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La Resilienza del Runner

Post n°78 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da LyonRun

LA RESILIENZA DEL RUNNER

 

 

Si definisce resilienza la capacità  di resistere alle frustrazioni dell’allenamento, allo stress delle gare e in generale alle difficoltà della vita. Tale capacità permette di elaborare risposte adeguate e flessibili di adattamento a situazioni nuove o vissute come tali, in particolare se traumatiche. In questa prospettiva, la resilienza si configura come un processo che permette la ripresa di un sano sviluppo dopo un evento traumatico e nonostante la presenza di situazioni sfavorevoli. Possiamo affermare che la resilienza rappresenta per la psiche quello che il sistema immunitario è per il corpo: un efficace sistema di difesa. In generale il podista resiliente possiede le seguenti caratteristiche: attitudine a orientarsi verso l’allenamento, invece che ripiegarsi su se stessi; capacità di attribuire significati nuovi alla CORSA ; propensione a ricercare strategie creative di fronte alle difficoltà.

 

I fattori proattivi comprendono tre dimensioni: dimensione biologica (risorsa della personalità), dimensione psicologica (esperienza di attaccamento sicuro, autostima e autoefficacia, attitudine ad apprendere dall’esperienza), dimensione sociologica (importanza delle relazioni familiari, amicali, presenza di rete di relazioni formali e informali nel club podistico).

 

In sintesi il runner resiliente tende ad affrontare i problemi in modo costruttivo e non subisce gli avvenimenti lasciandosi condizionare dall’ambiente e dalle esperienze vissute nel passato. Promuovono la resilienza diversi fattori che si basano su stile di vita sano ed educativo tale da favorire la stima di sé, allenarsi bene seguito da un allenatore, la curiosità di apprendere dall’esperienza, lasciando spazio al cambiamento nella consapevolezza di essere protetto. Essere un runner resiliente non significa essere invincibile e infallibile, ma essere duttili e flessibili, accettando di sbagliare con la coscienza di poter rivedere e correggere le proprie azioni ed i propri allenamenti. Essere forti non significa non avere limiti podistici, bensì essere in grado di accettarli con equilibrio e allenarsi bene con divertimento integrandoli nel sé e nella propria vita podistica. E’ possibile accrescere la resilienza sia individualmente sia rispetto al gruppo con un allenamento personalizzato. In quest’ottica assume una particolare importanza il ruolo del Trainer. Per un runner principiante avere accanto un Trainer che sappia accettarlo e valorizzarlo, significa acquisire un livello di preparazione e autostima sufficientemente solido da affrontare con fiducia le avversità che si presentano nel corso della vita podistica. Avere a disposizione una persona esterna alla famiglia con la quale confrontarsi e riflettere, ragionare, discutere in modo equilibrato, significa acquisire una capacità di analisi che favorisce la crescita personale e podistica ed aumenta l’autonomia di giudizio.

 

Se tiene conto delle caratteristiche individuali di ogni runner , un bravo Trainer ha dunque la possibilità di far emergere le potenzialità di ognuno dei runners iscritti al club; questo, però, comporta l’assunzione di una grande responsabilità perché l’esperienza dei runners è fortemente influenzata dalla personalità del Trainer e, soprattutto, dalle sue capacità relazionali, prima ancora di quelle tecniche. Il Trainer viene facilmente eletto a modello di identificazione dai suoi runners perché possiede molte caratteristiche che lo rendono idoneo a questo ruolo; infatti è un adulto che appartiene ad un contesto extrafamiliare, che ha qualcosa da insegnare di importante, che condivide con loro le ore di allenamento, che esalta successi e rielabora con loro gli insuccessi podistici.

 

Questo processo di identificazione tende a far si che il runner principiante o giovane, che abbia una precaria identità ed è ancora dipendente dalle considerazioni e dai riscontri dei runners più esperti di riferimento, possa rinforzare la propria autostima sulla base della fiducia su di lui risposta.

 

 

Quello che pensa e afferma il Trainer può determinare l’immagine che il runner costruisce di sé.

 

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