ÐEINAUTI

Eh si, i "me" sono altro da semplici pronomi personali. O, almeno, per chi ha "me" che siano effettivamente potere e regola, talismano e manifestazione del proprio innumerevole "sé". Ed allora quando una sola espressione manca, l'ordine si rivela insufficiente. Ma chi, invece, i "me" li ruba? E mi chiedo...se gli uomini furono creati così che potessero farsi carico della fatica degli dèi, e questi potessero finalmente riposare (e magari spassarsela pure) perché, poi, tocca sempre a loro (agli dèi) il lavoro di rimettere ogni "me" al giusto posto?

"L'Io si sovrappone al Sé così perfettamente che può nasconderlo. Di fatto, è ciò che avvenne durante il corso della filosofia occidentale. Che non si preoccupò mai di dare un nome al Sé, ma scelse sempre come osservatorio l'Io, anche se così lo chiamò solo in epoca tarda, con Kant. Prima, era l'indubitabile soggetto, la prima persona del Cogito di Descartes. Per Sanatkumāra, invece, l'Io è l'ostacolo più temibile, quello che può precludere per sempre l'accesso al Sé." E grande Mistero che ha portato su Libero anche Calasso...

Sarà senz’altro una lettura interessante, soprattutto per capire come mai, gli Dei, stessero dormendo…