Creato da Lucedoriente23 il 18/09/2007

Lucedoriente

L'oasi di Luce

 

PREGHIERA CELTICA

Possa la strada 
venirti incontro...
Possa il vento 
sospingerti dolcemente...
Possa il mare 
lambire la tua terra
e il cielo coprirti di benedizioni...
Possa il sole
illuminare il tuo volto
e la pioggia scendere lieve
sul tuo tempo...
Possa l'essenza di ogni cosa
tenerti nel palmo
della sua mano
fino alla prossima volta
che ci incontreremo...

 

MEDITAZIONE TAOISTA

  Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza
  Smetti di ascoltare e sentirai la verità
  Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare
  Non cercare il contatto e troverai l'unione
  Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito
  Sii delicato e non avrai bisogno di forza
  Sii paziente e compirai ogni cosa
  Sii umile e manterrai la tua integrità                                          

 

IL CANTO DEL LAMA

Possa lo Spirito elevarsi
il Cuore e i Sensi risvegliarsi
e la Mente arrendersi e annullarsi

ChristmasCandlebyainabarad.gif Christmas Candle by ainabarad image by giants29

Longevity Symbol Chinese Calligraphy Painting

 

PACE


Solo chi è in pace
con se stesso
conosce la vera pace
e può diffonderla nel mondo

 

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« La consapevolezza di MartinaSiamo pura energia! »

NO, NON E' UNA FESTA, ma...

Post n°126 pubblicato il 07 Marzo 2010 da Lucedoriente23
 

L’8 marzo non è una festa.
Le origini della Giornata Internazionale della Donna, sono piuttosto controverse.
C’è chi dice che sia stata istituita dall’Assemblea dell’ONU per ricordare le 129 operaie, in gran parte italiane e di origini ebraiche, morte nell’incendio della Cotton di New York,  l’otto marzo del 1908.
E chi scrive che fu istituita a Copenaghen, il 29 agosto del 1910, nel corso della conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, in ricordo del grande sciopero delle lavoratrici tessili di New York, al quale parteciparono 30 mila donne, l’otto marzo del 1848.
Altre fonti affermano che fu Rosa Luxemburg a proclamare la Giornata Internazionale di Lotta.
In ogni caso, questa Giornata non è una festa. Ma se non è una festa, che cos'è?
È una giornata di lotta, di riflessione, di provocazione.
  
E'
un GIORNO DELLA MEMORIA!
Quindi perchè non ricordarlo?

E oggi, per ricordarlo, voglio qui queste parole della Rodotà.
Perchè mi ci ritrovo. A parte un dettaglio:
è un problema mondiale, non soltanto italiano!
NE' VELINE, NE' VELATE!

R
IVOGLIO LE ODIATE MIMOSE
Per dire: «Sono donna, sono arrabbiata, di questa Italia misogina non ne posso più»
E s
e ci riprendessimo le mimose? Se domani, 8 marzo, andassimo in giro col mazzetto giallo? Non più come regalino paternalistico, da «buona festa, care cocche». Come segno di protesta riconoscibile. Magari appuntate alla borsa, o sul bavero tipo suffragette (se non ci fossero state non andremmo a votare, in effetti); o anche tra i capelli (tipo figlie dei fiori, che hanno i loro meriti; certo è più adatto alle nipotine della Summer of Love che alle nonne). Così, a chi chiede «perché hai una mimosa puzzolente sulla giacca a vento?», si potrebbe rispondere: «Sono donna, sono arrabbiata, di questa Italia misogina non ne posso più». Senza timore di sembrare ridicole.
Le donne, per i loro diritti, hanno sempre dovuto combattere. E ogni volta sono state ridicolizzate. Si cercherà di ridicolizzare anche questo 8 marzo,sicuro. Ci saranno fesserie in tv e frasette politiche di circostanza. La maggioranza delle femmine lo ignorerà, o andrà stancamente con le colleghe in pizzeria.
Ma non è il momento di essere stanche. Anche se, dopo un anno che avrebbe demotivato Betty Friedan-Simone de Beauvoir-Emmeline Pankhurst (leader delle suffragette di cui sopra), sono in tante a liquidarlo: «No, l’8 marzo no, non siamo patetiche». Patetiche lo siamo già.
In mondovisione, grazie alla nostra velinizzazione virale e alle imprese del premier.
GIORNATA DELL'ORGOGLIO FEMMINILE - Nella rappresentazione dei nostri media.
Nella vita quotidiana, al lavoro e in casa. Ci sentiamo patetiche perché ci danno valore solo in base all’età, all’aspetto e all’acquiescenza. Ma anche il dismettere la festa delle donne in quanto concessione a un genere minore (tipo Giornata del Cane), a questo punto è un segno di acquiescenza. Bisognerebbe ammettere quanto terreno abbiamo perso; dire che quasi tutte sono, in qualche modo, discriminate. E rendere questo 8 marzo una giornata dell’orgoglio femminile. Con i mezzi che abbiamo; con un simbolo comprensibile, quelle mimose che per anni ci hanno mandato in bestia. Quando le trovavamo sulla scrivania, omaggio di qualche capo meno femminista di Fabrizio Corona. Quando le regalava un fidanzato fedifrago o un’amica scema. Recuperarle ed esibirle sarebbe una civile riappropriazione dello spazio pubblico. Di quello reale, non virtuale: in troppe passiamo il tempo a discuterne online, a firmare tra noi appelli sui social networks con titoli come «Io non considero normale». Sarebbe ora di mostrare l’anormalità a chi passa per strada, a chi lavora con noi, a chi pensa che un Paese di donne annientate sia normalissimo e soprattutto comodo; per i maschi. Sarebbe ora di provarci e di contarci; non perché siamo donne, perché essendo donne ci siamo stufate.
Perché per smettere di sentirci annientate dovremmo prima diventare, come dicono le nostre ragazzine, «fomentate» (vogliamo che crescano con questi modelli femminili? Con questi esempi di carriere donnesche? Come potenziale merce un tanto al chilo? Meglio il fomento, o come scrivono loro, il fomentooo; e buon 8 marzo a tutte).
(
Maria Laura Rodotà)

www.amicinellacultura.org
 

 
 
 
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PER MUKHTAT MAI



Simbolo di un'emancipazione
fallita, in realtà dove la metà
della popolazione, quella non
violenta che non imbraccerà
mai le armi per difendere i
suoi diritti calpestati, è
destinata a soccombere.

 

IO DONNA

 

FRIDA

 

 

BERTHE

 

 

TAMARA

Tamara de Lempicka em seu estúdio, em 1924
«Avevo un principio:
non copiare mai.
Crea uno stile nuovo,
colori chiari, luminosi;
scopri l'eleganza nascosta
nei tuoi modelli.»

 

ARTEMISIA

 

GEORGIA

Georgia O'Keeffe American, 1887-1986 Red Hills with Flowers


"Georgia con il suo puro profilo contro il legno scuro delle pareti, calma e luminosa, con i capelli dritti e neri raccolti in un nodo sulla nuca, le mani forti e bianche, che toccavano e sollevavano tutto, perfino un uovo sodo, come se fosse un essere vivente, mani lente e sensibili che uscivano dal vestito bianco e nero, sempre bianco e nero. "  (Doroty Brett)

 
 







 
 
 

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