Creato da lesplusbelles il 20/11/2007
DELIRI GIORNALIERI DI 2 AMICHE....(LAVORI IN CORSO)
 

 

CIP*

Post n°8 pubblicato il 26 Novembre 2007 da lesplusbelles

 
 
 

FANTASIE EROTICHE

Post n°7 pubblicato il 24 Novembre 2007 da lesplusbelles

 

 
 
 

Paura Eh?!

Post n°5 pubblicato il 23 Novembre 2007 da lesplusbelles

“Ragasse... per prepararmi al fine settimana ho inghiottito 3 scatole di viagra e inalato 800 grammi di Popper….”

 

 
 
 

Un'estetista in estasi

Post n°4 pubblicato il 21 Novembre 2007 da lesplusbelles
Foto di lesplusbelles

Un tranquillo pomeriggio di terrore

 I ricordi sono un po’ sfocati, probabilmente per un processo di rimozione; ma la sensazione di panico mi è rimasta per diversi mesi. Anzi ci è rimasta perché parlo anche a nome di Cri. Ma cominciamo dall’inizio. Eravamo all’inizio dell’estate scorsa e, come tutti i fine settimana, io e Cri ci stavamo organizzando per fare qualcosa quella domenica: andare al mare piuttosto che organizzare una gitarella “fuoriporta”. Stanche e un po’stressate decidiamo di dedicarci un po’ a noi stesse nel sabato pomeriggio e dopo una breve consultazione telefonica ecco l’idea: decidiamo di regalarci un pomeriggio di benessere facendo venire a casa di Cri un’estetista, che da ora in poi chiamerò P., che Cri conosce perché lavora nel suo parrucchiere di fiducia. Quindi l’idea era quella di passare un pomeriggio in pieno relax, con la tazza del tè, a farci “belle”: ceretta, pedicure, manicure, insomma il kit completo per un lieve e tonificante restailing. Dimenticavo: quello era l’ultimo fine settimana che io Cri avremmo trascorso insieme prima del Suo annuale ritorno in Sicilia per il periodo estivo/autunnale.

Queste le premesse necessarie per capire la situazione. Arrivo a casa di Cri alle due di quel sabato pomeriggio e già li la prima sorpresa; citofono e mi risponde una voce che non era quella della mia amica e che voce. Penso di aver sbagliato a suonare e ricitofono e sempre quella voce sgraziata e stonata che mi risponde con un tono niente gentile. Alla fine il portone si apre. Salgo le scale e mentre sono davanti alla porta Cri dall’altra stanza mi dice di entrare; mi dirigo nella sua stanza e vedo Cri seduta sul letto e P. la famosa estetista seduta su una poltrona davanti a lei che stava già praticando un energico pedicure. La mia prima reazione è stata quella di ridere anzi dopo aver guardato Cri negli occhi ho cercato di trattenermi perché la situazione mi faceva troppo ridere; Cri mi presenta l’estetista romanaccia che alza solo lo sguardo quasi infastidita che io abbia interrotto forse delle “confidenze” (tipico di queste situazioni). E vabbè… Mi siedo in poltrona e faccio per accendermi una sigaretta mentre le due chiacchierano e P. che lavora dandomi le spalle; Cri mi da un’occhiataccia e capisco che non vuole che fumi. Vado a fumare in cucina? Dico io. Cri mi fa: si che a P. da fastidio. Anche se dopo un secondo ho scoperto che era una fumatrice accanita. E vabbè….

Al mio ritorno P. è ancora lì che lavora ma sembra più rilassata, cerco di inserirmi nella conversazione e l’atmosfera si stempera un po’: si comincia a parlare di tecniche estetiche, di smalti, di creme, e tutto sommato P. sembra avere padronanza del suo mestiere, ci da consigli validi e intanto lavora. Ma che vi devo dire: io e Cri non ci guardavamo negli occhi, un po’ per non ridere dato che il personaggio cominciava ad apparire un tantino eccentrico ma anche per una sorta di timore che la tizia fraintendesse le nostre occhiate e siccome ci stava studiando fisse… cercavamo entrambe di distogliere lo sguardo ed essere più disinvolte possibile.

