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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 04 Agosto 2008 da L_irrequieto
 

CAUDILLI SUDAMERICANI  E

DEMOCRAZIE EUROPEE

Uno dei personaggi più scomodi per diverse “democrazie” occidentali è il Presidente del Venezuela Hogo Chavez attaccato pesantemente anche da certa stampa italiana; il “caudillo” in questione, va ricordato che venne scelto ed eletto democraticamente dal popolo venezuelano e probabilmente poiché questa libera e democratica scelta era inusuale per il “cortile di casa” delle multinazionali americane, fu vittima di un golpe durato poche ore grazie alla fedeltà delle Forze Armate Venezuelane ed al fortissimo consenso popolare che lo circondava per via delle sue politiche sociali ed economiche che hanno comportato tra l’altro anche la rinazionalizzazione di aziende e risorse privatizzate (svendute) dai precedenti Governi pseudo liberisti.

Questo caudillo voleva riformare la Costituzione del suo Paese e qualche tempo fa ha sottoposto tale riforma al voto referendario, perdendo per uno scarto minimo, ma perdendo; il caudillo in questione, preso atto della volontà della maggioranza del popolo (o meglio degli elettori) ha dovuto mettere da parte tale riforma.

Sulla riforma della Costituzione che si vorrebbe attuare in questa legislatura, ho già scritto; l’attuale parlamento è frutto della famigerata legge elettorale  “porcata” e sarebbe opportuno che qualsiasi riforma costituzionale venga sottoposta alla volontà dei cittadini; oltre alla riforma della Costituzione però, sarebbe stato opportuno sottoporre al voto dei cittadini anche la ratifica del famoso Trattato di Lisbona a cui ha già detto di no il popolo irlandese.

Ieri invece, la Camera dei Deputati con 551 “si”, ha votato all’unanimità la ratifica italiana del Trattato di Lisbona e considerato che il Senato aveva già approvato il trattato il 23 luglio scorso, ovviamente all’unanimità, il si italiano diventa definitivo.

Bisogna ammettere che è commovente, tutti uniti, inquisiti e giustizialisti, similrossi e similneri, ex rossi ed ex neri, cattolici e laici, proibizionisti e cocainomani…già, fa un certo effetto pensare che tra le persone che devono decidere il futuro della nazione e dei cittadini ci siano”estimatori della cocaina” ma  il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Carlo Giovanardi ci ha già rassicurati smentendo che ne faccia uso la metà dei Parlamentari; ora siamo tutti più sicuri no? Strano Paese il nostro,  magari si fanno fare i test antidroga ai lavoratori e si  licenzia (giustamente) un autista che si fa uno spinello ma si può tirare coca e decidere il destino del Paese e di milioni di cittadini.

Sarà poi illecito chiedersi dove la prendono? Non mi risulta la vendano al supermercato e nemmeno in farmacia; la Caritas non la passa e nemmeno il Banco Alimentare.

Onestamente ammetto,  che qualche perplessità, oltre che sulla forma dell’approvazione del Trattato di Lisbona, l’avrei anche sulla sostanza anche perché girano voci e non mi pare vi siano smentite, che tale trattato abbia qualche sorpresina tipo la pena di morte applicata in caso di guerra, di disordini e di insurrezioni”, sorpresina che Maurizio Blondet indica essere non nel trattato ma in una nota a piè di pagina; sarà uno scherzo? Facendo un giretto sulla rete, sull’argomento si nota una certa latitanza da parte dei media “ufficiali”, qualche altra indicazione la troviamo comunque;  ad esempio Giulietto Chiesa evidenzia la pericolosa liceità del ricorso alla  pena di morte in “stato di guerra” o di “imminente minaccia di guerra”, condizione questa, tutt’altro che ben definibile; ad esempio se all’improvviso tornassero in azione i “Serenissimi” con il loro “Tanko” sarebbe considerata un’imminente minaccia di guerra? Non è che qualche zuzzurellone nella stanza dei bottoni, magari dopo aver sniffato “roba scadente” ordina ai carri armati di far fuoco? Non è che qualche euroburocrate alimentato a lobby, viene legittimato a mandare l’aeronautica rumena a impallinarli?  Non è che con il Trattato di Lisbona, si legittima e si autorizza a sparare sulla popolazione qualche novello Bava Beccaris? Si arriverà alla contrapposizione “Vaffanculo” – “Vallaltromondo”?

Critiche al trattato anche sul blog di Stefano Montanari, il Trattato in questione viola la Costituzione Italiana nell’articolo 1 ("La sovranità appartiene al popolo") proprio perché non sottoposto al voto popolare e nell’articolo 11 (“L'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie") poiché paesi come la Gran Bretagna e la Danimarca, membri del trattato, sono esonerati dalla partecipazione all'Euro. Così essi possono, ad esempio, fissare il tasso d'interesse in modo vantaggioso per loro ma svantaggioso per gli altri firmatari del trattato.”

La ratifica del Trattato di Lisbona è certo un evento molto importante per il Paese e per l’Europa, inoltre il voto favorevole all’unanimità secondo il Presidente Napolitano è “un titolo d’onore” per il Paese e poi l’unanimità nel nostro Paese è veramente qualcosa di eccezionale ed è strano che ciò abbia avuto una visibilità molto bassa sui media nazionali con una totale mancanza di approfondimenti.

 

 

 

 

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La sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini

Leonardo Sciascia

 

Esiste “un rapporto diretto, e anche statisticamente significativo, fra reddito pro capite e livello dei diritti e della libertà politica.”
Jean-Paul Fitoussi - “La democrazia ed il mercato”

Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 36.


"Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa..."


Forse, l’articolo 36 della Costituzione era stato pensato e scritto per evitare che redditi e salari da fame portassero ad una regressione della libertà politica e quindi della democrazia.

 
 
 
 
 
 
 

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OLIGARCHIA ITALIA

QUEI DEPUTATI IGNORANTI

(E SCELTI MALE)

“La colpa è di Fini. Non di Fini Giuseppe, Forza Italia, professione dirigente, convinto che il Darfur sia un frenetico stile di vita. Di Fini Gianfranco (An), e poi di Casini Pierferdi (Udc), Fassino Piero (Ds), Rutelli Francesco (Dl) e ovviamente di Berlusconi Silvio e Prodi Romano; più alcuni altri. Perché — ammissione di Goffredo Bettini, senatore Ds molto potente a Roma—la composizione di questo Parlamento è stata decisa da una ventina di persone. La riforma elettorale-proporzionale- berlusconiana ha aiutato parecchio; anzi è stata una tentazione. In cui i leader sono caduti stilando le liste; e molto peccando in omissione di selezione di personale politico decente. O almeno che segua il telegiornale. O anche che legga i giornali e qualche libro, guardi i tiggì, e pazienza se ogni tanto si fa una canna, o peggio….”

Tratto da::«Darfur? Sono cose fatte in fretta» - Corriere della Sera, 12 Ottobre 2006

 
 
 
 
 
 
 

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