Creato da ChildOfMurder il 21/04/2007

SANGUE E TENEBRE

Nessuna pietà, Nessuna speranza, Nessun ritorno

 

 

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Rapporto sociale umano-paura-attaccamento

Post n°643 pubblicato il 30 Aprile 2013 da ChildOfMurder
 



Qualsiasi attaccamento egocentrico imprigionante è malato. La società, malata, genera costrutti sociali malati. Quali la famiglia ristretta, i rapporti monogami, e via dicendo.
Quasiasi genere di richiesta-insistenza-volontà-sforzo per un rapporto preferenziale chiuso è imprigionante, malato e irrispettoso della pura libertà personale.
Ma fare questo discorso includerebbe parlare di psicologia, sociologia e pedagogia e molto altro, e io non sono qui per "insegnare o educare".
Perchè non sarebbe una catena invisibile? Il sesso o "amore fisico" spesso lo diventa, per molti.
Perché non sceglierne 10, di persone, invece? O venti?
In un rapporto fra due individui, c'è praticamente sempre uno che domina ed uno che si adatta. Volontà di potenza. Prettamente e paurosamente umana.
Ciò che è malato è ciò che è stato infettato.
Dal sistema sociale umano-paura.

Commenti al Post:
CreepyDoll
CreepyDoll il 19/06/13 alle 19:06 via WEB
mai dette parole più giuste.
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 27/06/13 alle 10:13 via WEB
Le parole "giuste", però, raramente trovano chi le ascolti.. purtroppo.
 
   
CreepyDoll
CreepyDoll il 28/06/13 alle 22:16 via WEB
io credo che molto spesso le parole siano lì nascoste, sotto la nostra lingua... e quando non riusciamo a tirarle fuori, c'è sempre qualcuno che lo fa per noi. Nell'assurdità di una società che ci fa sentire sempre più isolati, c'è anche questo. :)
 
     
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 29/06/13 alle 19:28 via WEB
Nella solitudine, gestita nel modo adeguato, si può trovare la reale propria forza interiore. L'isolamento lo si può spezzare proprio attraverso di essa. Ma prima occorre auto-incubarsi per acquisire la necessaria, o quantomeno minima, autocoscienza per potersi auto-liberare. Con le parole, i gesti o i pensieri, i disegni o i quadri. Uniti in un'unica via, personale. "L'unica libertà che puoi avere, è quella che ti PRENDI, non quella che ti danno" (cit.) Se il mondo umano è assurdo, noi saremo più assurdi ancora. ;) ciao, grazie
 
luigik80
luigik80 il 29/06/13 alle 07:08 via WEB
la malattia dell'uomo sta nella sua stessa natura....siamo maestri nel complicare la nostra stessa vita e a nostro discapito. facciamo,scegliamo, vogliamo tutto e il suo contrario...vogliamo un rapporto stabile...e ci scoperemmo pure la cugina zoppa del prete...ma tutto parte sempre da noi, i condizionamenti in realtà attaccano solo sulle menti che sono già naturalmente soggiogate, le altre ribellandosi continuano a vivere ma trovano un paletto che le mortificherà sempre, ovvero la naturale necessità dell'uomo di restare in gruppo da cui poi discende da millenni la sottomissione a delle regole/condizionamenti. Ubi societas ibi ius è stata una delle prime massime in tema giuridico...dunque l'individuo che fa parte di un insieme organizzato di persone deve sottostare a delle regole imposte per la quieta convivenza. monogamia o poligamia son diventati dettagli , viviamo in un mondo che ci allontana da questi problemi, dobbiamo davvero preoccuparci invece di non perdere quella scintilla che illumina davvero il nostro modo personale di vedere il mondo. grazie per il tuo post...lo trovo davvero interessante. luigi
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 29/06/13 alle 19:24 via WEB
Attenzione, però, a non confondere il polyamore con la poligamia. Il polylove si basa sulla libertà TOTALE e sul rispetto, ovvero: il mio amore è un oceano e io scelgo chi ci si possa immergere. Quant* siano, mi è indifferente. Mi interessano le emozioni, non i numeri, non gli impegni ufficili, i giudizi o la legge. Credo fermamente nell'anarco-individualismo, non nelle legge dello statodellecose. Quieta convivenza? A me pare quieta sudditanza. Quieta schiavitù. Mi guardo intorno e vedo umiliazione, omologazione schiacciante, guerra e violenza, omo e xenofobia. Questo sarebbe quieto vivere? Penso di no. Non c'è gruppo sociale, né gruppo dei pari per me. Ogni individuo è un cosmo, un Universo intero, e dovrebbe essere messo in grado di viaggiare fino alle radici del suo Essere (e quindi, conseguentemente, del Cosmo). Qualsiasi massima presa di base per vera, senza dubbio, senza critica, senza FALSIFICABILITA', è automaticamente una massima schiavitù. Un legaccio che strangola. Ti ringrazio ;) ciao
 
