MARCA BUDAVARI

Raffaele non ha amici, solo  qualche creditore spaurito, triste come la cioccolata nella stracciatella perché destinata a sciogliersi subito nel buio umido della bocca, e coorti di debitori ostinati, un mare di panna che vorrebbe distinguersi un poco, almeno per un po’.
Promette felicità a poco prezzo come un gelataio, straccia anime come un demone annoiato.
E’ il Caronte dell’Inferno SNAI, girone dei perdenti inconsapevoli, destinati per contrappasso a giocare una schedina perfetta, se non fosse per quel Catania-Sampdoria “2” che li relega alla dannazione eterna. Perché la Sampdoria, fuori casa, non vince mai.
Occhiali sul naso, vestito sobrio, ha lo sguardo distaccato dell’allibratore navigato, che non ti dà un soldo al solo annusarti, gli occhi vitrei dell’ex giocatore sfinito che ogni mattino dei suoi cinquant’anni rivede riflesso sulle piastrelle turchesi del bagno quel Viterbese-Bassano Virtus 1-2 che gli ha fatto perdere tutto: amore, denaro, fortuna, la salute non la possiamo fare, ci spiace, sotto con la prossima telefonata.
Raffaele ti dà sempre del “voi”, perché è un uomo educato e gentile, e perché quando ti parla si riferisce sia a te che a tutti i soldi che hai perso fino a quel momento.
Timido come un boia, mentre compie il suo triste uffizio pare dirti schernendosi appena che, sì, lui ti infilerà anche il cappio al collo, ma non è colpa sua se stai là dentro. E qualcuno dovrà pur farlo.
Quanti ne vede, Raffaele.
Tabagisti accaniti per scherzo, ché se la moglie sa che scommettono li ammazza, ma se sa che si ammazzano col catrame ordina anche la sua dose, prima che rincasino. E così rientrano a sera senza aver fatto neanche un tiro, col puzzo del bar a fare da alibi aggrappato al cappotto e la fida stecca di MS sotto al braccio, la stessa da quattordic’anni, per loro Valeria: la nascondono nel bagagliaio dentro al contenitore del triangolo, che hanno venduto per pagarsi una Tris. L’uomo di oggi è troppo pigro anche per scappare, senza voce per chiedere aiuto.
Corrucciati novizi, ambasciatori di giocate imbarazzanti: azzeccano il risultato esatto di Scafatese-Noicattaro, annichiliscono la platea imbroccando l’ “over” di Sangiuseppese-Portogruaro e l’ “under” di Almeria-Osasuna, ma giunti ormai sulla linea del traguardo giocano la vittoria casalinga di Nizza-Saint Etienne, ignorando così il primo assioma dell’esimio matematico inglese Johnatan Fairplay, noto agli scommettitori più emaciati, che recita: “il risultato di ogni partita del campionato francese è il pareggio, a patto di giocare un risultato diverso”.
E poi ancora, consulenti finanziari audaci, rigattieri mancianesi, body builder birmani, pizzicagnoli spezzini e speziati, per finire con loro, gli inimitabili passeggiatori cinomuniti zooperòsi, ché loro quel bobtailer che gli piscia sulla raccolta di “Bonnie” lo abbandonerebbero in autostrada assieme alla loro devota sposa, ma lo risparmiano perché costituisce con le sue passeggiatine serali, specie nei week end, una scusa ideale per giocare quel loro sistema infallibile che non conosce nessun altro. Perché, nel gioco, un sistema infallibile lo conoscono solo loro.
Così, se volete vincere al gioco, andate alla caccia di un bobtailer per verdi prati o decadenti periferie, tramortite il loro padrone con mossa audace e frugategli nel calzino sinistro: vi troverete il suo sistema infallibile che potrete così copiare per vincere e nuotare poi in mezzo all’oro e l’alloro.
Come abbiamo fatto noi.

Colonna sonora, "Everybody's gonna be happy" The Kinks