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Son venuto a mani vuote anche stasera,
stringendo mè fra mani e piedi
e queste parole insieme fuori corso.
Vaghi rumori nudità profumi vento capricci di velluto e le vertigini del fiato.
Sei tu?
Io non so qual'è la tua pelle o la mia mentre entro ed esco dal tuo corpo
e mi riempi di dolcezza.
Occhi negli occhi. Un breve attimo. Poi tutto è finito.
Vado via, cieco, sul bordo delle cose,
misurando il peso che mi resta nella pelle
e la forma fragile che dice "Io" e morendo conosce l'assoluto che non ha pietà.
Vado via, a cercar me stesso, dove il rumore della mia memoria stagna forte,
sottile, inconsumato.
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