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SCARLETT

Post n°9 pubblicato il 25 Maggio 2009 da Lindaluna

SCARLETT

Avete mai guardato la linea precisa di un orizzonte senza socchiudere gli occhi e senza permettere alla vostra mente di spaziare? se si, avete la mia stima,io non riesco.

E anche Scarlett, quel mattino sull'isola di Ski, dopo una notte insonne a tentare di scrivere due squallide righe in camera del B&B, si trovava così, sulla spiaggia grigia di una baia incontaminata, a guardare persa l' orizzonte grigio di un mare altrettanto grigio, all'alba.

La sua esuberanza, ad un occhio attento, si esprimeva nel movimento nervoso delle dita, e dai numerosi sospiri che uscivano dal suo petto.

Era venuta lì, da sola, aveva abbandonato la sua amata Londra, la vitalità, il caos e il sushi, per tentare di scrivere.

Dove di meglio della Baia di Talisker, sull'isola di Ski trovare la concentrazione?

Tra l'altro l'aroma di malto emanato dalla fabbrica dell'omonimo whisky si diffondeva sulle sponde vicino al suo b&b, le dava talvolta alla testa.

Scarlett era esuberante e la solitudine la spegneva, se ne accorse proprio quella mattina.

E sospirò.

Ormai aveva pagato la stanza, sarebbe dovuta restare.

E il suo romanzo alla Bridget Jones non progrediva, si accorse che la situazione era troppo solitaria per ispirarle situazioni tragicomiche.

Ma la casa editrice la pressava, e rischiava di perdere anche questo lavoro, non poteva permetterselo.

si guardò attorno febbrilmente cercando appigli al suo sguardo e alla sua ispirazione che invece scivolò spenta su un mare calmo, odoroso di sale e malto, su un cielo livido di alba...e il silenzio!

Ah le festicciole con le amiche(pochissime ma ottime) con le quali tirava l'alba nei locali e nei pub!!ah la leggerezza del dopo lavoro, quando tutto era concesso! a quel paese la calma, la tranquillità, la non civiltà!!

Si coricò, sconsolata, lo sguardo passò dal mare al cielo ei suoi occhi verdi combattivi come quelli di una gatta lentamente si chiusero, lasciarono posto al torpore che assale chi è insonne.

E dal grigio di una pallida nube emerse uno sguardo preciso.

Due occhi di uomo, azzurri come un mare norvegese e altrettanto lontani e freddi la lasciarono senza fiato.

Si trovava in un campo caldo e polveroso, aveva un abitino di cotone sporco e bagnato di sudore appiccicato addosso e scappava, correva verso la sua casa in cima ad una collina bruciacchiata dal calore.

Sapeva esattamente chi era e dove si trovava.

E chi stava cercando.

Voleva il refrigerio di due occhi azzurri e freddi.

Gli occhi di Ashley. Lo incontrò sul porticato, la guardò stupito dall'alto della sua freddezza:

'dove corri, cara? da chi scappi?'

'Oh Ashley! 'lo abbracciò,sentì l'ondata d'amore , ma, come sempre, lui mantenne le distanze.:

'Oh', eslamò lei esasperata 'sempre con questo modo di fare! hai paura di toccarmi? ti ispiro così tanta repulsione? sono disperata.

Non c'è nulla, nulla da mangiare! cosa daremo a tua moglie? e alle mie sorelle inette?'

'non parlare così di loro! non meritano il tuo disprezzo'

'non cercare questioni d'onore in questo momento..li senti i crampi della fame?'

'non è bello parlare di questo ' la rimproverò altezzoso

'e allora crepa!!' girò sui tacchi e scese di corsa gli scalini, col magone in gola.

Lacrime le scesero sulle guance impolverate...la rabbia la soffocava.

come poteva essere così legato al passato, alle convenienze, quando la guerra si era portata via tutto il loro mondo e li aveva lasciati senza cibo, con la loro terra rossa da risanare e senza nessuno per coltivarla?

Lo stomaco reclamava cibo, e un'odio sordo per chi aveva deciso il loro destino la invase.

Li avrebbe schiacciati, li avrebbe vinti.

lei, una povera, piccola gatta abituata alla bella vita, si sarebbe rimboccata le maniche e avrebbe lottato per la sua famiglia.

