Creato da michelamail.m il 13/01/2008

oltre...mè...

"...dicono...che una parola è morta...quando viene detta...io dico... che comincia a vivere...solo allora..."

 

 

« parole nascoste..permettendo.. »

Angina Pectoris

Post n°251 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da michelamail.m

Se qui c’è la metà del mio cuore, dottore,
l’altra metà sta in Cina..
nella lunga marcia verso il Fiume Giallo.
E poi ogni mattina, dottore,
ogni mattina all’alba..
il mio cuore lo fucilano in Grecia.
E poi, quando i prigionieri cadono nel sonno..
quando gli ultimi passi si allontanano dall’infermeria..
il mio cuore se ne va, dottore,
se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul.
E poi sono dieci anni, dottore,
che non ho niente in mano da offrire al mio popolo..
niente altro che una mela
una mela rossa, il mio cuore.
E’ per tutto questo, dottore,
e non per l’arteriosclérosi, per la nicotina, per la prigione,
che ho quest’angina pectoris.
Guardo la notte attraverso le sbarre..
e malgrado tutti questi muri..
che mi pesano sul petto..
il mio cuore batte con la stella più lontana.

Nazim Hikmet

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/MIKI69/trackback.php?msg=11069378

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
omnamahshivaya0
omnamahshivaya0 il 15/02/12 alle 05:58 via WEB
Splendida...leggevo Hikmet proprio stasera. Ti lascio l'augurio di un cuore che batta con perfette aritmie dovute al phatos e all'Amore. un sorriso Michele
 
 
michelamail.m
michelamail.m il 16/02/12 alle 15:11 via WEB
...leggere Hikmet mi pare un ottimo modo per passare un po’ di tempo....grazie a te Michele.
 
boezio62
boezio62 il 23/02/12 alle 00:24 via WEB
Ma voi che ne sapete dell'amore," diceva sospirando il nostro Max quando il discorso cadeva sul tema della passione che il mondo consuma: era quello il segnale che noi tutti aspettavamo per prendere coraggio e chiedergli di raccontare ancora della cotogna venuta da Istanbul, una gran storia d'amore e di morte che si giocò tra Vienna e Sarajevo quando ebbe fine al centro dei Balcani . quella cosa che noi chiamammo guerra e invece fu un imbroglio sanguinoso. E visto che quella era la “sua” storia . e gli toccava parlare di sé, Max cominciava prendendosi in giro, forse per non creare aspettative o magari spezzare l'incantesimo, oppure per combattere, chissà, la nostalgia che gli andava nel cuore. E a quelli che alla fine gli chiedevano . con gli occhi lustri per la commozione, dopo un'ora o anche due di ascolto, per che motivo non l'avesse scritta quella storia che ci mangiava l'anima, rispondeva così: “Perché narrarla . ad alta voce è molto bello. Scrivere è cosa fredda, senza cuore, un miserabile atto di notai, il che va detto,” spiegava, “con tutto .il rispetto per la categoria”. S'infervorava sovente e diceva “Non va letta da soli questa storia, ma raccontata accanto a un fuoco acceso, ad amici, bambini o forestieri; è un mondo perduto pieno di voci . che il vento freddo si è portato via, ma al quale voi potreste ridar vita col suono rotondo delle parole, passando il racconto di bocca in bocca come nelle ballate di una volta”. […] Invece di inforcare gli occhiali - il vetro rigato delle sue lenti avrebbe messo come secoli tra i due -, ne fece a meno per togliere di mezzo ogni barriera tra sé e quella donna . e lasciare l'aria di cristallo a far da telescopio tra di loro. Così scoprì, dal suo modo speciale di sfiorare gli oggetti sulla tavola, una combinazione sconosciuta di sensualità e autocontrollo, di forza contenuta e timidezza, fierezza femminile e devozione, abbinamenti impossibili in Austria, paese che, ahimè, considerava troppo inibito e pieno di complessi per esprimere femmine speciali. […] Altenberg ascoltava affascinato e mentre lei macinava il caffè intuì nel suo viso il portamento . dei cavalieri erranti di Sarmatia, vide le sopracciglia degli armeni ma ben distanziate rispetto al naso; e quando Maša arrivò fin da lui, per porgergli la tazza e la zolletta emanò dalle scapole un profumo così buono che Max si rese conto di essere perduto, e che resistere era insensato, e lui che era un vecchio pesce di mare, improvvisamente sentì il richiamo forte del salmone verso le freddi sorgenti natie. Quando uscì, in silenzio la farina stava cadendo lenta, turbinava sopra i tetti sfondati dalla guerra, sulle tombe, la fabbrica di birra ed i sui pini schierati sul pendio in alto verso la linea del fronte, e quando lei salutò sulla porta Max vide che in un attimo la neve le aveva ingrigito i lunghi capelli; in lei fiutò un impasto balcanico fatto di sangue e miele, di polvere e gelsomini, come le magnifiche donne descritte dal conte Potocki nei suoi lunghi viaggi in Asia Centrale tra i secoli diciotto e diciannove. Scendendo al fiume poi si rese conto che Serajevo era precipitata in un freddo di steppa siberiana e gli unici passanti nelle strade erano inquilini delle macerie che erravano abbaiando nella notte chiusi in branco per farsi compagnia. [...] Fu a quel punto che Max divenne certo che un giorno lei gli sarebbe riapparsa, chissà quando, ma per portarlo via, sarebbe venuta da chissà dove, Caucaso, Urali, o Patagonia, sicuramente vestita di nero, per guidarlo, passo lungo e sicuro verso sud-est, oltre fiumi e montagne, fino al gran passo della Linea d'Ombra. Queste malinconie rimuginò, e poco dopo a diecimila metri aerei si incrociarono lasciando code di volpe argentata nel cielo. […] Gli era difficile quindi capire come quel frutto sgraziato potesse ispirare canzoni appassionate e far guarire persino i malati. Ma un amico, un giorno di gennaio, lo condusse per una buia scala nella sua cantina, gelida e piena di ogni ben di Dio, e lì in un angolo gli scoprì un cesto pieno fino all'orlo di frutti brufolosi, giallo elettrico dal folle profumo, da capogiro, morbido, sensuale e algebrico insieme, un misto di pera, pesca e limone: una cosa che non era per nulla preludio di un sapore, ma l'essenza, anzi la quintessenza, dell'odore, un sublimato quasi artificiale simile a nessun altro; era un frutto che conteneva in sé ancora il fiore, una meraviglia che prometteva il bel tempo nel cuore dell'inverno, era sole, e al tempo stesso luna, era un frutto capace di incarnare entrambi gli astri della vita umana. Così capì: era quello il segreto nascosto nell'odore inconfondibile di biancheria pulita nella pelle di Maša la bella di Serajevo. […] da La cotogna di Istanbul.
 
