Creato da brasilianis il 02/11/2008
Messaggi dagli Spiriti Amici e psicografate dai medium
 

 

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CURA DI DIVALDO FRANCO

Post n°310 pubblicato il 19 Dicembre 2018 da brasilianis
 

Io ero senza voce. Il collo gonfio, dolori insopportabili come aghi. Andai la sera con gli amici, Arnaldo Rocha, scomparso da un po ', José Martins Peralva, Carlos Cavalcanti, etc. E quando arrivammo a Pedro Leopoldo, c’era la folla di sempre, non così grande come negli ultimi tempi, ma molte persone e la bontà incomparabile di Chico Xavier. Arrivò il momento di sederci a tavola perché lui potesse psicografare, mentre noi si davaconferenze su un tema che lui sorteggiava da Il Libro degli Spiriti e dal Vangelo. All'inizio,disse: Divaldo, figlio mio, devo chiederti di parlare il più possibile, ma gli risposi: Non posso, io sono senza voce, sono molto rauco. Luidisse: Fai uno sforzo figlio mio. Chico me lo chiese e allora mi sforzai. Le lacrime scorrevano ma restai saldo. Parlai per due ore. Di solito, non parlo molto. Più tardi, mentre perdurava l’incontro, arrivò un biglietto con un messaggio del dottor Bezerra che mi chiedeva di parlare fino alla fine della riunione, e continuai. Quando finimmo, alle due del mattino, dopo aver letto i messaggi,andammo a casa di suo fratello André Luiz per un caffè con torta di mais. Andavamo per la via e, per il dolore,dissi: Chico, sono così preoccupato di questo e lui mi rispose: Non hai niente, figlio mio, abbi fiducia in Dio. Arrivammo a casa di Giuseppe e prima di colazione Chico disse: Preghiamo per applicare un passe su Divaldo. Ero contento, era quello che volevo, mache non osavo chiedere.Allora, entrammo in una camera che aveva un cassettone, una finestra e sei sedie. Chico Xavier prese una sedia, posta accanto al cassettone, e mi ordinò di sedere alla porta d'ingresso. Andrea, suo fratello,prese una coperta e coprì la finestra in modo che nessun spiraglio permettesse l'ingresso della luce, ma fino ad allora non avevo paura. Quindi, Chico chiese di spegnere la luce, la spensi e lui disse: Prega figlio mio, ed io dico, lui vuole uccidermi, perché non è possibile, ma poi pregai, chiusi gli occhi e pregai, pregai, e sentii. C’era silenzio ed io con gli occhi chiusi in quel buio pesto, improvvisamente sentii una voce femminile: “Divaldo apri la bocca. Lo trovai strano, perché non c’era nessuna donna lì, ma automaticamente aprii la bocca. Poi lei disse:Apri gli occhi. Quando li aprii ero di fronte a una giovane di 16 anni, vestita da infermiera della Seconda Guerra Mondiale, con l'abito lungo, bionda, occhi blu, sorridente. Rimasi stupito. E lei disse: sono Scheilla, Divaldo. E continuò: Vengo acauterizzare la tua gola. Allora, lei mostrò qualcosa di simile a questa penna, che nell’ estremità aveva una luce. A quel tempo non esisteva, ora sì. Lei disse: metterò un poco di radio nella tua gola; farà un pò male. Pensai: un po' nella parola degli spiriti era tre volte una morte, e pensai a come l'uomo non è nato per avere dolore, la donna sì. Ho un amico che dice: Divaldo, Dio è troppo saggio. Se fosse l'uomo a dover partorire, l'umanità sarebbe finita dopo il primo parto, perché mai più lui partorirebbe altro. Quando disse che avrebbe fatto male, chiesi:Un sacco? Rispose: Molto, ma ti farà bene. Apri la bocca. La aprii e lei lo introdusse. Quello fu più o meno adattabile perché bloccò la mia lingua che lei doveva aver spostato ad una estremità e sentii un suono di "psi" e diedi un grido. A quella fitta di fuoco, diedi un urlo nella notte. Lei tolse, sorrise e disse: Metterò di nuovo. Dissi: No, no. Sì, apri la bocca. E di nuovo... Quando lei lo tolse, chiese: Come stai? Risposi: Bene. Era passata tutta la malattia, l'infiammazione, la raucedine e dissi: Impossibile, Scheilla. Quando uscirò da qui troverò che ho avuto un'allucinazione, perché sono molto logico, sono spiritista, ma non credo nelle follie intorno, perché lo spiritista ha buon senso, passa tutto per il vaglio della ragione, perché non è possibile. Voglio che tu mi dia qualcosa per me da tenere e ogni volta che mi verrà l'idea che ho fatto un sogno, una cosa ci sarà lì di fatto. Lei disse di strappare un pezzo della sua cappa. Ne ruppi un quadrato che ho fino ad oggi. E poi dissi: Ma Scheilla... E lei…Cosa desideri? Ho un’amica svizzera a Rio de Janeiro che mi parlava molto di stelle alpine. Io non conoscevo la stella alpina. Solo più tardi con il film The Sound of Music e con i miei viaggi in Austria e Svizzera venni a conoscenza della stella alpina, ma ciò diciamo più di 20 anni dopo. Le dissi: ho un’amica che parla un sacco di stelle alpine. Dal momento che sei tedesca tu conosci la stella alpina? Lei alzò la mano e cominciarono a piovere sulle mie gambe fiori vellutati nella tonalità di bianco...in questa tonalità. Poi presi il fazzoletto e, siccome ero collezionista di viole delle Alpi,vidi le stelle alpine che cadevano come viole. Le raccolsi ed erano umide. Lei domandò: Basta? Basta Scheilla, risposi. Poi tutto terminò e finì la riunione. Fino ad oggi mai più ho avuto una raucedine. Io faccio seminari di un giorno intero e una conferenza serale. Naturalmente la voce si stanca, si usura, ma non ho mai afonia. Da allora, ho custodito per sempre quello chelei mi ha detto quando si congedava: Ogni volta che ti sentirai stanco di parlare divulgando il messaggio di Gesù, pensa a Lui e nel Suo nome verrò in tuo soccorso. Perciò fu un fatto medianico straordinario. Ho ancora oggi i fiori secchi nel mio fazzoletto macchiato.Un amico, Joaquim Alves, mi ha dato una scatola di legno di rosa, realizzata in argento, per custodire questo tesoro, ed è custodito nel nostro museo di spiritismo nella Mansao do Caminho.

 
 
 
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