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Post n°37 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da L_irrequieto
MORTI SUL LAVORO SCHIAVITU', CRIMINALITA' ED IL FALLIMENTO DELLO STATO Taranto, operaio cade all'Ilva e muore "Terzo incidente in un anno nello stabilimento siderurgico. La vittima è un operaio polacco di 54 anni, aperta inchiesta." "TARANTO - Un operaio di origine polacca, Paorovic Zigmontian, di 54 anni, dipendente di una ditta appaltatrice, è morto nella notte, intorno all'1,30, mentre lavorava nel reparto altoforno dell'Ilva di Taranto. Per lui questo doveva essere l'ultimo giorno di lavoro." L'articolo intero è su: Corriere.it L'Ilva di Taranto è per intenderci è quell'azienda che ha licenziato tre operai per eccesso d'infortuni ma questo si sa, è il paese dove si rischia di più a scaricare mp3 o a non pagare il telepass che a far morire i lavoratori. A titolo di curiosità, anche nell'ambito della privatizzazione dell'Ilva c'è di mezzo una KAI Proprio vero, ci vuole ottimismo e con (molto) ottimismo si può trovare il lato positivo della vicenda; ad esempio per questo operaio polacco si sa con certezza che è morto e potra avere un funerale al contrario di altri 119 suoi connazionali scomparsi nel nulla in Puglia, terra di questa radiosa nazione degna del G8 (dei paesi canaglia però) dove c'è tanta gente che si straccia le vesti quando crepano i clandestini in mare e poi se ne fotte quando vengono ridotti in schiavitù e magari ammazzati come cani in terre dove lo Stato ha abdicato o peggio, si è reso complice anche grazie al silenzio assenso di buona parte di quei figuri che si fanno chiamare giornalisti, fatte ovviamente le debite eccezioni. Lo Stato o meglio, chi a prescindere dallo schieramento politico, s'è fatto Stato, ha dimostrato trasversalmente, la mancanza di volontà nel porre termine ad una situazione che va molto al di là della semplice criminalità; piaccia o no, agli occhi del cittadino, con la sua incapacità e dubbia volontà si è reso complice di vicende vergognose, criminali, allucinanti. Grazie alla complicità di buona parte dei media ha soltanto buttato fumo negli occhi del cittadino schierando l'Esercito nelle città, a cacciare tossici (un salto in Parlamento però no eh?), a fare i "vigili urbani" o magari presidiare la "munnezza" e le discariche e magari a caricare i manifestanti. Nel frattempo la mafia controlla il territorio ed impunita punisce i cittadini che non si piegano. Questo stato con la s minuscola umilia così i cittadini ed umilia le Forze Armate relegate a misere comparse dei continui spot della più irresponsabile clase politica del mondo occidentale che nulla ha da invidiare a certe repubbliche delle banane. |
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La sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini
Leonardo Sciascia
Esiste “un rapporto diretto, e anche statisticamente significativo, fra reddito pro capite e livello dei diritti e della libertà politica.”
Jean-Paul Fitoussi - “La democrazia ed il mercato”
Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 36.
"Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa..."
Forse, l’articolo 36 della Costituzione era stato pensato e scritto per evitare che redditi e salari da fame portassero ad una regressione della libertà politica e quindi della democrazia.
PREMESSE
OLIGARCHIA ITALIA
QUEI DEPUTATI IGNORANTI
(E SCELTI MALE)
“La colpa è di Fini. Non di Fini Giuseppe, Forza Italia, professione dirigente, convinto che il Darfur sia un frenetico stile di vita. Di Fini Gianfranco (An), e poi di Casini Pierferdi (Udc), Fassino Piero (Ds), Rutelli Francesco (Dl) e ovviamente di Berlusconi Silvio e Prodi Romano; più alcuni altri. Perché — ammissione di Goffredo Bettini, senatore Ds molto potente a Roma—la composizione di questo Parlamento è stata decisa da una ventina di persone. La riforma elettorale-proporzionale- berlusconiana ha aiutato parecchio; anzi è stata una tentazione. In cui i leader sono caduti stilando le liste; e molto peccando in omissione di selezione di personale politico decente. O almeno che segua il telegiornale. O anche che legga i giornali e qualche libro, guardi i tiggì, e pazienza se ogni tanto si fa una canna, o peggio….”
Tratto da::«Darfur? Sono cose fatte in fretta» - Corriere della Sera, 12 Ottobre 2006
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