Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

« Ecco L'uomo08/04/2012 »

LA MORTE DI CRISTO E' PREAVVISO PROFETICO DI QUANTO EGLI COMPIRA' PER NOI E AVVERRA' IN QUESTI TEMPI OSCURI

Post n°64 pubblicato il 06 Aprile 2012 da soleincielo83

06/04/2012

“Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo emise lo spirito. (Lc. 23,44) visione. Vedo Gerusalemme dove vi è la folla che si agita e vedo il Golgota con tre croci, al cento emerge una croce molto più grande perché GESÙ è più grande di statura degli altri condannati per cui per mantenere il suo corpo quando hanno alzato la croce, questa doveva essere bilanciata nelle stesse misure del martire. Poi all’improvviso mentre vi è il sole di colpo questo viene oscurato e vedo che sul sole si proietta un disco scuro, che impedisce la luce, questo disco scuro però è intervallato da un colore rosso come il fuoco e anche il cielo in queste tenebre stranissime si tinge di questo rosso. Ho paura per tutto questo che sta succedendo, io mi rendo conto che per quegli uomini vedere uno spettacolo del genere ha determinato il panico perché io, pur avendo letto tantissime volte questa scena, vivo ora quella paura di un evento troppo grande che sta succedendo. La città ora è tutta avvolta dal buio, che è molto strano, un buio che mette paura, perché è un buio che avvisa di qualcosa di molto grande e tremendo che sta succedendo. La folla che era accalcata sulle vie del Golgota ora si riversa nella città e molti capiscono che è DIO che sta mandando un castigo, per cui si battono il petto per il dolore e per il pentimento per essere stati anche loro causa della morte del CRISTO. Ora mi trovo sotto la croce, vedo il corpo di CRISTO Che freme dal dolore, sono gli ultimi spasimi e sento dentro di me un dolore invincibile, perché sento il peso dei peccati che Lui sta espiando per me. IL Suo corpo non si riconosce, è troppo tumefatto e livido sia per le ferite, ma sia perché oramai la morte percorre dentro di LUI, infatti è lividore di morte. Mi soffermo sui suoi occhi, sono chiusi, ma intravedo una luce che mi fa capire che Egli non morirà, perché in Lui vi è lo Spirito di DIO, è in quello Spirito che anche il Suo corpo prederà vita. Mi ritrovo in ginocchio a pregare per Lui, insieme a MARIA Che è una maschera di pianto, molto composta e dignitosa, perché vedo solo solcare il Suo viso dalle lacrime ma non dice una parola, guarda solo il FIGLIO e capisco che vive nella Sua carne le stesse sofferenze perché Ella è in simbiosi con LUI per essere Agnella con l’Agnello immolato. Tutto intorno è buio e la terra trema, fa molta paura essere lì, ma se vi è paura dentro il cuore vi è come una gioia perché quella morte apre una porta che avvicina l’uomo a DIO. Anche coloro che Lo hanno crocifisso sono spaventati e cessano anche di ingiuriarLo, non capiscono cosa devono fare, se abbandonare il luogo o rimanere lì, ma io capisco che non è solo il terrore esterno che vivono, ma essi vivono il terrore interiore, perché essi davanti al Crocifisso stanno per decidere della loro sorte, perché sentono che devono scegliere o il buio della morte, del peccato o la vita che fa risorgere e mentre il loro spirito è sconvolto, il male aizza contro di loro la paura e li spinge a non credere ma ad ingiuriare ancora quell’Uomo per percuotere DIO. Vedo molti di loro che si piegano e tacciono, e pregano per i loro peccati, qui subentra la vittoria di CRISTO sul male in quegli uomini che hanno saputo credere e pentirsi. Ora vedo che queste tenebre avvolgono tutta la terra e non solo la città di Gerusalemme, questo è un fenomeno grandissimo perché sta a significare che questo segno non è riferito solo alla città di Gerusalemme, ma è riferito anche al mondo intero. Dall’ora sesta all’ora nona sono tre le ore di buio e non si può dire che è un’eclissi perché tutta la terra ne è coinvolta in questa oscurità e sento dentro di me che mi viene spiegato che queste tre ora hanno un significato molto più profondo e che raffigura l’oscurità che il mondo vivrà e sarà “l’ora delle tenebre”, ovvero “l’ora” durante la quale potranno agire liberamente gli uomini che odiano Dio, uomini al servizio del “principe”, colui che sta contaminando il mondo intero, dell’uomo della iniquità, ingiustizia, del figlio della perdizione. Ecco perché si è fatto buio sul