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Creato da candidatogiganti il 25/04/2009
per una Provincia solidale, democratica, popolare, sviluppo delle isole del lido e pellestrina ORA!
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ALBERTO GIGANTI
CANDIDATO NELLA LISTA AMICI POPOLARI - MOVIMENTO POPOLARE VENETO NEL COLLEGGIO LIDO - PELLESTRINA
PER CAMBIARE IN PROVINCIA, PER UN'ALTERNANZA DEMOCRATICA, CONTRO L'ARROGANZA E L'ARROCCAMENTO DEL POTERE.
CAMBIARE ARIA SI PUO'!! DOPO OLTRE 15 ANNI MANDIAMOLI ALL'OPPOSIZIONE!!
SVILUPPO, FAMIGLIA, SOLIDARIETA', AMBIENTE, LAVORO, QUESTI SONO I VALORI IN CUI CREDO.
VOTA E FAI VOTARE GIGANTI ALLA PROVINCIA.
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Per impastare la malta utilizzavano l’acqua salmastra della laguna pescata nei canale di via Lepanto al Lido. Nei guai per questo comportamento è finita un’impresa edile di Este della provincia di Padova che è stata “pizzicata” da un condomino mentre stava lavorando in un condominio per installare un ascensore. Forse pensavano di passare inosservati. Invece, la scena degli operai che con un secchio prelevavano l’acqua del canale, non è sfuggita all’uomo che ha subito fatto scattare l’allarme, denunciando il “vizio”, anche con alcune fotografie. Gli operai, per loro sfortuna, sono incappati nella persona sbagliata, e soprattutto nel momento più sbagliato possibile, perché per risolvere una discussione condominiale precedente era già stato richiesto l’intervento della polizia municipale affinchè verificasse che l’azienda fosse in regola ad operare con tutte le autorizzazioni del caso. Dopo il sopralluogo, i vigili urbani hanno accertato che l’impresa edile era in regola con tutti i permessi per operare. Non la stessa cosa ovviamente si può dire per quanto riguarda l’impiego di acqua del canale, non depurata e quindi contenente anche sale e sabbia, che veniva utilizzata (non si sa ancora con che tipo di frequenza) al posto della normale acqua corrente per preparare la malta necessaria alla costruzione de basamento per l’ascensore del condominio. Forse una scelta dettata dalla volontà di risparmiare pochi euro, oppure per ridurre i tempi di intervento. Ma che ora potrebbe costare cara. Si ricorderà come lo stesso comportamento era finito, da parte di altre ditte sul territorio nazionale, alla ribalta delle cronache poche settimane fa al centro di un’indagine subito dopo il tragico terremoto in Abruzzo
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