 
michelamail.m
michelamail.m il 28/02/12 alle 16:54 via WEB
..grazie per questa gradevole lettura.
 
adam_selene1
adam_selene1 il 19/03/12 alle 08:48 via WEB
Ed è la ricerca di momenti che tolgono il respiro che fa correre, affannati, verso il dirupo, come lemming impazziti nella isteria collettiva. Mi guardo attorno e sono solo. Allora perchè ogni volta, ogni volta, mi getto nel dirupo?
 
 
michelamail.m
michelamail.m il 04/04/12 alle 16:54 via WEB
..a volte cercati a volte casuali, ma se poi n’è valsa la pena..io mi getterei, e son certa che troverei il modo di non "morire".
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

 ...................

......................

chi sono??...Cosa cambierebbe??....non si era ancora scorto....che l'essere umano...si basa...sulla sua testa...cioè sul pensiero...e costruisce la realtà conformemente a esso... Questa fu dunque una splendida aurora.....Tutti gli esseri pensanti.....hanno celebrato concordi quest'epoca.

 

 

 

No... La vita non mi ha disilluso...Di anno in anno la trovo invece più ricca... più desiderabile e più misteriosa....cioè che la vita potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza ...e non un dovere...non una fatalità...non una frode...E la conoscenza stessa:...può anche essere per altri qualcosa di diverso...per esempio un giaciglio di riposo o la via ad un giaciglio di riposo;...oppure uno svago o un ozio;...ma per me essa è un mondo di pericoli e di vittorie...in cui anche i sentimenti eroici hanno le loro arene...per la danza e per la lotta..."La vita come mezzo della conoscenza"  ...con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente...ma perfino gioiosamente vivere...e gioiosamente ridere....

 

 

 

 

 

PER UN CARO "AMICO"..

 

percepiva una strana..
Sensazione..
che tradusse in un..
Desiderio..
il Desiderio di una..
Passione..
che le rapisca la Mente..
che le cinga il Cuore..
che le rubi l'Anima..
ma...
più il Tempo passava...
più si convinceva...
fosse solo un'Utopia.

Nostalghia 

 

ODE AD UN AMICO..

Ho camminato giorni e anni....nel territorio della tua onestà…Lungo sentieri lindi....raccogliendo una luminosa purezza…che m’esalta e ti festeggia……Anche tu….musicale amico…t’arricchisci sui miei viali…e mi sai fratello…..per questo odo i tuoi passi avvicinarsi….anche se i miei occhi non ti vedono…..e corro sotto il tuo tetto….quando un turbamento ti coglie….In codesta….e rara…celebrazione umana….brindiamo in un solo calice…..il nettare della nostra amicizia….

 

 

 

 

...ASSENZA...

..scava nel profondo e mi svuota...ogni giorno perdo una goccia di me nella tua assenza....non riesco a trovare la falla ...brancolo nel buio a mani tese
sento il tuo profumo.....sento che sei vicino
ma tu assapori la mia presenza e ti allontani di un altro soffio....quel tanto che basta....a te per continuare a respirarmi....a me per ingannare la tua assenza….