 

***

 

 

E’ il mio turno per il pedicure, io e Cri ci scambiamo di posto. P. usa un linguaggio molto colorito, un po’ televisivo, un po’ sgrammaticato; ti fissa dritta negli occhi e ti osserva per rendersi conto che la stai seguendo nei suoi discorsi. Cri va in cucina a fumarsi una sigaretta e io penso che la vorrei ammazzare visto che mi lascia lì con una perfetta sconosciuta che mi massaggi ai piedi e intanto parla a macchinetta e intanto ti guarda di sbieco. Magari è solo una mia sensazione penso. Provo a farci conversazione. Le chiedo del suo lavoro, come ha cominciato, dove ha lavorato etc. Ho capito che basta darle il “LA” e poi parte a raffica perdendosi in mille discorsi che non sempre si riescono a capire.  Torna Cri, la guardo ma lei schiva il mio sguardo: sa già che le sto dicendo con gli occhi: ma dove l'hai trovata sta tizia? Anche il mio pedicure come quello di Cri procede lentissimo, le ore passano e P. non sembra per niente preoccupata di finir presto il suo lavoro; anzi ora fa pause, smette di lavorare per parlare e si infervora sempre di più perdendosi nei suoi racconti.

Poi la svolta: ad un certo punto P. decide che io e Cri siamo diventate sue amiche e degne delle sue più intime confidenze e non esita a dircelo: Io con voi mi sento a mio agio, è come se vi conoscessi da sempre,  mi trovo bene a parlare con voi perché vedete noi siamo uguali. Non so che sguardo avessi mentre questa cinquantenne con la coda da cavallo, magra e dall’aspetto giovanilissimo e gli occhi spiritati diceva queste cose. Sicuro è che in quel preciso momento abbiamo capito che P. era davvero eccentrica e speravamo che si trattasse solo di questo.

P. comincia a rallentare tantissimo il ritmo e sono già passate le 6 del pomeriggio; cominciamo a sentirci un po’ in ostaggio di questa persona che con una incosciente invadenza sta monopolizzando la conversazione mettendoci sempre di più a disagio. Da lì in poi c’è stato un crescendo di concitazione.

Dapprima P. comincia a raccontarci tutti problemi di lavoro che ha avuto con le colleghe invidiose, dilungandosi su particolari assai inverosimili e per lo meno esagerati per poi passare alla sua vita privata. <<Voi adesso mi vedete così tranquilla>> ci dice << ma io non sono stata sempre così>>.

E chi aveva dubbi …….

Vi dico solo che si è fatto buio. Dapprima P. ci parla di un periodo oscuro della sua vita quando viveva di notte e dormiva di giorno; quando frequentava cattive compagnie, quando beveva e non solo; un periodo durato anni, forse, non abbiamo ben capito, in cui non ha mai visto la luce del sole. Intanto si è passati alla ceretta. Intuendo che il discorso ci aveva un attimo mandato in confusione ha aperto un corposo capitolo sugli uomini sbagliati della sua vita.

Che confusione ha potuto fare: ha cominciato a parlare di uomini, storie, mescolando periodi, nomi, sentimenti; dapprima una lunga storia d’amore che l’aveva logorata; poi storie con uomini mooolto più giovani di lei che l’amavano alla follia ma non erano pronti per l’amore vero. Poi amiche stronze che si sono portate a letto i suoi uomini. Da qui la sua saggezza in fatto di uomini al punto che ci ha confidato che ora sa come comportarsi. Io e Cri eravamo presenti ma davvero stralunate e intanto erano quasi le 8 di sera. Dovevamo ancora fare la manicure.

Io cercavo  una scusa qualsiasi per far terminare quel pomeriggio ma non sapevo a cosa appigliarmi. Il cellulare di P. squillava, un suo amico, diceva lei, al quale continuava a dire che non avrebbero fatto in tempo a vedersi per la serata; la mamma novantenne che la chiamava alla quale P. diceva che avrebbe fatto tardi e di non aspettarla alzata.   

Io e Cri che ci guardavamo negli occhi e cominciavamo a perdere le speranza di uscirne a breve da quella esperienza. Eravamo imprigionate, è il termine esatto. Noi le avevamo detto che non faceva nulla, ormai era tardi che poteva rispettare i suoi impegni; ma  lei testarda e senza chiedere se per noi andava bene, voleva finire il suo lavoro che ormai stava procedendo con una forte approssimazione.

Ogni tanto ricevevamo la telefonata della mamma di Cri che ci chiedeva: ma quella sta ancora là? Aveva capito che la tizia si prolungava oltremodo e forse senza motivo. Il coinquilino di Cri non rincasava, così abbiamo perso anche la speranza di un salvataggio in extremis da parte di una terza persona.  Ho simulato un paio di volte di ricevere delle telefonate per un appuntamento ma niente. Lei li imperterrita lì infervorata dalle sue parole, infuocata dalla rabbia che i suoi stessi discorsi  le facevano montare.

