MARCA BUDAVARI

Non sono affatto un tipo interessante: è solo che parlo molto in fretta...

 
 

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THE WHO - BARGAIN

I'd gladly lose me to find you...

 

BARICCO NON CI PROVARE

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I FILM CHE VI COSTRINGEREI A GUARDARE

"Amadeus"
"Amici miei"
"Caro Diario"
"Full Metal Jacket"
"Il Corvo"
"Il Favoloso Mondo di Amelie"
"Il Grande Capo"
"Il Senso della Vita"
"La Grande Guerra"
"Le Conseguenze dell' Amore"
"Le Invasioni Barbariche"
"Natural Born Killers"
"Nel Bel Mezzo di un Gelido Inverno"
"Palombella Rossa"
"Pulp Fiction"
"Qualcuno volò sul nido del cuculo"
"The Blues Brothers"
"Un Borghese Piccolo Piccolo"
Il mio show reel sui film di Nanni Moretti

 

I LIBRI CHE NON VI È CONCESSO NON LEGGERE

"1984"
"Il deserto dei Tartari"
"Il dottor Niù"
"Il nome della rosa"
"Il principe"
"I fiori del male"
"Lavorare stanca"
"La boutique del mistero"
"La divina commedia"

"La famiglia Winshaw"
"La guerra dei bottoni"
"Storie di ordinaria follia"
"Terra!"
"Tre uomini in barca"
"Una modesta proposta"

 

CIÒ CHE AMO ASCOLTARE (OLTRE LA MIA VOCE)

Bennato                          Guccini
Caparezza                      Ligabue
Capossela                       Litfiba
De André                        Masini
De Gregori                      Morricone
Elio e le Storie Tese        Nomadi
Frankie Hi Nrg                Punkreas

 

WHAT I LOVE TO LISTEN TO (BESIDES MY VOICE)

AC/DC                    Nirvana
Aerosmith               Queen
At the Drive in        Q.O.T.S.A.
Deep Purple            Rachmaninov
Frank Sinatra           R.A.T.M.
Goran Bregovic       Rolling Stones
Guns & Roses         Sex Pistols
Iron Maiden            S.O.A.D.
Janis Joplin             The Commitments
Led Zeppelin          The Doors
Metallica                 The Who
             (ask for more...)

 

I CONCERTI CHE HO VISTO

Nomadi (?)
Litfiba (?)
Ligabue (23/10/99)
Vasco Rossi (25/09/01)
System of a down (08/03/02)
NOFX (01/09/02)
Sick of it all (01/09/02)
Punkreas (01/09/02)
Meganoidi (01/09/02)
Ligabue (10/09/02)
Audioslave (02/06/03)
Queens of the stone age (02/06/03)
White Stripes (02/06/03)
Ska-P (19/05/04)
Guccini (15/10/04)
Queen (07/04/05)
Elio e le storie Tese (27/08/05)
Blues Brothers Tribute (12/03/06)
Giovanni Allevi (05/05/06)
Elio + Bisio (11/07/06)
Masini (24/03/07)
Marilyn Manson (29/05/07)
Aerosmith (19/06/07)

 

SPECIAL THANKS TO

La schiacciata di Marcello
La Fanta
Il bicchiere verde
Il cerchio, il quadrato, il triangolo
Yatta Man
La ghiaia di Vincenzo
Lo stucco
Gli aghi di pino
Il cortile
Le lucertole
La fionda
Il bagno della nonna
I mostri
Il negozietto
Cesare Pavese
Il Cicatrene
L'insostenibile leggerezza dell'essere
Il Cebion
Dino Buzzati
I tagli con la carta
Il giocattolo dopo il dentista
Stefano Benni
Le scarpe consumate
I pinoli
Hypnotique Poison
Il nero
Il senso del tatto
Corrado Guzzanti
La pannacotta
La menta
La barca di Giulio
Le Ferrovie dello Stato
Nanni Moretti
Chi me l'ha data
Chi non me l'ha data
Chi me l'ha ridata
La Tachipirina
I tappeti elastici
I gavettoni
Le giostre
La bistecca
Nanni Moretti
Chi mi vive


 

 

What the fuck are you smoking?