luigik80
luigik80 il 29/06/13 alle 19:47 via WEB
non siamo sudditi finchè non sceglieremo di esserlo, quieto vivere è solo un modo di far andare le cose. che poi non si possa realizzare per un milione di motivi, è solo il risultato di quanto detto sopra..ovvero che l'uomo per natura si complica le cose. sul polylove...te la potrei pure appoggiare in linea di principio..ma dovremmo essere tutti automi tarati alla stessa maniera, perchè la tua libertà finisce sempre ad un passo dalla mia (che non sono uguale o tarato come te) e quindi nello strano meccanismo delle emozioni reagisco in maniera diversa ad uno stesso stimolo. C'è chi piange, chi urla , chi tace difronte ad un medesimo evento..ed allora come pensi sia possibile gestire un flusso di emozioni che a te potrebbe star bene in eterno mentre per me le cose potrebbero cambiare e quindi desiderare altro? luigi
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 29/06/13 alle 19:54 via WEB
Se il quieto vivere è solo illusione, soltanto una tenda dipinta dietro cui macchinano la nostra distruzione come individui, allora solo a partire dal singolo individuo, si può partire con l'opposizione (il discorso è lunghissimo, questo è solo un micro-riassunto). Il polyamore parte dal rispetto e dalla libertà: io ti spiego come la penso, come sono, come mi comporto, risponderò a tutte le domande con la verità, perché se una persona merita il mio amore allora merita Rispetto, Libertà, Verità. Cose che per me sono intrinseche ad esso (ma non per la maggioranza, temo, dell'umanità). Materialmente parlando: spiego tutto ciò, come va, come funziona, come è pensato. L'altra persona decide, giorno per giorno, minuto per minuto. Se ad un certo punto decide che no, non è per leilui questo modo di intendere l'amore, io lo accetto e pace. Niente rimproveri in nessun senso. Rispetto per tale decisione e scelta. ^^
 
luigik80
luigik80 il 29/06/13 alle 20:03 via WEB
intendevo dire che idealmente delle regole uguali per tutti dovrebbero garantire una certa uguaglianza...ma non è così per tantissimi motivi, uno dei quali è proprio il fatto che non essendo tutti tarati alla stessa maniera c'è sempre il fijo de na mignotta che se ne approfitta...e magari sta proprio al posto giusto per gestire la vita anche di altri. per il polylove, sono daccordo che le cose possono sempre cambiare, i modi di vederle e quan'altro...ma con le emozioni non si scherza, non le puoi accendere o spegnere a piacimento ,soprattutto se coinvolgono altre persone .
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 29/06/13 alle 20:14 via WEB
Più che regole, parlerei di morale, od etica. Parole stuprate parecchio, di questi tempi.. Non dovrebbero esserci posti giusti, è questo il punto ;) Infatti per questo, occorre applicare la massima correttezza, la massima delicatezza, il massimo rispetto possibili. Comprensione, empatia sono incluse, ovviamente ^^
 
luigik80
luigik80 il 29/06/13 alle 20:22 via WEB
le regole sono sterili e quindi uniformemente applicabili, se dovessimo affidarci alla correttezza e sensibilità di ognuno, sarebbe difficile stabilire un ordine uguale per tutti
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 29/06/13 alle 20:34 via WEB
Ma qualcosa di uniformemente applicabile include l'uniformazione, l'omologazione, l'appiattimento. C: Preferisco la morale, l'etica base, delle origini. Non uccidere. Dai quel che serve a chi ha bisogno. Perdona. Rispetta. Ama.
 
luigik80
luigik80 il 29/06/13 alle 21:03 via WEB
Si ma e' troppo aleatoria come cosa....non funzionerebbe perche' non funzioniamo noi!!!
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 30/06/13 alle 01:29 via WEB
Funzionare per noi stessi, conoscere noi stessi, è, secondo me, il prerequisito fondamentale per poter accedere a qualunque vera emozione possibile. Come faremmo ad amare l'altr*, se non conosciamo, e quindi amiamo a fondo, noi stess*?
 