 

 

***

 

 

Ore 22 di quel maledetto sabato. Io e Cri abbandonate sulle sedie. P. in piedi che ancora dopo 8 ore di fila gesticolava, urlava e si dimenava rossa in viso e soddisfatta di averci tenute li tutte quelle ore a sentirla. Io ero avvelenata e Cri dispiaciuta che quel pomeriggio che avevamo programmato per noi, si fosse in realtà rivelato del tempo in ostaggio di una donna fragile instabile e prepotente.

L’estetista in estasi l’ho chiamato questo racconto perché il pezzo forte del suo monologo delirante è stato un quanto mai confuso racconto di sue esperienze mistiche con visioni di palle di fuoco, libri che si aprono su una determinata pagina per indicarle la strada da seguire, visite a santoni e la divulgazione di un libro di cui ci voleva propinare un ciclostilato che ha per teoria fondante la credenza che Gesù Cristo in realtà sia un extraterrestre venuto da Marte.  << Ho visto prima una luce e poi una palla di fuoco nel balcone, era un segnale>>. << La bibbia si è aperta a caso e la prima parola scritta era David>> che era il nome del suo amante, e da li voli pindarici fino ad un caleidoscopio di visioni di cui ci ha rese partecipi.

 Alle 22.30 bontà sua, sua mamma novantenne, l’ha richiamata al cellulare per dirle di tornare a casa e li P. chiamandola “piccolè” si è decisa ed è andata via non prima di lasciarci un’ultima perla d saggezza.

Ci ha raccontato di una sua amica ninfomane che ha mandato un tizio all’ospedale per il troppo “esercizio amoroso” a cui lo sottoponeva; a sua detta questo disgraziato non si sarebbe più ripreso dall’esperienza con la ninfomane a tal punto che rischiava di non camminare più perché la ninfomane l’aveva “risucchiato” fino al midollo.

E con questo vi ho detto tutto.

Non mi sembrava vero quando l’ho vista uscire di casa non prima però di aver voluto i nostri numeri di telefono per ricontattarci in futuro, noi oramai succubi di P. non abbiamo opposto resistenza.

Quando P. si è chiusa la porta alle spalle io e Cri ci siamo guardate e non abbiamo detto più niente per il resto della serata. Abbiamo cenato e ci siamo messe a letto con un formidabile mal di testa.

Solo al mattino quando ci siamo svegliate siamo sbottate a ridere…..ma credo che fosse più una risata liberatoria che altro.

P. era solo un ricordo del giorno prima per fortuna e noi avevamo le gambe lisce e delle mani curate. Ma vi giuro che ancora oggi ci viene in mente l’estetista in estasi e quando ci ripensiamo tra il riso amaro e l’incredulità ci diamo: ma roba da matti.

Jess

con  un’estetista in estasi

 
 
 

Anticipazione

Post n°3 pubblicato il 20 Novembre 2007 da lesplusbelles
Foto di lesplusbelles

 Domani nel nostro blog un racconto raccapricciante! Non perdetelo

 

 
 
 

Due amiche...

Post n°2 pubblicato il 20 Novembre 2007 da lesplusbelles
Foto di lesplusbelles

E che amiche oserei dire...

Di quelle che anche se non si sentono mai... perchè sono distanti, perchè hanno impegni diversi, orari diversi.. si vogliono bene da tanti anni.

Di quelle che quando si rivedono sono capaci di azzerare tutto il tempo trascorso e chiacchierare fino a colmare un silenzio durato a volte anche mesi.

E allora uno sguardo, un sorriso, un pacchetto di sigarette smezzato e un bicchiere di vino e le ore che trascorrono fino all'alba....... chiacchiere.. sbadigli... risate soffocate perchè è notte fonda coi vicini che rompono... in quel momento la nostra amicizia si rinsalda ogni volta ..

P.S. io delle due amiche sono quella più rompiscatole.. incazzosa e rigorosa.... quindi per favore, imbrattate pure questo nostro spazio ma fatelo con un pizzico di creatività o intelligenza....

Jess

 
 
 

ONE

Post n°1 pubblicato il 20 Novembre 2007 da lesplusbelles
Foto di lesplusbelles

2 amiche al momento in 2 città diverse ....

questo spazio un modo per essere piu' vicine

                                                                Criss

 
 
 
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