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IL CASO SCUGNIZZI - Cap I/II

(le parti in rosso sono quelle da rivedere/sviluppare)

I

Pioveva merda quella notte, Dio se pioveva merda!

Dal mio Rascal bianco riuscivo a malapena a vedere la strada. Il mio istinto pero’ mi diceva che era la strada giusta, purtroppo la direzione era sbagliata...

Dovetti fare retromarcia e ci misi sette ore a raggiungere il bar di Charlie che si trovava giusto a un paio di isolati dalla centrale.

Scrappy, il mio informatore mi aveva fatto una soffiata e sapevo che Clittoria Jones, in arte la donna Capezzolo, si sarebbe esibita li’ proprio quella sera. Speravo solo di arrivare per primo, lei era l’unica che poteva rispondere alle mie domande sul caso Scugnizzi, l’ormai defunto magnate del caffè. E di domande ne avevo tante da fare, prima fra tutte il perché di quel curioso nome.

Non dovetti aspettare molto per avere una risposta. Mi basto’ guardarla esibirsi sul palco. Povero Gennaro Scugnizzi, cosa si stava perdendo.

Il rapporto del coroner diceva che era stato ucciso a calci in culo, ma allora perche’ il suo corpo era stato ritrovato in una formaggera nel ristorante “Maxim le Trojon” il buco piu’ elegante della citta’? E quella strana macchia di sugo sul colletto? Cosa stava a significare? Questa cosa puzzava, puzzava quasi di piu’ di quella poltiglia rivoltante che penzolava dal mio piatto e che Charlie mi aveva servito spacciandomela per un hamburger.

-Charlie! Portami da bere!

-Che?

-Il solito!

-Il solito che?

-.....

La musica fini’ e lei spari’ dietro il sipario, io la seguii nel camerino. Non e’ educato fare visita ad una signora a mani vuote, cosi’ mi presentai con un barattolo di melanzane sott’olio preparate dalla mia portinaia, la signora Pinkerton.

Toc, Toc...

-Chi e’?

-Un amico!

-A bello guarda che io pe’ stasera ho finito!!

-Voglio solo farle qualche domanda.

-See, dicono tutti cosi’! Eppoi io mo’ c’ho solo fame !

-Ho le melanzane...

La porta si apri’, la sua sagoma scura contro la luce del camerino, che donna, che capezzolo! Uscendo dalla stanza mi passo’ accanto sfiorandomi, per un attimo un odore di caffe’ sembro’ sprigionarsi da quella donna.

La portai da “Maxim le Trojon”, forse questo l’avrebbe aiutata a parlare. Quando entrammo nel locale tutti gli occhi si puntarono su di lei, che eleganza, che signora, che capezzolo !

- Allora che mi dici di Gennaro Scugnizzi?

- Chi quello der caffe’? Tanto simpatico...

- Non piu’, ora le piante di caffe’ le concima.

- Ma che mo’ fa er giardiniere?

- No e’ morto!

-Oddio...

-Non fingere, lo sanno tutti che eravate amichetti e che ti tostava alla napoletana!

-Shh! Parla piano che qui pure i muri so’ ricchioni!

-Vuoi dire che hanno orecchie!?

-E io che ho detto? Comunque nun so gnente!

Si alzo’

-vabbe’ s’e’ fatto tardi e io devo anna’ via...

Scappo’ via di fretta, la lasciai andare, sapevo comunque che l’avrei incontrata ancora. Chiamai il cameriere e chiesi il conto.

- Mortacci tua!!

- No signore, quello è il coperto.

II

Tornai a casa senza uno straccio di indizio. Ma qualcosa non andava, qualcosa mi sfuggiva, un piccolo particolare forse... ma certo ! L’odore di caffe’ che avevo addosso, non era stata un’impressione, esaminando attentamente la giacca notai della polvere di caffe’ sicuramente era finita li’ quando lei uscendo dal camerino mi aveva sfiorato.

Dovevo portarla subito ad analizzare nel laboratorio di Megargel. Decisi che pero’ l’avrei fatto la mattina seguente.

Avevo passato una giornataccia ero stanco e teso come un tendine di capretto, non ebbi neanche il tempo di mettere la chiave nella toppa...

-Ah e’ rientrato! Ha fatto tardi anche stasera!

Mi voltai di scatto , la mano gia’ sulla pistola.

-Signora Pinkerton ! Ma lei non dorme mai ?

La vecchia si avvicino’ ondeggiando i suoi fianchi enormi.

- Non riesco mai a prendere sonno, bevo troppo caffe’, sa’ per restare sveglia in caso qualche malintenzionato entrasse nel palazzo...

-Provi invece a bere un po’ di camomilla

- La camomilla mi fa pisciare! Sa alla mia eta’ la vescica non e’ piu’ quella di una volta...le sono piaciute le melanzane?

Chiese ghignando.

SLAM…

Mi chiusi la porta alle spalle senza rispondere, mi appoggiai e tirai un sospiro.

Un led rosso lampeggiava, la segreteria era piena di messaggi e la cosa non mi sorprendeva.

BIIIP: Ciao amore, allora ci vediamo alle otto davanti al mattatoio.

BIIIP: Ciao amore io sono gia’ qui... be’ se non sei a casa vuol dire che stai arrivando...ciao

BIIIP: Dove cazzo sei! Ti sto aspettando da tre ore, ti sei dimenticato che oggi e’ il mio compleanno? Sei un bastardo finocchio represso !

BIIIP: Ok ti perdono, lo so che sei li’ ma che hai solo paura di rispondere, non ti preoccupare rispondi...dai...dai rispondi...DAAAIIII !!! Ma allora non sei li’! Sei un figlio di puttana complessato e incestuoso !

BIIIP: Sei uscito con un’altra, ammettilo! Ho chiamato la signora Pinkerton e mi ha detto che sei uscito di casa tutto in ghingheri e che hai portato con te le melanzane ! Adesso basta! Ora esco e vado con il primo che capita!

BIIIP: (piangendo) Ciao amore, non ci sono riuscita... volevo solo augurarti la buonanotte...

Buonanotte.

Chissa’ perche’ continuava a sopportarmi, ormai ero quasi un estraneo per lei eppure, inspiegabilmente, Franca era ancora legata a me.

Ricordo ancora quando sei anni fa ci incontrammo, e da allora tutte le sere la stessa storia.

BIIIP: Sono Scrappy, questa e’ grossa. Lo sai che cosa stava per acquisire il nostro Scugnizzi giusto prima di andare a preparare il caffe’ per il Padreterno? Era in trattative con Victor Pochaontas per entrare in possesso di tre quarti delle quote della “Pochaontas Caffe’ e Affini”! Tu sai chi e’ Victor Pochaontas vero? ...Comunque c’ho ancora quell’autoradio a cassette se ti interessa ancora. Facciamo un leasing con quella vecchia? BIIIP.

Victor Pochaontas, la faccenda si faceva interessante...