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Post n°249 pubblicato il 10 Settembre 2021 da greppjo
Si parla molto oggi di donne e soprattutto del dramma delle donne in Afganistan alle quali il nuovo governo ha dato l’ordine di stare in casa , di non studiare, di non lavorare e di attenersi al solo fare figli. Allora voglio rendere omaggio ad una persona in gamba, intelligente, bella e buona della nostra montagna cortonese e nata circa settant’anni fa quando anche nella nostra società locale le donne erano trattate con gli stessi protocolli ed oscurantismo medievale odierno riesumato nella vulgata coranica dal lontano stato asiatico, tornato dal 14 agosto sotto il governo dei talebani. La persona di cui brevemente voglio raccontarvi, cari lettori, è la professoressa Antonella Ottanelli, figlia di Romano e di Stella Lunghi. Nata nella Valle del Minimella, tra la Pieve di Falzano e l’Aiola, Antonella fu bimba vispa e gioiosa nella società agreste di quello spicchio di terra cortonese ai confini con l’Umbria ed educata alla modernità dai suoi splendidi, amati genitori. Poi fu adolescente in Cortona dove frequentò le medie, e quindi , dopo essersi trasferita nella nuova casa di Portole, il ginnasio e il liceo. A Portole abitò anche nel tempo universitario pur trascorso principalmente in Firenze e in Varsavia, dove si laureò in Lingue e si specializzò anche in "lingua e letteratura polacca". Negli anni 1970 fu infatti la prima donna laureata della nostra montagna cortonese e, sul finire di quegli anni si trasferì definitivamente in Firenze, dopo essere convolata a nozze con il suo Ermanno, venuto da fuori a rapirla ai tanti corteggiatori cortonesi e fiorentini. Mamma di tre splendidi figli, Antonella vinse il suo concorso da professoressa e per oltre quarant’anni è stata una stimata e impareggiabile educatrice in quel di Campo Bisenzio e dintorni, intessendo altresì relazioni culturali e scambio scolastici con la grande Francia e con la sua amata Polonia. Da qualche anno vive in pensione a Firenze , ma talora si concede qualche visita alla sua natia Cortona arricchita da lunghe passeggiate salutari tra gli ameni boschi di Casale e Portole, dove ha ancora la fortuna e l’onore di godere di affetti sinceri, cordiali e armoniosi da "swan song". Naturalmente per Antonella questo "swan song" non ha niente a che fare con il famoso, mitologico “canto del cigno”, ma, senz’altro, con un’altra primavera della sua appasionata, densa e fruttuosa vita di donna montagnina cortonese. Ad maiora, cara Antonella, figlia importante e dolce della Valle del Minimella. Ivo Camerini |
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