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.-Salsa NuOvenia. Questi mostri del tabù

Post n°2391 pubblicato il 02 Febbraio 2021 da misteropagano
 
Tag: Tabù

Questi mostri del tabù e poi guardate il dettaglio dei capelli.

Buongiorno con Nuvenia😎. Il ciclone. "Perché mai Nuvenia (e salse Lesbo) attira decine di commenti" -  (fuori target), eppiù, imbarazzanti? La domanda è sollevata nel post linkato. Facciamoci una domanda e diamoci una risposta. Questi mostri del tabù.

L'unica domanda che potrei farmi è dove sia realmente lo "spaesamento" prodotto dal tabù, mestruale e sessuale, perché di questo si tratta. L'approccio alla comprensione dello spot Nuvenia può passare pensando al suo target se non lo si è, anche la vecchina lo fa, ed immedesimarsi nella produzione del soggetto, anche se si è a digiuno di produzione e comunicazione visiva. E in ogni caso, Nuvenia piuttosto che Lines? Pubblicità piuttosto che Arte? Spot piuttosto che salsa lesbo (di una commedia). Salsa?...Gang salsera (sorridiamo).

Un tabù non si modifica facilmente. La sua rappresentazione attira, provoca, suggerisce e probabilmente modifica. Lo spot Nuvenia non è un'opera d'arte ma fatto ad arte. Produzione in ogni caso pudica, morigerata, di composta modestia e persino educativa. Progressista con valori tradizionali. Target ampio. Log line decisa. Gran profusione di teaser. Tenta di "acchiappare" il maggior numero di giovani donne di riferimento.

Tenero il lavoro all'uncinetto, (per non dire del ricamo) scappato dal novecento e ricollocato nel XXI secolo; l'animazione della" traccia" invece farà sorridere anche i maschietti, senza raccapriccio (penso) con l'ammiccamento della mutandina che vibra, come alarm di una suoneria telefonica. Magistrale il messaggio di accettazione dell'altrui corpo, dell'altrui in generale (ambiente, costume, abitudini). Che è ciò che destabilizza di più, oggi. Pensare l'altro, diverso da sé.  La ragazza, in rosa igienico, serena con la sua maglietta corta (gialla) -  e il corpo non propriamente come quello della modella con la conchiglia esotica liberamente ispirato alla Venere di Botticelli - potrebbe urtare anche la gioventù più spregiudicata, rampante e sex.

Ma se i giovani sono sempre la nuova sorpresa, e in genere sempre solidali tra loro, che anche nelle differenze fisiche restano appartenenti alla giustezza,  Nuvenia può diventare persino una loro bandiera.

E le salse lesbo? A parte il liquidare storie come brodo -  giusto termine se solo fosse una critica cine che esula dalla cosa che è, storia fra donne - e quindi come è raccontata - più sottilmente ci vedo l'altrui pensiero sconfessato nel suo intento discriminante che poi anche in Nuvenia (commenti) si riconosce facilmente.

*

La provocazione di un contenuto alza lo share sulla discussione, e ma serve a vendere di più un prodotto o a tentare di modificare un tabù ? O entrambe. In questo caso, siamo più liberi di acquistare un assorbente, con più Arte? (Forse). Di imbastire storie omo?(Forse).

Siamo liberi di considerare anche tutto ciò come Arte? (Forse). L'immagine della conchiglia sul pube serve al tabù? Probabile. (E che dire del serpentello di capelli della Venere di Botticelli che sta per infilarsi nella piega a vulva del drappo...). Quanto alla "salsa lesbo di qualche mese fa" penso valga lo stesso principio, si vuole vendere un prodotto con le relative speculazioni di voyeurismo o di tentare di agire su di un tabù sessuale, e le sue discriminazioni ? (Forse).

Insomma, il parlatene anche male purché se ne parli, di wildiana memoria resta sullo sfondo delle azioni meschine del bourgeoisade, e di sbieco opera la catarsi del vecchio nel nuovo, anzi NuOvenia, anche salsa e chi per esso.


Di questi tempi, per molti, c’è una sola cosa al mondo peggiore di sé, ed è l'altro da sé

che solo l'essere compassionevole supera. (Forse)

o l'influencer?...