mondo intero, per far capire nel tempo che questo buio sarebbe entrato nella storia dell’uomo, se si fosse abbandonata la retta via di DIO. Già il fenomeno è assolutamente strano perché un buio a mezzogiorno è il capovolgimento dell’ordine normale. Nel momento di massima luce si fa buio e non è una questione momentanea, spiegabile come una eclissi di sole, che durerebbe qualche minuto, qui invece dura tre ore, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio. Tutta la terra precipita nel buio e la tenebra è l’immagine negativa, è l’assenza della luce, è ciò che precede la creazione della vita, è il non essere. Tutta la terra precipita in questa condizione di morte, sta finendo il mondo. Ma questa immagine cosi travolgente vuole mettere in evidenza la fine di un mondo corrotto dal peccato: la morte di Gesù distrugge il vecchio mondo. Ora sento un grido lancinante, un grido rantolato ma struggente di GESÙ, questo echeggia in questo buio, echeggia per portare la Sua vittoria sul male. Ai piedi della croce, gli uomini non capiscono cosa stia succedendo, il male li agita per questioni banali, vogliono dargli da bere, qualcuno dice di non dargliene, lo beffeggiano. Ancora una volta la terribile volontà dell’uomo si oppone alla misericordia di un DIO Che vorrebbe salvarli. Non hanno capito e vogliono ancora persistere nell’errore. Gesù vive fino all’ultimo l’unione profonda con il Padre e, nonostante la tragedia della sofferenza e della morte, questa unione rimane, è in quel grido che si sente l’unità completa del FIGLIO con IL PADRE. La grande voce che Gesù dà prima di emettere lo Spirito è la Sua ultima, definitiva, professione di fede. POI il silenzio cala attorno e si sente ancora di più la paura dentro. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, ora oltre al buio universale adesso vi sono altri fenomeni catastrofici. Il velo del tempio è un grande tessuto che chiude il santuario, cioè il Santo dei Santi, la parte più sacra e segreta del tempio di Gerusalemme. Mai nessuno entra oltre quel velo, se non il sommo sacerdote. Alla morte di Gesù quel grande tessuto che chiude la porta del Santo dei Santi “si squarcia”, il velo del tempio dall’alto al basso si è spezzato in due. Perché al momento della morte il velo si spezza? che significato può avere? Mi viene detto: “Tutto ciò ha una spiegazione perché tramite la morte il Cristo è passato attraverso il velo e l’ha frantumato, ha aperto una strada per l’uomo per cui Dio non è più separato dall’uomo.” Quel velo strappato segna la fine di una mentalità EBRAICA di un Dio separato dall’uomo che si nascondeva all’uomo, invece con il CRISTO Egli stesso permette che l’uomo entri nella porta che Egli ha aperto. Ora sento che la terra si scuote e questo scuotere non è solo inteso come terremoto, ma come quella mano di Dio che scuote l’uomo e lo risveglia dal suo torpore, quello scuotere porta terrore perché vi è la distruzione, ma vi deve essere perché il peccato, che ha chiuso il dialogo con DIO, ora viene vinto e si scuotono anche gli inferi, dove il male trema di fronte alla vittoria dell’Uomo DIO. Vedo in questo momento i sepolcri che sono aperti, questo è un particolare molto interessante, che spesso noi non capiamo come importanza spirituale, ma mi viene spiegato che con la morte di CRISTO si rompe quel sigillo della morte, Egli porta la resurrezione che è prefigurazione di ciò che avverrà quando l’uomo imperfetto vincerà per sempre il peccato e la morte non vi sarà più. Tutto l’episodio della passione di CRISTO in quelle tre ore di agonia e morte, prefigurano il tempo finale, un tempo prima di buio poi un tempo di resurrezione dove sarà l’uomo che vincerà su tutto. In quella morte di CRISTO, vi è anche la catastrofe intorno, ma oltre quello che di visibile può essere accaduto, vi è una cosa molto più grande che solo alla luce dello Spirito si può evidenziare, perché in quel momento in cui Egli spira, cioè rende il Suo spirito al PADRE, avviene il capovolgimento di tutto, ora l’uomo non è più diviso da DIO, vi è stata aperta una porta dove l’uomo può ritornare a DIO e rivestire la sua condizione di gloria. In questo momento la croce, la morte di CRISTO non devono essere visti come dolore, ma come compimento di tutto, come il capovolgimento di tutto ciò che il male aveva stabilito nell’uomo con