ÐEINAUTI

Solo per il piacere di lasciare una riflessione sul tempo, senza alcun valore scientifico, ovviamente. Leggo che "un tempo già il tuo tempo era lento". Una sensazione a quanto pare, sulla "velocità" del tempo. E così mi è venuto da pensare a un insetto, mi sembra l'Effimera, che vive 24 ore. Si dice che non veda sorgere il sole due volte, o tramontare due volte, che è lo stesso. Dal punto di vista umano, una "vita" in un tempo tanto breve, è incomprensibile. Solo a sentirlo può dare ansia, più del covid-19 (non parlo per me, certamente). Ebbene, Effimera nelle sue 24 ore nasce, cresce procrea e "muore" (l'ho virgolettato perché non condivido l'interpretazione tragica che ne danno quasi tutti gli umani). Gli uomini hanno lo stesso ciclo, anche se in "un tempo più lungo". Ma tale differenza tra il tempo assegnato dalla natura a Effimera e quello agli uomini è perché questi sono più cari alla natura? Oppure quest'ultima del tutto indifferente ne ha concesso agli uomini soltanto quanto ne necessita alla stessa natura per i suoi fini? E perciò se potessi darmi un consiglio mi direi: vivi l'attimo, lento o veloce che sia, e non ti curar del tempo. Questo non ti appartiene, ma tu appartieni a lui. Mi scuso per la divagazione senza rete e forse pure senza senso. Jung diceva che il senso ha senso solo se vi è il controsenso, oltre i quali occorre necessariamente andare se si vuole scoprire il senso superiore.