E' molto difficile approcciare la complessa figura di Michael Jackson con obbiettività.
Chi vi si accosta lo fa sempre da detrattore o da fanatico, incollandogli addosso un'idea precostituita e alimentata nel proprio immaginario, ma dimenticandosi di lui.
Questo blog nasce dalla necessità di restituire, innanzitutto a Michael e poi a Voi naviganti, le sue verità troppo spesso negate e dal profondo desiderio di continuare ad accarezzare la sua Anima, oltre lo spazio e il tempo.
Il pregiudizio è ignoranza.
Michael Jackson
Una volta ho visto piangere un bambino bianco e un bambino nero, ma le loro lacrime non avevano colore.
Michael Jackson
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La genialità di Michael
Post n°10 pubblicato il 05 Maggio 2010 da Man.in_the.mirror
Molti si domandano dove risieda la genialità di Michael Jackson, ma pochi riescono a trovare una risposta esaustiva a questo interrogativo. Per farlo, occorre innanzitutto stabilire che cosa sia la genialità e quali elementi la caratterizzino. La genialità è "universalità", intesa come capacità di esprimere significati che appartengono all'umanità tutta e nei quali ogni essere umano, indipendentemente da razza, credo, età, nazionalità e condizione sociale, possa ritrovarsi e riconoscersi. Michael possedeva questo talento, tanto raro quanto prezioso? Cerchiamo di capirlo. I significati non si inventano: essi riposano in quel luogo immateriale che possiamo chiamare anima, spirito, essenza o inconscio e sono gli stessi per ognuno, poiché tutti siamo stati creati dalla stessa matrice. I più ignorano che esistano, ma qualcuno riesce a contattarli: in quel caso può decidere di diffonderli nell'universo, utilizzando un tramite. Quello di Michael fu la musica. Con la sua musica egli riuscì a superare ogni barriera, comprese quelle dello spazio e del tempo, raccontando non solo la sua storia, ma quella degli uomini che furono, di quelli che sono e di quelli che saranno, abbracciando tutte le vite. Con la sua musica egli raggiunse quell'angolo oscuro e misterioso che gli uomini custodiscono, rivelandogli di sentire esattamente ciò che loro sentivano e regalandogli la certezza di non essere soli in un mondo alieno. Michael era un ragazzo nero, ma fu l'unico che riuscì a vendere la sua musica anche ai bianchi, poiché questi non ne percepivano "il colore", ma addirittura faticavano a pensarlo come un nero, ancor prima che la vitiligine ne depigmentasse la pelle. Se facciamo ascoltare i suoi brani agli undicenni, possiamo accorgerci che essi li preferiscono a quelli dei musicisti contemporanei e, nonostante non lo abbiano mai conosciuto, provano nei confronti di Michael un sentimento d'amore, dalle connotazioni quasi mistiche, che non trova eguali nella storia, non solo della musica. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che Jackson sia l'artista che ha venduto più di tutti, che ha richiamato a sé il numero maggiore di persone, possiamo comprendere quanto fosse universale la natura del suo messaggio, che vanifica l'analisi di meri tecnicismi, di strutture compositive e di generi musicali, necessaria solo quando i significati sono carenti. Quanto scritto sopra dimostra che Michael Jackson e la sua opera possono e devono essere considerate frutto del genio umano, poiché il carattere universale della genialità unisce e non divide, consacra all'eternità e ci rivela, in sordina, che tutti siamo UNO. |
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