il peccato. Se Dio entra nella vita e nella storia dell’uomo, non lascia le cose come prima, le cambia, le capovolge per i figli che sono nella verità, ma non per coloro che si ostinano a rimanere nel loro errore. La morte di Gesù, lo squarcio del velo, il terremoto che scuote la terra, l’apertura dei sepolcri sono segni di cambiamento. È questo l’intervento di Dio, che realizza il Suo progetto attraverso il Figlio, e già si intravede quella realizzazione che può venire tramite l’uomo, in quella vittoria contro il male. Come al tempo di Cristo la Sua morte ha scosso la terra, così sarà quando vi sarà la vittoria dell’uomo, tutta la terra sarà scossa, sarà un giorno che segna la fine di un mondo corrotto dal peccato, una fine del male nell’uomo e l’inizio di un nuovo mondo, caratterizzato dal cuore di carne, dalla comunione di DIO con l’UOMO. GESÙ DICE: Figli, in questo momento di silenzio dovete contemplare solo la possibilità del vostro cambiamento, perché la croce opera in voi un capovolgimento del vostro cuore, della vostra mente ed è un’effusione di grazia che può cambiarvi. Anche i morti sono risorti, le tombe sono rimaste vuote, ma qui voi dovete intravedere la vostra vita, che non può raffigurasi come sepolcro imbiancato, ma quelle tombe ora vengono aperte e quella imperfezione svanisce perché, vincendo il peccato, voi siete persone viventi, riconciliate con DIO e trasformate. Meditando la passione, dovete intravedere l’evento in voi, il cambiamento che segna la fine del potere delle tenebre, per istaurare il regno di gloria: l’alba nuova che sarà la vita dell’uomo nuovo che ha vinto il peccato e cancellato la morte per sempre. Dovete comprendere nella profondità tutta la Passione per non viverLa superficialmente, ma viverLa in comunione con ME perché voi siete una sola carne con ME e portate a compimento sulla terra la redenzione ultima. Quante volte questo giorno è stato vissuto ma non capito nella profondità, si è sempre vissuto questo giorno ricordando le tragiche ore della MIA agonia, e della MIA morte, ma non ci si è fermati a riflettere nella profondità, vedendo in tutti gli avvenimenti che vi è nascosto quel futuro di gloria che deve investire l’uomo. La Chiesa vive il venerdì santo proprio come ricordo, un racconto che evoca le gesta di Colui che è morto per voi. Quante volte avete letto le pagine della Passione, molte volte con cuore contrito, altre volte con cuore superficiale, ma sempre in questi giorni ci si sente però presi da una sensibilità verso di ME Che muoio per voi, però poi, finite le ore, tutto svanisce, perché quel ricordo non è vissuto con la profondità che DIO vuole che entri in voi. In questo momento sto scuotendo la vostra terra, sto aprendo i veli della verità che voi dovete sapere e vi immergo nella vostra luce non nel sepolcro ma nella grandezza di ciò che Io riservo per voi. È il terremoto spirituale che si fa sentire a voi, un terremoto che deve delimitare il peccato, che vi deve purificare per essere poi trasformati dallo Spirito Che vi porta la nuova vostra condizione. Sono giorni in cui DIO si presenta a voi con una nuova visuale, la Sua rivelazione che vi riempie e che vi fa detentori di una verità che solo lo Spirito vi ha portato. Ora il silenzio entra di nuovo per onorare la morte dell’Uomo DIO, il rispetto di DIO per il FIGLIO è la viva condizione di ciò che voi vivete, perché in voi questa Passione continua perché la passione spirituale purifica e porta poi alla vostra resurrezione. In voi IO vedo la carne del CRISTO, IO vedo in voi l’uomo resuscitato, aprite dunque le porte del vostro cuore e fate passare la Luce, la Vita che vi porterà a possedere la deità. Questo è ciò che oggi IO DIO desidero dire al vostro cuore, meditate figli in silenzio la Mia Parola, perché IO SONO DIO CHE TANTO VI HO AMATO, E IN VOI DESIDERO ATTUARE LA GRANDEZZA DELL’UOMO DIO. COSI SIA…AMEN..AMEN…

 
Rispondi al commento:
champions_3
champions_3 il 08/04/12 alle 10:10 via WEB
