Il convoglio scivolava silenzioso nelle viscere di Paris. La destinazione sembrava l'ultima cosa cui pensare, immersa in quella culla di ricordi. Se non fosse stato per l'handpan di V. le cui vibrazioni l'avevano sconquassata il giorno in cui si era fatta suonare, abbracciando scalza, l'enorme timpano di metallo, non sarebbe partita per cercare quella parigina che l'aveva invitata a Le récit de l'image a Paris a l'EHESS, proprio di fronte al Louvre; e ora l'aspettava per una colazione nello stesso bistrot in cui Dora Maar lo scorso secolo aveva conosciuto Picasso, principiando una relazione pericolosa. L'inizio di un amore può essere un principio pericoloso e lo è sempre quanto un ideale. Deve essere stato così per Etienne, un labile confine tra terra e sogno.
«Oh Etienne!»
Devi all'hang del curandero se ho memoria di te e ti vedo sorridere in Place Maubert dopo la gogna degli araldi papali dell'inquisizione, che ti hanno impiccato e arso col Quarto Libro, sforbiciato e nascosto sotto lo pseudonimo di Janunculus, almeno in Italia, perchè qui, da te, lo pubblicasti tu Rabelais, che ancora si firmava col suo nome. Il Pamphlet dell’epopea seria e burlesca, il racconto di viaggio, la farsa eloquente; la poesia dei Pantagruelisti che partirono alla ricerca dell’oracolo della Dive Bouteille.
Allora, Parole gelate, come caramelle colorate, avrebbero dovuto spegnere la pira quel 3 agosto del 1546. Il giorno in cui compivi 37 anni .
Per permettere a te Etienne Dolet e Sébastien Gryphe di bere ancora birra, balsami e altri rimedi e annegare la sedizione e stampa di libri proibiti:
labile confine tra terra e sogno
PAROLE C H E A R R I V A N O
PAROLE C H E P A R T O N O
PAROLE C H E R E S T A N O
come un grifo
tra terra e cielo
araldica chimera di custodia e vigilanza delle Arti, perfezione e potenza
un Opinicus
su indicazione di spirito inquieto alla ricerca della felicità
Si perdoni la replica del post pubblicato a notte tarda e sperso tra ipocrisie di varia potenza e suppliche dementi/trollistituzionali ma lo schifo (in piena sintonia con la maggior parte dei suoi ospiti) che confYfa, oscurando questo blog, merita un appunto. Detto ciò, per tornare al "relax - rogo" e godermi spazio e lettori (esclusivi:) e rispondere al commento di Jig: Un racconto pieno di citazioni, in metrò: occasione per pensare ...ripensare e ricordare anche se fuggevolmente al pari del transito veloce del convoglio....
Sembra proprio un arredo della fermata Louvre-Rivoli (linea 1). Le pareti della galleria mostrano foto, dipinti, affreschi, sculture soprattutto, come ad accennare il tesoro sotto la piramide vetrata, una specie di sensibilisation all'argomento che si va ad attraversa in superficie.
La bouteille e questo colore fucsia, mi inseguono da due giorni, non ne capisco il motivo. Dalla mano aperta, torna la torre sinistramente nascosto un corno di rinoceronte ...secondo me l'oracolo ti invita nella ville lumière, con o senza l'amico di Guesch Patti. Il clin d'oeil al titolo del brano e alla maniera nella quale è assisa la protagonista, confermano l'ipotesi. Ciao Mistina''
Ah ah Coralì il clin d'oeil a etienne , mi fai tornare in mente pesanti critiche alla cripticità delle note a margine di altrettanto contenuti complessi (come se si fosse dimenticato il senso della poesia o dell'artee della ricerca di un target) più che altro nelle varie interpretazioni, l'ardore dell'editore declina presto in ardo-re; ardere discusso come "vocaboli trasferibili, font attenti e ora di livelli di Labyrinthe: in qualche modo tutto è mobile e le letture si rincorrono in diverse intuizioni e allusioni, inclusa l'iconografia fallica, zanna e forbice, poi hang & fire e carta e lama come divinazione, bonjour:*
Tenetevi gli uni accanto agli altri, ma non troppo vicini, così come le colonne del tempio si ergono a distanza, come il cipresso e la quercia non crescono l'uno all'ombra dell'altro