MEDITERRANEO

 MILANO - Passare oltre la bufera, facendo più o meno finta che non sia successo niente, e riprendere subito la corsa verso lo scudetto numero 16. Dopo 24 ore a dir poco caotiche successive all'eliminazione dalla Champions League, Roberto Mancini ha diretto l'allenamento del pomeriggio da tecnico non più dimissionario. Il suo annuncio di addio postdatato è rientrato dopo il chiarimento avuto con Massimo Moratti, la squadra si è ritrovata di nuovo davanti un allenatore auto-reintegrato nelle sue piene funzioni e così hanno avuto ragione quei giocatori che non avevano mai davvero creduto alle sue parole di martedì sera. E' chiaro che la situazione è temporanea, nel senso che a fine stagione verranno fatti di nuovo i conti e si capirà davvero chi avrà vinto e chi avrà perso in questa bizzarra vicenda, tipicamente nerazzurra. Mancini ha compreso di aver sbagliato tempi e modi del suo annuncio, ha chiesto alla squadra di scordarsi quanto successo e di vincere ancora insieme, ma la sua permanenza all'Inter ora non dipende solo dalla sua volontà ma anche da quella di un Moratti decisamente arrabbiato per una storia che si sarebbe volentieri risparmiato, a maggior ragione a così poca distanza dalla festa per il Centenario.

"E' stato un modo di sfogarsi sbagliato", ha sottolineato anche oggi il presidente nerazzurro che salirà probabilmente sabato ad Appiano Gentile per ribadire ai giocatori che lo scudetto non va assolutamente perso. Mentre Mancini, intervenuto a una trasmissione di Sky, ha ribadito il suo pentimento: "Tornassi indietro, non rifarei quella dichiarazione perché non è quello che penso, anche perché all'Inter ci tengo. Non é stata premeditata, assolutamente". "Ai giocatori - ha aggiunto - ho detto che ho parlato col presidente, che era tutto a posto e che purtroppo per loro dovranno sopportarmi per altri quattro anni". Mancini ha spiegato che "l'eliminazione è stata un'amarezza in più " ma non è stata la motivazione decisiva del suo annuncio: "Credo che un allenatore - ha spiegato - dopo un po' di tempo ha anche bisogno di sentire se la fiducia è sempre la stessa, ogni tanto ci vuole. Un po' di pensieri che uno accumula, accumula, poi a un certo punto magari sbagliando possono uscire cose che poi, ripensandoci, non si direbbero". Stuzzicato dal suo amico Gianluca Vialli, Mancini ha detto di voler rimanere all'Inter "per vincere il campionato e continuare a vincere. Chi prenderei dopo di me? Eh, tra quattro anni c'é tempo, non lo so". Anche la squadra è determinata a raggiungere lo scudetto, ma deve migliorare uno stato di forma che l'ha vista vincere una sola delle ultime sei partite giocate tra campionato e Champions. Palermo, Genoa e Juventus sono le tre avversarie della settimana prima di Pasqua, con due partite in casa e la trasferta di Genova, e nessuno ha intenzione di mollare uno scudetto che solo l'Inter può perdere. Per questo, non è momento di processi e polemiche. I conti si fanno alla fine, e sarà solo Moratti a farli.