La Risurrezione di Cristo. Oggi, vogliamo continuare a considerare gli avvenimenti intorno alla Pasqua, e specificamente gli avvenimenti dopo la risurrezione di Cristo Gesù. Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato l’apparizione di Gesù ai discepoli la domenica sera della risurrezione. Che gioia ineffabile fu per i discepoli vedere il loro Signore vivente! Dopo che Gesù Cristo si manifestò a loro in modo convincente, diede loro il mandato di essere testimoni della sua morte e della sua risurrezione, per proclamare il vangelo al mondo. Comandò loro di aspettare di essere rivestiti di potenza dall’alto, in altre parole, di aspettare di aver ricevuto lo Spirito Santo. Anche noi che siamo credenti, attraverso la costante preghiera possiamo ricevere la potenza dello Spirito Santo, poichè la promessa è per tutti quelli che si adoperano a fare ciò che Gesù ha ordinato nell'ubbidienza della sua parola, infatti, le sue promesse non sono state solo nel passato, ma esse sono anche al presente e sono per noi, Egli è la nostra forza per compiere l’opera di Dio. Ora, riprendiamo a considerare gli avvenimenti di quei giorni dopo la risurrezione. Aprite insieme a me la Bibbia nel Vangelo di S.Giovanni, al capitolo 20. Vogliamo leggere i versetti 24,25. “24 Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».” (Giovanni 20:24-25 ) Quella domenica sera della risurrezione, quando Gesù apparve agli apostoli, Tommaso non era con loro. Quando poi Tommaso si trovò con gli altri discepoli in un secondo tempo, probabilmente più tardi in quella stessa sera, gli altri apostoli gli testimoniarono che avevano visto il Signore. Tommaso non gli credeva. Prima di considerare il fatto che Tommaso non credeva alla loro testimonianza, cerchiamo di capire qualcosa di lui dal racconto biblico. Troviamo due brani che parlano di lui nel Vangelo di Giovanni. Nel primo di questi brani, Gesù aveva appena ricevuto la notizia della grave malattia di Lazzaro. Annunciò ai discepoli che dovevano tornare alla città in cui abitava Lazzaro. Visto che i capi dei Giudei stavano cercando di uccidere Gesù, e che Lazzaro abitava vicino a Gerusalemme, era pericoloso tornare là. Tommaso era molto devoto a Gesù, però era anche pessimista, e perciò immaginava il peggio. Sentendo la notizia che Gesù voleva tornare in Giudea, presumeva che Gesù sarebbe stato ucciso, ma era pronto a morire con lui, come leggiamo in S.Giovanni cap.11:16 “Allora Tommaso, detto Didimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi, per morire con lui!»” (Giovanni cap. 11:16 ) Vediamo qua che Tommaso era pessimista. Troviamo un altro brano che ci mostra qualcosa di lui in Giovanni cap.14, che racconta l’insegnamento di Gesù agli Apostoli la sera prima della crocifissione. Gesù aveva annunciato che stava per andare in cielo, ovvero, nella casa del Padre. Disse loro che conoscevano la via. Leggiamo la risposta di S.Tommaso, nel versetto 5. “Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?»” (Giovanni 14:5 ) Questo suo commento rivela un uomo pieno di dubbi, uno che ha difficoltà ad accettare quello che a lui sembra impossibile. Ora, capendo un po’ di più il carattere di Tommaso, consideriamo il fatto che egli dubitava della risurrezione di Gesù. Tommaso non era stato con gli altri la domenica sera quando avevano visto Gesù, e quindi non aveva ricevuto la pace che loro avevano ricevuto da Cristo. Non credendo ancora nella risurrezione di Gesù, Tommaso non aveva la grande gioia di cui gli altri apostoli godevano. Perciò, Tommaso era un uomo veramente povero di spirito. Lui si trovava in quella terribile condizione descritta in 1° Corinzi cap.15:19. In quel brano, l’apostolo S.Paolo parla di come sarebbe se non ci fosse la risurrezione. “Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini.” (1° Corinzi 15:19 ) Tommaso, non credendo ancora nella resurrezione di Gesù Cristo, era l’uomo più misero fra tutti gli uomini. Aveva posto la sua speranza in un uomo che per quanto sapeva lui, era morto. Nonostante gli altri apostoli gli avessero testimoniato di aver visto Gesù, egli rifiutò tassativamente di crederci. Voglio notare attentamente quello che Tommaso dice nel verso 25. “Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».” (Giovanni 20:25 ) Tommaso stava ponendo le sue condizioni, che dovevano essere soddisfatte prima di poter credere che Gesù era veramente risuscitato. In realtà, stava ponendo condizioni a Dio. Amici, in realtà, questo era un peccato. Non spetta all’uomo di porre condizioni a Dio. In questo caso, come vedremo, Dio ha avuto misericordia di Tommaso. Però, sarebbe anche potuta andare in modo molto diverso, infatti, molto spesso, chi si comporta così, si trova lontano da Dio. Gesù si rivela a Tommaso Nel piano di Dio, Tommaso, essendo un Apostolo, doveva essere un testimone oculare del Cristo risuscitato. Gesù lo aveva già scelto come Apostolo, e quindi, il fatto che Gesù apparve a Tommaso dopo questo avvenimento, non era dovuto alle condizioni stabilite da Tommaso, ma al piano di Dio già prestabilito. Leggiamo ciò che accadde la domenica successiva. “26 Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 27 Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e vedi le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». 