il pozzo dei Gorgonauti. Niente fondo asciutto, niente campo, e la tenda continua a venirci appresso. Di pozza in pozza scendiamo un paio di saltini, finché dopo la seconda serie di bracciate arriviamo sul bordo di un posto nuovo. Attento quando esci dalla vasca, potresti scivolare, se poi il fondo non c’è potresti precipitare. Questa volta per levarsi dall’acqua fino alle orecchie tocca armare un pozzo serio, 50, 60 chi può dirlo, e soprattutto bisogna girarci attorno per evitare l’idromassaggio. Facciamo la conta per vedere a chi tocca la penitenza, poi si comincia il giro di giostra. Pianta in su pianta in giù , basta che ne pianti. Un paio di cenge, l’acqua cade convinta, è posto da cappuccio calato, posto da elettrica e dove è meglio guardare in basso e non pensarci a cosa ti cade in testa. Alla fine raggiungiamo un bel terrazzo, ci sarebbe l’ultimo salto, ma la corda non basta per qualche metro, il posto sconsiglia ogni scemenza, quindi ci accontentiamo di vedere che sotto non è ancora posto da tenda. Un grande lago se la ride sotto di noi. L’autunno è alle porte, e siccome preferiamo non scoprire cosa succede da queste parti, questa volta ci fermiamo a -470
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il 21/09/2010 alle 17:18
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