« L'essere umano è un "pa...Scorcio di Padova »

Cercando il Paradiso...

Post n°11 pubblicato il 03 Ottobre 2006 da luxlalla

Dante e i Fedeli d’amore - il percorso iniziatico nella Divina Commedia alla luce degli insegnamenti della Quarta Via
di Andrea Bertolini, Jubal editore 2004

Un unico filo ricollega l’Alchimia, i Templari, il mistero delle cattedrali, la Vergine, il Graal e in Dante ritroviamo un po’ la sintesi di tutti questi aspetti.
Egli, come buona parte dei poeti del Dolce stil novo faceva parte di un ordine segreto iniziatici, i Fedeli d’Amore, legato ai Templari ed in forte sospetto di eresia. In tutte le loro poesie e nei loro scritti troviamo il simbolismo della Donna come Sapienza Trascendente. Il Saluto della Donna è descritto come un’esperienza travolgente: “il cor divenne morto ch’era vivo”, “esperienza che intender non la può chi non la prova”. Vi è un forte parallelismo con la poesia mistica persiana, specialmente con Rumi, per cui Vino e donna sono simboli dell’esperienza mistica di Dio. […] Vediamo lo schema del viaggio di Dante e notiamo come siano evidenti i simboli della tradizione ermetico-alchemica: il centro della Terra, il Monte, il Cielo (le stelle). L’inizio della Divina Commedia descrive come Dante ad un certo momento della sua vita si trovi smarrito nella selva oscura. Questa crisi spirituale è comune a molti ricercatori che, dopo avere intrapreso con i propri sforzi il cammino interiore, si trovano ad certo momento ad un punto morto, in una situazione di angoscia e disperazione.
Dice Dante: “Io non so ben ridir come v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai” (Inf. I, 10-12). Stiamo parlando del sonno della coscienza, quello stato in cui viviamo normalmente senza rendercene conto, anzi credendo di essere svegli. Dopo questa esperienza terribile Dante si riprende un poco ma deve constatare di non essere in grado di procedere da solo: è impedito infatti dalle tre fiere che rappresentano i tre veleni dell’ego (lussuria, superbia, avarizia). Solo con l’aiuto di un Maestro è possibile andare avanti e infatti vi è l’incontro con Virgilio (quando il discepolo è pronto il Maestro arriva). Con la guida di Virgilio Dante entra nell’Inferno, inizia cioè il viaggio al centro della Terra, esperienza che gli alchimisti denominavano VITRIOLVM (visita l’interno della Terra, rettificando troverai la pietra nascosta, vera medicina). È l’opera al nero ermetica, operazione pericolosa in cui la struttura dell’individuo, la personalità, si deve dissolvere, l’anima-essenza si deve slacciare dal corpo individuale legato al tempo ed allo spazio (il mondo). Perché quest’impresa riesca è necessario che sia intrapresa con cuore puro, con un’intenzione corretta e insieme ad una guida.
In questa fase del lavoro su di sé vi è il confronto con la propria ombra, con i propri demoni interiori, con il lato infernale delle proprie passioni. I personaggi storici che Dante incontrerà nella sua discesa attraverso i gironi infernali sono rappresentazioni simboliche di questi aspetti. I dannati sono interamente assorbiti nella dimensione del proprio peccato, bloccati in quell’unico sentimento e in quell’unica disposizione psicologica, in una ripetizione infinita di quella singola situazione. Tutti questi personaggi sono stati bruciati dalle proprie passioni e ciò non è da intendersi in senso morale ma esistenziale: basta pensare a Paolo e Francesca che in Dante ispirano dolcezza e compassione e che non condanna, ma che tuttavia sono rimasti travolti da una forza che non sono riusciti a trasformare. L’inferno è dunque la dimensione della natura caotica e se ben guardiamo ce lo troviamo attorno tutti i giorni, dentro e fuori di noi, anche se con gradazioni e sfumature diverse. […] Vediamo ora cosa rappresenta il Purgatorio: si è detto che, in Alchimia, l’opera al nero viene seguita dall’opera al bianco, la purificazione delle scorie. Dante descrive questa esperienza come l’ascesa ad un monte, simbolo importantissimo in tutte le tradizioni, salita molto faticosa all’inizio ma che via via si fa più leggera. La salita è preceduta da un battesimo dell’acqua, valido sia per l’interpretazione ermetica che per quella cristiana; più avanti il nostro poeta sperimenterà anche il battesimo del fuoco (Canto XXVII). È il fuoco che non brucia, il Fuoco Alchemico. Gli incontri che Dante e la sua guida faranno nelle varie tappe del percorso sono numerosi: nelle anime del Purgatorio c'è ancora un legame forte e complesso con la vita terrena. Ma ora esse vedono pienamente il senso delle cose, comprendono i propri limiti umani e aspirano alla perfezione celeste. L’atmosfera è completamente diversa da quella dell’inferno, qui la sofferenza assume significato diverso perché è preludio alla liberazione. È quella che nel lavoro su se stessi viene chiamata sofferenza volontaria. […] Il Paradiso, l’opera al rosso. Dante inizia questa nuova esperienza affermando che: “Nel ciel che più della Sua luce prende, Fui io e vidi cose che ridire, Né sa né può chi di lassù scende” (Par. I, 4-6). Lo spirito ormai partecipe del fluido vitale divino, sale i livelli supremi di coscienza. Il Paradiso è l’apoteosi della luce, dell’espansione dello spirito che Dante descrive con termini come “transumanare” e “indiarsi” (diventare Dio), inammissibili per la religione ufficiale.

http://www.riflessioni.it/testi/dante.htm

Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/LiberamenteLux/trackback.php?msg=1708520

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
pensieroinespresso
pensieroinespresso il 03/10/06 alle 09:30 via WEB
Non so in che modi, ma sicuramente l'immagine della femminilità, nel sacro religioso giudaico-cristiano, ha subito all'origine una violenta mutilazione. Senza cadere nell'immaginario romanzesco alla Dan Brown, lo possiamo dire senza tema di smentita. Che fare? Io credo che si debba recuperare un'immagine di Dio non maschilista, all'interno di una logica della tenerezza e della condivisione con il creato e con il prossimo, garantendo più spazi alla donna anche nella gestione del sacro. Grazie per la bella opportunità. Ciao. Mario
(Rispondi)
pensieroinespresso
pensieroinespresso il 03/10/06 alle 09:43 via WEB
Voglio solo aggiungere che la tematica dell' "indiamento", cioè del farsi dio, dell'immedesimarsi nell'infinito della natura rendendo infinita la propria finitezza, sarà una tematica molto cara a Giordano Bruno. Uomo campano, morto al rogo per il suo pensiero, primo intellettuale veramente europeo. Ciao. Mario
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

Sbullockmoreno928ilritornodiogene51HenryVMilleradorolebaccantiTosca7474perlapadana0piccoli_piacerifogliaalvento69jova62lckbstrdmsffn
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

I miei link preferiti

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963