28 Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!» 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»” (Giovanni 20:26-29 ) Gesù aspettò una settimana prima di apparire di nuovo ai discepoli. Quindi, il fatto che Tommaso non aveva creduto alla chiara testimonianza degli altri discepoli, gli fece passare una settimana terribile, di tristezza, quando invece avrebbe potuto avere gioia. Ogni volta che manchiamo di fede in Dio, perdiamo la pace e la gioia di Dio. Comunque, la domenica successiva, i discepoli erano di nuovo in casa, e questa volta, Tommaso era con loro. Questo faceva parte del sovrano controllo di Dio. Di nuovo, come la domenica precedente, Gesù apparve in mezzo a loro, nonostante le porte fossero chiuse. Di nuovo, Gesù mandò su di loro la sua pace, la pace che solamente Dio può dare. Poi, Gesù si rivolse direttamente a Tommaso. Gesù non era stato fisicamente presente quando Tommaso aveva detto agli altri discepoli ciò che lui richiedeva prima di poter credere che Gesù era risuscitato, però, Gesù sapeva esattamente le parole che lui aveva detto. Dio sa tutto quello che l’uomo fa, dice, e pensa. Dio conosce perfino quello che è nascosto nell’intimo del cuore dell’uomo. Perciò, Gesù, essendo Dio, sapeva esattamente quello che Tommaso aveva detto. È buono per noi ricordare che Dio sa tutto di noi. Rivolgendosi a Tommaso, Gesù gli diede un comandamento. Leggiamo il verso 27 “Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e vedi le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente».” (Giovanni 20:27 ) Se confrontiamo quello che Tommaso aveva detto, con quello che Gesù gli comandò di fare, vediamo che Gesù gli diede piena risposta per ognuna delle sue condizioni. Tommaso aveva detto: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi”, e Gesù gli comandò: vedi le mie mani. Tommaso aveva detto: “Se non metto il mio dito nel segno dei chiodi”, e Gesù gli comandò: “porgi qua il dito”. Tommaso aveva detto “se non metto la mia mano nel suo costato”, e Gesù gli comandò “porgi la mano e mettila nel mio costato”. Tommaso aveva anche detto: “se non faccio tutto questo, io non crederò”. Allora Gesù, dopo avergli comandato di vederlo e di toccarlo, per dimostrargli che era veramente Lui, gli comandò: fai queste cose, e non essere incredulo, ma credente. In realtà, Gesù stava riprendendo Tommaso. Tommaso, essendo stato incredulo quella settimana, aveva mancato delle preziose benedizioni. Ora, Gesù veniva incontro alla fede debole di Tommaso, perché anche Tommaso doveva essere un testimone oculare che aveva visto Gesù risuscitato. Però, avrebbe avuto una benedizione maggiore se avesse creduto alla chiara testimonianza degli altri discepoli. E dopo, avrebbe comunque visto Gesù risuscitato, in quanto questo era nel piano di Dio per lui. la reazione di Tommaso Quella domenica sera, quando Gesù apparve anche a Tommaso, lui, vedendo Cristo, ricevendo la pace di Dio, e avendo queste chiare prove davanti ai suoi occhi, credette pienamente nella risurrezione di Cristo. Però, per mezzo dell’opera di Dio nel suo cuore, andò oltre, ed arrivò anche a capire che Gesù Cristo è veramente Dio. Ascoltiamo la dichiarazione di Tommaso, nel verso 28, dopo che Gesù gli ebbe detto di credere. “Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!»” (Giovanni 20:28 ) Tommaso riconobbe la piena divinità di Gesù! Ricordiamo che i Giudei, e tutti gli Apostoli poiché erano Giudei, sanno che esiste un solo Dio. Quindi, attribuire ad un uomo gli attributi di Dio era impensabile per un Giudeo. Eppure, Tommaso, senza esitazione, chiamò Gesù Dio suo. Dio aprì gli occhi di Tommaso, in modo che riconoscendo che Gesù era veramente risuscitato, riconobbe anche che Gesù