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Reggio Calabria, 23 giugno 1953 – Baghdad, 4 marzo 2005

 Nell'anniversario di quella tragica giornata, come fa da sette anni, è stata al cimitero a rendere omaggio a Calipari, ''un piccolo contributo'', racconta all'Adnkronos, all'uomo che ebbe un ruolo fondamentale nella sua liberazione. E ricorda il suo impegno a far sì che su questa vicenda, della quale ''i media non parlano più'' si mantenga alta l'attenzione: tra l'altro portando in giro per l'Italia uno spettacolo teatrale, 'Il Viaggio di Calipari', realizzato da Fabrizio Coniglio e Alessia Giuliani, due attori impegnati nel teatro civile, che dopodomani sarà in scena a Genova. ''Un modo per parlarne, non solo in occasione dell'anniversario, con un testo che ripropone quel processo che non è mai stato realizzato''.

''E' certo che quel giorno non posso dimenticarlo, ma bisogna soprattutto continuare a rivendicare il fatto che Nicola avrebbe avuto diritto ad avere un processo - sottolinea - Purtroppo questo non c'è stato e allora proviamo a ricordare queste mancanze, del nostro governo e della nostra giustizia, che ha rinunciato ad avere giurisdizione su un fatto così grave, mentre la rivendica su altri, come sulla vicenda dei marò in India. C'erano tutti gli elementi per giudicare - conclude Giuliana Sgrena - anche se io non penso che Mario Lozano fosse l'unico responsabile''.

Sgrena commenta anche la vicenda della liberazione della cooperante italiana Rossella Urru. ''Sarà anche la coincidenza con quello che è successo a me esattamente 7 anni fa - dice - ma questo rincorrersi di voci non mi piace per nulla. Non vorrei che ci fosse qualcosa di irrisolto o nuove rivendicazioni''. ''Ieri quando è arrivata la notizia da al-Jazeera ho pensato che fosse vera - racconta - perché al-Jazeera ha dei collegamenti tali su queste questioni che se dà una notizia o è vera o comunque serve per avere una risposta. Penso che la liberazione fosse in ballo o che si fosse molto vicini. Ho sperato che fosse così''. E comunque ''c'è un fatto che depone a favore di un esito positivo, ed è che al-Qaeda non ha detto che è tutto falso''. I timori, spiega, sono legati soprattutto alla posizione della Farnesina, che ''non conferma né smentisce''.

''Cosa vuol dire - si chiede la Sgrena - è tutto un po' ambiguo, diverso sarebbe se si dicesse che la notizia è falsa, o che la questione non si è ancora conclusa. In questo caso non sappiamo cosa accade, se chi doveva consegnare Rossella cerca invece di speculare, o se qualcuno potrebbe avere interferito nella trattativa, come successe anche nel mio caso, per guadagnare un po' di soldi. Pochi giorni fa stavo cercando di organizzare un'iniziativa per la liberazione, poi mi hanno sconsigliato. Di fronte a queste cose si ha una sensazione di impotenza, che è una brutta sensazione. Sono questioni molto delicate - conclude - e adesso credo che la cautela sia doverosa''.