SONG

 

 

 
Rispondi al commento:
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 05/02/21 alle 23:22 via WEB
E’ innegabile quanto curioso che il ciclo mestruale sia sempre stato tacitato e considerato uno stigma, quasi un’onta, sinceramente piuttosto incomprensibile, dal momento che è una semplice manifestazione di un processo biologico perfettamente sano e naturale, connaturato al genere femminile. Nessuno si scandalizza o sorvola su altre espressioni fisiche, nessuno bisbiglia sul processo digestivo o su quello respiratorio e nessuno viene severamente invitato a sorvolare sul fatto di avere la necessità di integrare la perdita di liquidi corporei, qualora sia disidratato…Tutto naturale. Tutto biologicamente riconosciuto. Eppure…sin da quando esiste la donna, l’argomento è stato –con una maggiore o minore forza, a seconda dei confini geografici e delle epoche – comunque, sempre stigmatizzato, arrivando anche a toccare limiti inverosimili. Ricordiamoci che in alcuni luoghi del pianeta le mestruazioni significano paura e ghettizzazione. Durante il ciclo mestruale, le donne sono costrette nascondersi nelle stalle e bandite dalle loro case; non possono partecipare alle cerimonie religiose o toccare gli uomini e devono arrangiarsi con le bende perché sprovviste di assorbenti e tamponi adeguati. Ed alcune furono arrestate per aver manifestato contro questo tabù fuori dal mondo. Eh si, davvero strano pensare ad un evento del tutto naturale da sempre circondato dall’imbarazzo e dalle superstizioni, accomunato alle impurità più mostruose ed oscure. Ma perché un evento mensile che tra il menarca e la menopausa segna la vita di tutte le donne del globo terrestre, dovrebbe essere considerato “sporco”, quando, invece, è simbolo di un andamento regolare dell’organismo e quando la sua mancanza significherebbe, molto semplicemente, anche una mancanza della salute stessa? Perché, quindi, una cosa così ordinaria come l’epitelio dell’utero che si sfalda in conseguenza al fatto che non è avvenuta una fecondazione, provocando, così, il sanguinamento, dovrebbe essere ammantata di mistero e vissuta come scandalo? E poi scandalo per chi? Forse bisognerebbe chiedersi da dove ha inizio questo passaparola di leggende secondo le quali una donna mestruata è in grado di fare cose prodigiose e malefiche (come far appassire i fiori, far impazzire la maionese e gli uomini, trasformare il vino in aceto e inacidire la conserva di pomodoro…) Eppure le prime comunità umane, collegando le mestruazioni alla riproduzione, non vedevano affatto il sangue mestruale come un sinonimo di malattia o di impurità, anzi lo consideravano un flusso portatore di vita. Molte tribù, infatti, celebravano il menarca e le mestruazioni con rituali e cerimonie, venerando la donna mestruata proprio in quanto simbolo di vita e vedevano nel menarca un momento di rinnovo e di rigenerazione in cui la fanciulla non più bambina entrava nella sua fase adulta grazie alla sua prima mestruazione Altre culture, al contrario, avevano paura di questo preciso periodo femminile, considerandolo come pericoloso e soprattutto demoniaco. Ma, fondamentalmente, il potere “inquinante e distruttivo” delle mestruazioni deriva dai secoli e millenni di ignoranza del fenomeno, sommata all'atavica paura del potere femminile da parte dell'uomo. Vedere un essere umano, nella fattispecie la donna, sanguinare per quasi sette giorni e uscirne miracolosamente illeso, era un fatto talmente strano da comprendere e accettare da far richiamare in causa, guarda caso, lo speciale e segreto rapporto tra la donna e la magia. E gli stessi testi sacri - da quelli induisti al Vecchio Testamento - non hanno fatto che ribadire la tesi dell'impunità del ciclo mestruale avvalorando in ogni modo il concetto del suo potere distruttivo. Quindi, assolutamente, è finalmente giusto, oltre che perfettamente logico se l’argomento “ciclo mestruale”, viene esplicitamente portato alla luce e affrontato nel dettaglio (in tutte le sue manifestazioni, dagli effetti fisici ai sintomi) ovunque, visto che il corpo femminile riesce ancora a dare scandalo proprio perché noi per prime siamo state educate a coprirlo e a parlarne come non ci appartenesse; ma una cosa è non avere remore di parlare di ogni manifestazione biologica, ed altra è il buon gusto. Nessuno si scandalizza di parlare di muco, sudore o sperma; ma un conto è parlarne o esaminare i materiali biologici in contenitori da laboratorio se è il nostro lavoro; altro è mostrare un escreato come se fosse un mazzo di fiori. Ben venga sdoganare un tabù, ma come non si vede l’urina dell’incontinente, magari il rosso sull’assorbente è veramente troppo “rosso”. E, attenzione, non perché sia in alcun modo “sacrilego” mostrarlo, ma semplicemente perché, come il resto dei nostri “segreti corporei”, fossero anche gli umori vaginali di G. Paltrow, è una questione semplicemente intima…Poi, se la “merda di autore” viene messa in mostra, certo il sangue non può scomporre nessuno…
 
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