CreepyDoll
CreepyDoll il 30/06/13 alle 00:51 via WEB
Ragazzi sto leggendo i vostri commenti a mezzanotte e quaranta e ......devo dire che fanno leggermente effetto trip. Comunque il discorso è interessante. Io penso questo: l'idea del polyamore ci piace ed è davvero condivisibile tanto quanto la verità che ognuno reagisce in modo personale alle diverse emozioni e forse è per questo che la società si è evoluta in modo da creare delle regole uniformanti, per raggiungere una sorta di media e raccogliere la maggioranza. Vero è cche purtroppo ad oggi questa cosa ci si è un po ' ritorta contro. Se ognuno di noi riuscisse a raggiungere la consapevolezza di sé potrebbe fare il passo successivo èe cioè capire l'altro anche nelle sue differenze. Cioè una volta che so chi sono io posso capirti nelle tue affinità e differenze col mio io e accoglierti così come sei. Mi sarò spiegata? Boh. Avrei altro da aggiugere... ma tra 5 ore devo stare in piedi e forse è il caso che mi faccia una dormita :-) continuate la discussione, mi piace un sacco :-)
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 30/06/13 alle 01:36 via WEB
Reagire in modo personale MA rispettoso dell'altro è una cosa.. reagire in modo scompostoviolentoinsicuro, è un comportamento sistematicamente indotto dal mostro-società umana. La maggioranza è sempre uno schiacciamento di una minoranza, quindi non basta. E' sempre un sopruso di molti contro pochi. La conoscenza di sé porta alla conoscenza dell'altro, all'empatia. La società umana l'ha buttata nel cesso al 90%, l'empatia. Il sistema capitalistico maggioritario di controllo, a giochi d'influenza, ha fallito totalmente. Ma il loro dividi, spaventa et impera è ancora attivo. Fomentano ignoranza ed egoismo, quindi se io ho una cosa bella scavo un buco nel terreno e mi ci seppellisco con lei. Questa è l'idea di un rapporto "normale" secondo la maggioranza. Penso sia abbastanza folle.. Dormi, e buonanotte! Saremo i tuoi piccoli, insonni dialettici! XD
 
luigik80
luigik80 il 30/06/13 alle 06:18 via WEB
Conoscere se stessi aiuta nel non perdere la strada, ma a volte bisogna anche saper perderla per trovare quella di un'altra persona. Mi spiego meglio, se ognuno di noi in un rapporto che conta, si facesse forte del fatto di essere sicuro delle proprie verita' , sarebbe na spremuta de sangue...in amore ci vuole comprensione, per saper riuscire a dimenticarsi di se e ritrovarsi nell'altro. Ovviamente non vuol dire snaturarsi, vuol solo dire che venirsi incontro e' uno sforzo fisiologico di cui ogni rapporto ha bisogno...per il semplice motivo che non la vediamo sempre allo stesso modo anche se abbiamo deciso di fare la stessa strada. Questo adesso e' un caso specifico, il classico rapporto amoroso, ma il concetto e' molto vasto....e la sua essenza sta Nella necessita' di trovare un punto d'incontro.
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 30/06/13 alle 13:10 via WEB
Se si conosce sè stessi, si è a conoscenza anche di quanto si è in grado di dare, di comprendere, di amare. Ognuno DEVE mantenere la propria strada e la propria visione, ma accetta di confrontarla e di viverla assieme a quella dell'altr*, ma "facendo un po' di strada assieme", non "noi d'ora in poi avremo la stessa identica strada". La seconda ipotesi prevede un livellamento di entrambi, a scapito comunque sempre più di uno dei due più che dell'altro. Che in sostanza produce disagio e delusione per tutti e due. Non esiste la STESSA strada per due persone distinte ;)
 