è anche veramente Dio! Tommaso riconobbe la verità che chi ha visto Gesù, ha visto il Padre. Ora, per Tommaso, tutti i miracoli che Gesù aveva compiuto avevano un chiaro senso. Ora, Tommaso capiva perché Gesù era capace di controllare il vento e le onde del mare, e capiva perché riusciva a guarire le malattie, e perfino a risuscitare i morti, e come poteva moltiplicare il pane e il pesce, e come poteva perdonare i peccati. Inoltre, Tommaso capiva perché Gesù aveva il potere, come Egli aveva annunciato loro, di deporre la propria vita per riprenderla poi. Gesù poteva fare tutto questo perché Gesù è il SIGNORE, Gesù è pienamente Dio. Ora Tommaso sapeva questo, e accoglieva Gesù come suo Dio. Infatti, tutti gli Apostoli accolsero Gesù come Dio. È l’unico modo di accogliere Gesù. Anche oggi, solamente chi accoglie Gesù nella propria vita come Signore e Dio crede veramente in Gesù. Chi può essere beato oggi Consideriamo ora la risposta che Gesù diede a Tommaso a questo punto. Avremmo potuto immaginare che avrebbe detto qualcosa di molto positivo a Tommaso, visto che Tommaso Lo aveva riconosciuto come Dio. Invece, in realtà, Gesù mette in evidenza che Tommaso aveva mancato della fede che avrebbe dovuto avere. Leggiamo il verso 29. “Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»” (Giovanni 20:29 ) Certamente, Tommaso era arrivato a comprendere una verità meravigliosa, cioè, che Gesù è pienamente divino. Però, Gesù gli fece chiaramente capire che la sua fede era stata troppo debole, e perciò, aveva mancato di una benedizione. La fede di Tommaso era una fede debole. Invece, la persona veramente beata è chi ha una fede più forte, che confida in Dio. In realtà, tutti noi poniamo fede in altre persone, senza chiedergli prove, perché basiamo la fede nel carattere della persona stessa. Chi fra di noi non ha fede, quando un amico stretto, di fiducia, gli dice qualcosa? Se un amico stretto ti dice che c’è uno sciopero dei treni, vai alla stazione comunque per prendere il treno? Se un amico ti dice che sta per andare in centro, e che ti porterà con sé, perché sa che hai bisogno di un passaggio, esiti forse ad accettare un passaggio da lui perché non hai chiare prove che lui ti porterà veramente in centro? Se qualcuno che conosci bene ti dice che è appena stato in America, o a Milano, o a Roma, in qualche altro posto, non gli credi senza chiedergli tante prove tangibili di ciò che dice? Certamente abbiamo fede in tutti questi casi, non in base alle prove, ma in base al carattere della persona che ci testimonia di qualcosa. In realtà, abbiamo fede senza chiedere chiare prove anche in tanti altri casi. Se compri qualche cibo in un contenitore chiuso, tipo una lattina o un barattolo chiuso, non sei certo che quando aprirai il contenitore, troverai quello che è scritto sull’etichetta? Oppure, quando lo apri, dubiti finché non hai fatto fare delle analisi di laboratorio, per assicurarti che sia veramente il prodotto che è scritto sull’etichetta? Amici, abbiamo fede in tante persone, crediamo a tante cose, e a tante persone, senza dover vedere le prove con i nostri occhi. Non credere alla parola di qualcuno senza avere le prove, è un modo di dire che non ci fidiamo della parola di quella persona. Credere qualcosa solamente dopo che abbiamo avuto tutte le prove, vuol dire non avere fede nella persona. Allora, quando rifiutiamo di credere alle prove e alle testimonianze che Dio ci dà, e chiediamo ancora più prove prima di essere disposti a credere, stiamo offendendo Dio. Ecco perché Gesù non lodò Tommaso per la sua fede, ma piuttosto, gli spiegò che coloro che credono senza vedere saranno benedetti veramente della sua benedizione. Beati quelli che non hanno visto, e credono. In altre parole, beati tutte quelle persone nella storia che pur non potendo vedere Gesù risuscitato fisicamente con i loro occhi, credono, per mezzo della testimonianza che Dio ci ha lasciato. Pochi hanno visto Gesù Quante persone hanno visto Gesù risuscitato? Dopo la risurrezione di Gesù, Egli fu visto da circa cinquecento persone, come l’Apostolo S.Paolo ci dichiara in 1° Corinzi cap.15. In questo brano, Paolo menziona che Cristo apparve anche a lui, sebbene del tempo dopo la risurrezione. “3 Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; 4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; 5 che apparve a Cefa, poi ai dodici. 