E a quel paese l'onore!! sentì, con sorpresa che l'amore per Ashley, eterno e mai vinto, stava scemando.

Come poteva amare un'uomo capace solo di parlare d'onore in momenti come questi? se solo fosse stato vivo suo padre!

'ah, papà' sospirò.

ma nessuno venne in suo aiuto.

era sola, stavolta, e doveva pensare a tutti lei, perchè era la sola senza scrupoli, e talvolta la gente senza scrupoli deve farsi carico di chi ne ha, per non lasciarli morire di fame.

Lentamente si chinò a raccogliere una radice, la pulì dalla terra e la mangiò...e mentre si saziava sentiva lacrime di umiliazione e rabbia.

Si alzò e si avviò verso casa, a testa china, pensando a chi avrebbe potuto chiedere soldi per comprare i semi da piantare e per pagare le tasse di casa.

Un sorriso tornò sulle belle labbra screpolate.

Sapeva chi avrebbe potuto aiutarla.

Corse da uno specchio e, dopo tanto tempo si guardò...era così diversa!

Magra, sciupata, gli occhi, un tempo ridenti e brillanti erano quelli di una donna che ha visto da vicino la disperazione.

Si addolcì e lo specchio la riflesse già più bella.

Il corpo era filiforme, le sue belle curve sparite.

Avrebbe trovato la maniera di rendersi attraente. Quella era la sola salvezza, oppure si sarebbero trovati tutti, Ashley e sua moglie Melly, le sorelle buone solo a rimpiangere e lamentarsi, tutti su una strada a chiedere l'elemosina. non c'era scelta.

Certo suo padre e sua madre se fossero stati vivi, che dispiacere avrebbe dato loro! cacciò le lacrime indietro, a piangere erano già troppi e lei non poteva permetterselo.I suoi erano morti, riposavano in pace, non avrebbero visto e lei doveva guardare avanti.

Con un rapido gesto si avvolse in un tessuto di velluto, l'ultimo rimasto della madre e con ago e filo ne uscì un vestito che la fasciava e le dava un riverbero verde agli occhi.

Ashley la guardò andare via impotente e scandalizzato.

Attraversò Altanta, polverosa e in costruzione, piena di nordisti.

Sapeva dove trovarlo.

Rett Butler non poteva che essere in un bordello, quello o la galera erano gli unici posti dove poteva essere un uomo non d'onore, completamente privo d'ipocrisia.

Con il fiatone, schivando yankes sfacciati che le sbarravano di continuo la strada raggiunse il saloon(che in realtà assomigliava ad un famigliare pub londinese). entrò, col cuore in gola dalla paura, creando un silenzio innaturale attorno a se, tastando il pericolo negli sguardi lascivi che gli uomini le inviavano.

Alzò il capo e si diresse decisa verso il banco.

'é qui Rett Butler?'

Chiese autoritaria all'oste, cercando di fingere sicurezza.

'e chi lo cerca?' ghignò l'uomo

'le dica che sono Scarlett O'Ara'

' hei , bellezza, sola? ' si avvicinò un' uomo che puzzava di whisky (anche questo odore era molto famigliare )

'togliti dai piedi, straccione ' gli sibilò, disgustata e provando per lui un'odio crescente. Era per colpa dei vincitori, o di chi aveva voluto la guerra se lei era lì, in quel postaccio a umiliarsi a chieder aiuto ad un rinnegato per sfamare la sua famiglia.

L'oste salì i gradini in gran fretta, per timore di rogne, e proprio mentre il tipaccio allungava la mano sudicia verso il suo braccio, udì la voce tonante di Rett da in cima le scale.

'Scarlett, qual buon vento ti porta in questi allegri luoghi di mondo ?'

Scarlett si sentì invadere da sollievo e dispetto allo stesso tempo.

'Rett!'salì le scale velocemente nonostante la fame e la paura le stesse togliendo tutte le forze.

La guardò con i suoi occhi neri, sornioni.

'ho tanto bisogno di parlarti!'

'ma certo...ti rendi conto di dove sei, vero? che direbbe il tuo amato Ashley se ti vedesse in un bord ..'