luigik80
luigik80 il 30/06/13 alle 13:41 via WEB
No...non e' vero. Si puo' continuare a percorrere una sola strada, bisogna avere solo tanta voglia di stare insieme che ti aiuta a rendere piacevole anche quello che magari non faresti. L' amore e' questo , sarebbe troppo semplice fare sempre cio' che ci aggrada senza trovare alcun piacere nel vedere che un nostro modo di essere riempie il cuore di chi ci sta accanto. Spesso nella vita non possiamo fare tutto quello che ci pare, a volte dobbiamo fare quello che e' giusto fare....in una prospettiva che appaga il nostro progetto di vita e non il momento specifico che stiamo vivendo adesso. Luigi
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 30/06/13 alle 13:51 via WEB
Ciò che è giusto fare, appunto: GIUSTO per sè stessi, e giusto per l'altro. Se due strade diventano una, entrambi perdono qualcosa. Non è perdere pezzi di sè, che dimostra l'amore, quanto rimanersi vicini pur col proprio percorso differente. Sceglierlo ogni secondo, non esserne vincolati da un'unica scelta precedente, e da un grande, avvolgentesconvolgente cambiamento. "Due cuori-una capanna (o una strada, in questo caso)" è una percezione limitata e limitante dell'idea di amore. Sia nel tempo, che nello spazio, che nell'epoca in cui viviamo.
 
CreepyDoll
CreepyDoll il 30/06/13 alle 15:45 via WEB
Mi sembra che in fondo i vostri due modi di vedere in più punti si tocchino...uno però fa rientrare il sacrificio del superfluo (e a volte anche del non superfluo) a favore dello stare insieme e del tenersi vicini...l'altro invece non contempla questo genere di dinamiche... ho capito male? E come è vero che è giusto mantenere la propria identità, non è anche giusto stare vicino a quella persona che più delle altre riesce a suscitare grande affinità? :-) scatenatevi pure :)
 
luigik80
luigik80 il 30/06/13 alle 20:23 via WEB
penso che essere padroni della propria vita voglia dire realizzare il proprio progetto o quantomeno lavorarci, Io non credo che cedendo un pezzo di me per il bene comune sia un impoverirsi, anzi ti arricchisci del pezzo che l'altro poi ti regalerà per venirti a sua volta incontro. non c'è rapporto se non c'è scambio. Al momento sto vivendo una situazione abbastanza complicata ma che mi fa sentire in gioco, nel mettermi nella posizione di chi vede e rivede certe sue visioni della vita. questa mia flessibilità non è affatto debolezza o sottomissione, ne tantomeno insicurezza dei miei punti fermi, è piuttosto una voglia di crescere e confrontarsi non pensando mai di essere quello "arrivato"... Sottolineo che quello che dico l'ho pagato sul campo, percui è veramente un pezzetto di me che sto regalando..e assolutamete lontanissimo quindi da voler sputare certezze...a chi magari ne sa più di me. luigi
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 01/07/13 alle 10:56 via WEB
Riassumo: per me la persona rimane comunque un individuo singolo anche se ama, con la propria strada unica e personale. Ciò NON ESCLUDE, però, uno scambio importante di emozionisentimentiesperienze. Assolutamente. Anche perché, altrimenti, verrebbero a cadere i fondamenti di verità e rispetto di cui penso di aver parlato sopra ;) Analizzare sè, il mondo, gli altri, per poter meglio comprendere e sentire, è parte imprescindibile, secondo il mio ragionamento, di qualsiasi percorso di auto liberazione ed auto conoscenza profonda. Non certezze, ma dubbi. E' dubitando e curiosando che s'impara ^^
 
luigik80
luigik80 il 01/07/13 alle 12:38 via WEB
Ma non lo escludi solo se l'altro la pensa e vive come te, diversamente se ho ben capito, non vuoi adeguarti ne vuoi che l'altro si adegui.
 
 
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 01/07/13 alle 22:09 via WEB
No, non hai capito: l'altro può fare quello che vuole (sempre nei soliti limiti, che comunque sono limiti molto vasti, ovvero, in sostanza, basta che non invada i miei spazi e che non leda la mia libertà).
 
Entusiasmina
Entusiasmina il 23/01/14 alle 14:54 via WEB
Una verità...difficile. Se le emozioni/sentimenti/paure/educazioni non interferissero nell'evoluzione dell'IO, ciò che scrivi troverebbe uno sviluppo reale, alla luce del sole, generando probabilmente un CAOS tra le Anime. Oggi, per alcuni, tutto ciò avviene nell'ombra mentre per altri è pressochè inaccettabile.
 
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