6 Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. 7 Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; 8 e, ultimo di tutti, apparve anche a me, come all’aborto”, citando se stesso (1° Corinzi 15:3-8 ) Circa cinquecento persone hanno visto Gesù dopo la risurrezione, prima che fosse ritornato in cielo. Visto che Dio aveva predestinato Paolo ad essere un Apostolo, ed era necessario che gli apostoli fossero testimoni oculari di Gesù risorto, Gesù dopo apparve anche a Paolo. Però, da allora, Gesù è in cielo, alla destra del Padre, e sulla terra c’è lo Spirito Santo. Tutti coloro che credono in Gesù da allora fino ad oggi, devono credere in Gesù senza vederlo fisicamente. Era necessario che gli apostoli fossero testimoni oculari del fatto che Gesù è veramente risorto, affinché per mezzo della loro testimonianza, gli uomini di tutti i secoli potessero credere in Cristo, pur senza vederLo personalmente. Infatti, oltre a quelle cinquecento persone, tutte le persone nella storia che hanno creduto in Gesù Cristo per la salvezza, hanno creduto senza vederLo personalmente. Vediamo un chiaro esempio di questo quando Pietro parla del fatto che i credenti a cui scriveva credevano in Cristo senza averLo visto. Vi leggo 1° Pietro cap.1:6 “6 Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, 7 affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo. 8 Benché non l’abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, 9 ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.” (1° Pietro 1:6-9 ) Notiamo particolarmente il verso 8: “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa” La fede in Cristo è una fede fondata sulla testimonianza che Dio ci ha lasciato tramite gli Apostoli. Non è fondata sull’aver visto Gesù personalmente. Quindi, beati coloro che credono senza vedere Cristo. Infatti, l’unico modo di credere è per fede, credendo alla Parola che Dio ci ha lasciato. Ricordiamo sempre che Dio ci ha lasciato una parola sicura e chiara. Abbiamo la testimonianza degli Apostoli, e poi, alla loro testimonianza, Dio ha aggiunto anche la sua testimonianza. Leggiamo in Ebrei cap. 2. “1 Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse. 2 Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, 3 come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunziata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, 4 mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con distribuzione dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.” (Ebrei 2:1-4) Questo brano ci aiuta a capire che per confermare la testimonianza degli Apostoli, Dio aggiungeva alle loro parole segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere, e con distribuzioni dello Spirito Santo. In altre parole, quando gli Apostoli cominciavano a predicare il Vangelo, e quindi anche la risurrezione di Gesù, Dio operava miracoli e prodigi tramite loro, per confermare che la loro parola era vera ed era da Dio. Leggiamo un esempio di questo in Atti 19, che parla del ministerio di S.Paolo, quando era ad Efeso. “10 Questo durò due anni. Così tutti coloro che abitavano nell’Asia, Giudei e Greci, udirono la Parola del Signore. 11 Dio intanto faceva miracoli straordinari per mezzo di Paolo; 12 al punto che si mettevano sopra i malati dei fazzoletti e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie scomparivano e gli spiriti maligni uscivano.” (Atti 19:10-12 ) Dio operava miracoli e segni anche tramite gli altri Apostoli, per aggiungere la sua testimonianza alla loro. È utile notare che dal racconto biblico, sembra chiaro che c’erano molti più miracoli proprio all’inizio della predicazione degli Apostoli, e che ben presto, non ce ne erano più. I miracoli servivano all’inizio per confermare la testimonianza degli Apostoli. Poi, una volta che il Nuovo Testamento fu scritto, non servirono più i miracoli. La prima generazione di ascoltatori aveva solamente la parola verbale degli Apostoli. Non tutti potevano conoscere gli Apostoli personalmente. Quindi, i miracoli avevano un’importanza notevole. Invece, da quando Dio ha ispirato il Nuovo Testamento, ogni generazione ha tutto quello che serve per avere fede in Cristo, leggendo le prove e le testimonianze che troviamo scritte nella Bibbia. il senso delle parole di Gesù a Tommaso Torniamo