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ANNA MARIA

Post n°4 pubblicato il 07 Novembre 2007 da sonotristedasempre
 
Tag: vivo

I miei occhi hanno incontrato i tuoi, due pupille grandi e nere. Mi guardavi e io guardavo te. Il tuo viso leggermente ovale e dai lineamenti delicati, luccicava al tiepido sole di novembre ed emanava una luce magica. Le sopracciglia, folte, ma comunque molto femminili, contornavano la parte superiore degli occhi con eleganza e dei ciuffi di capelli cadevano sulla fronte ad aggraziare il tutto. Il naso piccolo, molto fine, sembrava scolpito sulla faccia da una mano delicata che ha saputo centellinare ogni colpo, misurare ogni curva. Le labbra, enfatizzate da un rossetto rosso, risplendevano sul viso roseo mostrando la loro carnosità. I capelli, lunghi e neri, coronavano la testa rendendoti una regina, erano fini e lisci.

Anna Maria non smetto di guardarti, non riesco a convincermi che tanta bellezza sia stata perduta. Chiunque sia l’uomo che ha avuto la gioia di godere della tua compagnia sarà disperato, perso chissà dove a piangere la tua scomparsa. Avevi anche dei figli, si evince dai disegni e dagli scritti qui presenti: resti di un vuoto che nessuno riuscirà mai a colmare. I nostri occhi sono ancora immobili, i miei nei tuoi. Sento una strana calma interiore, mentre mi nutro della tua immagine. Una sensazione piacevole coinvolge il mio corpo nel gioco dei sentimenti, sono attratto da te, dalla tua bellezza; eppure so che non potrò mai averti. Respingo con forza il pensiero angosciante della tua non esistenza, voglio pensarti in giro per il mondo, voglio sperare che sia vero, sperarlo con tutto me stesso, voglio immaginare che un giorno le nostre strade s’incontreranno in un punto qualsiasi dell’universo. Non m’importa né dove, né come, né quando questo avverrà, voglio solo che accada. Il tempo è cosa futile dove ora sei tu, un minuto è uguale a un anno, una vita a un secondo e l’infinito a pochi attimi.

Le ombre si allungano e comincio ad avere un po’ freddo. Così mi stringo in un abbraccio accostando la giacca al corpo per imprigionare un po’ di calore, e ti sento addosso, sei tu che mi scaldi, sei tu che, per pochi istanti, diventi il mio sole. Stretto nella morsa del tuo sguardo, trattengo le lacrime e trovo il coraggio di guardare il disegno fatto da tuo figlio. Ci sono tre persone raffigurate, su ognuna una scritta: papà, io, mamma, in fondo al foglio “per sempre insieme”. E’ difficile restare inerti di fronte a questo messaggio lasciato da un bambino il cui destino è quello di non poter più abbracciare la sua mamma. Tra le tante cose appiccicate sulla tua lapide, mi ha colpito un piccolo foglietto su cui c’è scritto “Il grande bene che proviamo per te riuscirà a sconfiggere anche la morte”. Che grande donna devi essere stata, madre e moglie adorata dal figlio e dal marito ed ora anche da me; un perfetto estraneo che tu hai ipnotizzato con la dolcezza della tua espressione.

Intorno a noi il silenzio sta tornando sovrano a regnare sulle cose. I vocii, delle poche persone ancora presenti in questo luogo di mestizia, si allontanano sempre più e, infine, si confondono con il brusio della natura. Ora riesco a distinguere il cinguettio dei pochi uccelli, che sfidando il freddo sempre più pungente, svolazzano tra gli alberi in cerca d’insetti. Pochi attimi ancora e poi il suono della campanella mi riporterà alla dura realtà, sveglierà dal sonno la coscienza e affiorerà, con durezza, la consapevolezza che tu sei solo una persona morta.

Ormai le ombre si sono perse nell’oscurità, lo sfavillio dei lumini è l’unica testimonianza visiva delle anime tumulate nei tanti loculi di cui si compone questo posto. Lascio dietro di me le ore passate in tua compagnia e porto via il grande calore che hai saputo darmi, nonostante la presenza della morte, tramite la tua bellezza e la mia grande impotenza.

Piango.

 
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Commenti al Post:
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Anonimo il 08/11/07 alle 13:37 via WEB
Povero Maurizio! Sei una persona sensibile, e mi spiace tu viva questa tristezza senza riuscire a trovare uno spiraglio di luce! Spero che presto saprai trovare la forza di uscire da questo momento. Un caro saluto...Sonia
(Rispondi)
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