 

  

 

 

 Sono come una piccola matita
nelle Sue mani, nient'altro.
È Lui che pensa.
È Lui che scrive.
La matita non ha nulla
a che fare con tutto questo.
La matita deve solo
poter essere usata
.

 

 

ULTIMI COMMENTI

 

 

LA SOLITA STRADA..

 Capitolo primo
Cammino lungo una strada.
C'è una buca profonda nel marciapiede.
Ci casco dentro.
Sono perduta….
non posso farci nulla,
non è colpa mia…..
Ci metto una vita per uscirne.

Capitolo secondo
Cammino lungo la stessa strada.
C'è una buca profonda nel marciapiede.
Faccio finta che non ci sia.
Ci casco dentro.
Non posso credere di essere ancora nello stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Mi ci vuole un sacco di tempo per uscirne.

Capitolo terzo
Cammino lungo la stessa strada.
C'è una buca profonda nel marciapiede.
La vedo benissimo…..
Ci casco dentro di nuovo;
è un'abitudine…..
Ma i miei occhi sono aperti:
so dove sono…..
È colpa mia….
Ne esco immediatamente.

Capitolo quarto
Cammino lungo la stessa strada.
C'è una buca profonda nel marciapiede.
Ci cammino intorno…..

Capitolo quinto

Cambio strada…..

 

 

HEARTBEATS

"una lettera...nel momento in cui la infili in una busta...cambia completamente....Finisce di essere mia.... diventa tua.....Quello che volevo dire io....è sparito...resta solo quello che....capisci tu"

 

PRIMA O POI.....

Nei miei sogni.... io ti vedo quando torni a casa e attraversi la tua strada con il sole tra i capelli sotto un cielo di città.....mentre ti confondi tra la gente....non so niente di te.... ne che nome hai....se ti và bene la tua vita.... so solo..... che sento qualcosa di importante che mi prende quando penso a te....prima o poi..... troverò il coraggio di parlarti..... ma che ci posso fare se la fame che ho di te.....mi corrode.. prima o poi.... sentirai che ti sto pensando.... perchè quel mio pensiero....è forte come un lampo...non sai niente di me..... di come sono io... per colpa di quest'anima legata....sento che non sei così distante..... ogni volta che ti penso..prima o poi.... troverò il coraggio di parlarti..... toccherò il tuo cuore.....gentilmente... per non fargli male... prima o poi.... sentirò che mi stai pensando.... perchè il tuo pensiero...sarà forte come un lampo...prima o poi...quando la mia anima sarà libera......prima o poi......

 
 

QUESTA NOTTE.....

i miei occhi sono pesanti........ il mio corpo è stanco.....la mia bocca è arsa dalla sete....... i miei sensi si vogliono riposare......la mia anima si aleggia nell'aria della stanza......ma non dormo.......mi disseto...... ma non dormo..... un lamento sento nella notte che ormai vede l'alba...... da dove viene.....è forse la mia testa ancora presa dagli affanni della vita......ma oggi la mia partita l'ho vinta con la vita.....questa notte...... chi è che mi chiama.... chi è che mi cerca.... forse stò impazzendo.....ma se è questa la pazzia.....ben venga...... il lamento è pìù vicino non viene da lontano...... può essere che sia dentro di me..... questa notte...... sei tù o mio cuore che gridi... io non ti capisco....aiutami a capirti cosa hai...... cosa cerchi... non hai tutto quel che vuoi.....,, come posso io calmarti questa notte se tu non calmi me...... se tu mi puoi sentire indicami la strada dell'amore ed io la seguirò.......questa notte......

 

OLTRE...

 

 Sarò come un giorno nuovo, che nuovo non sarà mai, trascinando i ricordi di ieri proiettandomi nell'orizzonte del domani. Riflusso naturale delle onde del mare, che seppur quiete, con fragore, schiumano all'arrivo in spiaggia, donando vita e movimento ai pensieri del sognatore trasformandosi in amorevole realtà. Anonima vita che passa inosservata, con naturalezza vola sulla gente, sfiora le acque del mondo, ali argentee distese sul mare. Sogno cercato, trovato, voluto... condiviso a metà, tra me e te... due sognatori, un unico sogno... Un insieme che diventa realtà. Un amare, un domani..... noi... l' infinito

 

 

AMICO MIO.....

Amico mio
dolce uomo della mia vita
non dico che ti Amo
ma tanto tu  mi hai dato
e posso dirti ti Amo per questo
sto attraversando i miei silenzi
sto scrivendo anche nei muri
mi sentivo vuota in questi anni trascorsi
guardando una penna
e non riuscivo
ed ora che non riesco a tacere
il mio giardino riprende Vita
una scala a chiocciola
il mio desiderio da sempre
per raggiungere la sera
un riposo leggero
e un gradino pian piano
ora raggiungo.
Scendo al mattino
attraversando il mondo
scivolo in una giostra
per toccare ogni giorno
la Vita.
Amore mio
se i tuoi silenzi sono come i miei
Ti amo per sempre.

 

TAG

 

AREA PERSONALE

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963