ora alle parole di Cristo a Tommaso. Leggiamo ancora il verso 29, e poi consideriamo il loro senso. “Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»” (Giovanni 20:29 ) Il senso di quello che Gesù dice qua è: Tommaso, tu, essendo stato scelto come Apostolo, hai potuto vedermi. Però, hai mancato una benedizione. Tu avevi sentito dagli altri Apostoli che ero risuscitato. Hai avuto tanti testimoni oculari che ti avevano confermato di avermi visto con i loro occhi. Io ti avevo annunciato prima della croce che sarei stato risuscitato. Tu, non credendo finché non mi hai visto e mi hai toccato, rifiutando la chiara testimonianza che ti ho provveduto tramite loro, hai mancato una benedizione. Beati coloro, in tutti i secoli a venire, che pur non potendo vedermi fisicamente, crederanno, in base alla testimonianza di voi che mi avete visto, che sarà poi scritta nella Bibbia. Come questo si applica a noi oggi Fermiamoci a considerare come questo si applica a noi oggi. Noi abbiamo la Bibbia, quindi, noi abbiamo sotto mano la chiara testimonianza degli Apostoli di Gesù, la testimonianza della sua vita, della sua morte, e della sua risurrezione. Quella prima generazione era limitata a poter ascoltare gli Apostoli solamente quando un apostolo si trovava nel loro paese. Invece noi oggi, tramite le Scritture, possiamo leggere e rileggere la testimonianza ispirata da Dio volta dopo volta, in qualsiasi momento, tutti i giorni. Non solo, ma abbiamo tante chiare conferme che Dio mantiene sempre la sua parola. Abbiamo parlato prima del fatto che è naturale fidarci di persone che conosciamo, quando vediamo che sono affidabili. Quanto di più possiamo fidarci totalmente di Dio. Quando perciò ci troviamo in una situazione difficile, o una dura prova, e non sappiamo come Dio provvederà una soluzione o la sua grazia, non dobbiamo dubitare, come se fosse necessario vedere la sua cura prima di godere la sua pace. Basta credere alla chiara parola di Dio, e possiamo già godere la pace di Dio, prima ancora di sapere come Egli avrà cura di noi. Questo perché Dio ci ha dato la sua parola che Lui non ci lascerà e non ci abbandonerà. Dio ci ha dato la sua parola che Lui non permetterà che siamo provati oltre le nostre forze. Abbiamo la chiara promessa che tutte le cose cooperano per il bene di coloro che amano Dio. Abbiamo la promessa che Dio ha iniziato un’opera in noi, e la porterà a compimento. Abbiamo tante altre preziose promesse. Avendo tutte queste promesse, non pecchiamo come Tommaso, dubitando di Dio, rifiutando la sua pace finché non vediamo la sua cura con i nostri occhi. Invece, viviamo per fede, fede che Dio mantiene sempre la sua parola, e sa quello che sta facendo in noi. Ricordiamo come Tommaso si sentì inutilmente miserabile per una settimana, perché aveva rifiutato di credere la chiara testimonianza degli altri Apostoli. Ogni volta che noi rifiutiamo di credere al chiaro insegnamento della Bibbia, ogni volta che non ci fidiamo di Dio, manchiamo la gioia e la pace di Dio inutilmente. Quanta sofferenza inutile abbiamo. Dio ci offre così tante benedizioni, ma molto spesso, le manchiamo perché la nostra fede è debole. Camminiamo per fede! Impariamo dallo sbaglio di Tommaso. Accettiamo la testimonianza che Dio ci ha già dato, nel nostro caso, nella Bibbia. Non restiamo nel dubbio, ponendo le nostre condizioni prima di credere. Facciamo parte anche noi di quei credenti beati, che credono alla Parola di Dio, senza vedere, fidandoci della fedeltà di Dio. Dio è fedele, e mantiene sempre la sua Parola. Grazie a Dio per un Dio così! Cordialmente, Antonio.
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

apungi1950EremoDelCuorelogenurlagattaio0undolceintrigo24ZITTI_EXEgitano_lsdgoccia781alf.cosmosLSDtriples_malheurs_de_la_vsanfilippo.sara84lubopoxxx.kkkfra67c
 

ULTIMI COMMENTI

guarda che anche venerare la madonna è un atto di...
Inviato da: lesbicasaffo
il 10/05/2015 alle 17:50
 
ma quale potenza della madre, che manco fa parte della...
Inviato da: lesbicasaffo
il 10/05/2015 alle 17:48
 
Gesù insegna che dai frutti si conosce l'albero ma,...
Inviato da: emilia maria
il 15/09/2014 alle 17:18
 
ciaooooooooo
Inviato da: zelota1
il 21/07/2014 alle 14:14
 
DEO GRATIAS
Inviato da: anna1564
il 21/04/2014 alle 01:20
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963