c è nel tuo dorso
e nella stretta dai fianchi nella vita
uno struggimento della mano
come di ciò che non possiederò
nell iterazione
conto ed inseguo il limite del dono
e dell offerta
che mille volte stanca
ti lasci violata e sazia e appacificata
e tutta la carne sfatta
e tu sfiancata
e ti guardi dormire e i capelli sulla spalla
tu non sei mia
quale il rosso ed il viola
che il tramonto colma per i cieli
quale una musica che si perde
appena l orecchio ascolta e se ne gode
quale ogni cosa è fugace
dura nel presente e poi scompare
se ti mangiassi
sì che scompaia nel mio corpo
e ti tenessi intera
e nel mio ventre ingordo te serrata
e vivo
lo spàsimo che mi detta le bestemmie
oh
se ti mangiassi
e torno
nel buio a tenerti stretta
avvinta e nuda la man che ripercorre
il dorso e la stretta che sale su dai fianchi
nella vita
e gli arabeschi che schiudono le cosce
e fan balzare i seni
come ogni volta come ogni volta
quale la bocca
che si abbevera al suo fiume
e non lo beve tutto e l acqua fugge
ed anche se la bevesse tutta
disperata
anche se la bevesse tutta
non possederebbe
il fiume
Inviato da: luisasogna
il 05/10/2009 alle 13:29
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il 04/10/2009 alle 21:47
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il 24/07/2009 alle 23:31
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il 24/07/2009 alle 20:57
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il 21/07/2009 alle 17:34