'Oh!' gridò esasperata! 'non mi parlare di lui! a casa si muore di fame e non muove un dito per aiutarmi. è capace solo di rimpiangere il passato, parlare di dignità e coscienza e gravare sulle mie spalle con la sua mogliettina'

Rett le afferrò le mani

'Bella e sempre selvaggia! ma non lo amavi alla follia?'

la guidò in una stanza, chiuse la porta a chiave e Scarlett degluttì , sentendosi in trappola dentro quella camera lussuosa ed equivoca,'la camera di un bordello!!'pensò spaventata ma eccitata 'se mi vedesse mia madre..che dolore avrebbe..no, ci penserò dopo, ora non posso '

'Rett, un tempo mi dicesti che..'si fece forza, nonostante sentiva la gola di cartavetro e il sudore sulle tempie

'si?' sorrideva ironico

'che, che ti piacevo.'

'e allora?'

'Rett..'

'vai avanti, so come mi chiamo 'il suo sguardo si indurì

'si, beh, ecco...ho bisogno di soldi, per la piantagione.'disse tutto d'un fiato, e le sembrò d'essersi tolta un enorme peso. Lo osservò ansiosa, il suo sguardo era imperscrutabile.

'mi hai preso per una banca?'ma negli occhi tremolava un sorriso.

'no,no, senti..lo so che è da sfacciata ma non ho via di scampo: mi vuoi?'

una bella

risata cristallina le gelò il sangue nelle vene.

'cara mia...fammi capire, vorresti diventare la mia amante in un bordello?'

'non m'interessa dove, ti prego, io...'lo guardò e per la prima volta le sembrò di capirlo e capire se stessa.

provò un lungo, intenso brivido dalla testa ai piedi,e si perse in quegli occhi neri che sapevano essere tanto crudeli e tanto pieni

di comprensione.

'io non ho mai amato Ahsley, era solo un sogno da ragazzina che la guerra e la realtà si sono portati via..io' prese forza, socchiuse gli occhi da gatta che brillarono come nei suoi giorni migliori

'io amo te' e si sentì leggera e persino provò la voglia di ridere che da tanto non aveva.

'sempre la solita scaltra 'Rett, con suo orrore le lasciò le mani e si avviò alla porta.

lo stava perdendo! 'aspetta!' lo raggiunse, si piazzò davanti alla porta per non farlo uscire, ma lui la scansò.

'ti presterò i soldi, ma non voglio portarmi a letto una povera donna affamata, ci vedremo quando ti sarai ristabilita' sfilò dal portafogli un mazzo di denaro e glielo

piazzò in mano.le afferrò il mento, la fissò per qualche istante negli occhi come per leggerle la mente, e la lasciò, come sconfitto da qualcosa di più forte di lui.

Scarlett si trovò tremante di umiliazione, sorpresa e amore.

Non lo seguì. Poteva capirlo. Strinse i soldi nel pugno e fuggì via, nella polvere del suo destino, tra gli amori sconfitti e quelli che sarebbero risorti..ma lo amava, quanto lo amava..

Una pioggerella fitta scendeva sul suo viso...le nebbie si diradarono e il mare, il cielo erano più scuri.

stupì di non sentire la polvere, ma la pioggia.

indolenzita per il sonno fatto si tirò a sedere sulla sabbia umida..era lei, Scarlett, ma del 2009, non del 1861..cosa le era girato per la mente? cercava ispirazioni tragicomiche e sognava un classico dove l'eroina portava il suo stesso nome ma era tanto più antica...eppure...non era poi così antica.

Forse era più moderna di tante sue coetanee ipocrite e finte benpensanti..

E Rett! quello sguardo le aveva messo un formicolio nelle vene, come si era sentita bella davanti a lui.

Si stirò

, e a passi lenti, viaggiò con i piedi e

con la mente attraverso quelle colline brulle intrise di acqua

finchè non si trovò davanti ad un casolare. Il

pastore era seduto su una pietra con berretto di traverso, uno sguardo scuro,dolce

e ironico. si osservarono a lungo, sapevano già perchè erano lì, ad osservarsi e sapevano senza dirsi niente dove la natura li voleva portare.

'Hi, conosci Rett ?' le chiese in scozzese stretto

lui non sembrò stupito, scosse la testa e semplicemente sorrise

'no, sorry'

meglio così..si sedette sulla pietra vicino a lui si guardarono e cominciarono a ridere senza fermarsi più.

intanto la pioggerella bagnava e alimentava i prati molli d'acqua con l'insistenza di un'altra primavera.

 

 

 
 
 
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