Post n°83 pubblicato il 01 Maggio 2008 da ProfumoDiNebbia
 

Dedicato a tutti coloro che avrebbero voluto ma non hanno saputo o potuto, e anche a tutti quelli che non avrebbero mai voluto, ma gli è toccato...

Ricorrenze
Faremo lo spettacolo il 23 Aprile: è il compleanno di Shakespeare, anche se qualcuno dice sia nato il 24, o il 25…In effetti, forse non è mai nato…

 Gruppo di auto aiuto
Allora, scrivi: Teatro comunale dell’Antella, 23 Aprile, ore 21
Ripetimelo!
Ma se te l’ho appena detto…
No, dài, ripetimelo: sono ossessivo compulsivo


Nomen omen
Dovremo scegliere un nome per la compagnia…

Sarebbe bello qualcosa con Proteo…

I Banana Proteo!

Bellissimo!

No, però non è serio: sembra il nome di un gruppo rock giapponese…

I Proteo Children?

Banana Proteo è stupendo, prendiamolo noi prima ci pensi qualcun altro!

Tipo un gruppo rock giapponese…

Davide e Golia!

Che c’entra?

BA-NANA PRO-TEO! BA-NANA PRO-TEO!

Don Chisciotte?

Dài, ma non c’entra!

E se ci chiamassimo Proteozoo?

Protozoo?

No, i Proteozoo

Mi fa schifo…

BBUUU!

Tu, Yuri?

Ma io ho già proposto!

Sì: Davide e Golia, Don Chisciotte e sette spose per sette fratelli…

 Acronimi
Dovremmo fare come nel film di Kennet Branagh: meno r.d.m.
Errediemme? Cioè?
Recitazione Di Merda…

L’umiltà
Sono un sicario vicario…

 Suggerimenti
Dovresti usare il diaframma, senti, come faccio io…
Ma vaffanculo!

 Lesson number two: pronontiation
Cujini, spero per noi vicino il giorno…”
Come? CuGIni!
Eh: cujini

Campi semantici
Dovremmo fare anche la versione erotica: “Che cosa non potremo, tu ed io, sul corpo incustodito di Duncan?”


Orgoglio virile
Hai il petto villoso?
No

Peccato…

Però sono molto maschio!


Teorema di Corso o legge dell’imbuto
Porterò sessanta persone!

Saranno almeno una decina

Una mia amica viene di sicuro, l’altra non so…

Finanziamenti presunti
Per me non c’è problema: posso andarci sotto anche di cinquanta euro
Non ti preoccupare: ci andrai…

I tre moschettieri o il mago Silvan?
Abbiamo investito metà del nostro budget in spade: nello scegliere la prossima rappresentazione dovremo tenerne conto…

Onestà intellettuale
Io la gente l’ho invitata, però gli ho anche detto: “Portatevi un thermos…”

Un fantasma si aggira per l’Europa: l’usucapione
Da quanto tempo è che ti ho prestato “Io e Annie?”
Non so, saranno…Due anni?
Due anni? Ma se è da quando…E’di più!
Può darsi…
L’hai visto?
No…
Vaffanculo!
Però, avendo la coda di paglia, devi ammettere che tutte le volte il discorso cada su Woody Allen io faccio “Ehi, avete sentito quanto è andato sotto il Nasdaq oggi?”

Atmosfere
Per cena oltre ai panini e alle birre hai comprato quattro stecche di cioccolata, due confezioni di Tegolini e due di wafer alla nocciola: adesso tira fuori il caminetto della Novi…

Gita fuori porta
Si va?
E dove?
A maiala all’Est…

Killer Queen
Certo che sei proprio una bella fica!
Grazie, caro…
Saresti al sicuro nel mio letto!
Io non sono al sicuro nel letto di nessuno, tesoro…


Doni sospetti
Tieni: della buona corda

Cos’è, un invito ad impiccarmi?

 Ricerche di mercato
Nessun supermercato ha il colorante rosso per dolci. Niente di male, non ne hanno venduto neanche uno dal ’92…Ma dovevano accorgersene proprio quando sarebbe servito a me?

 Satanismi
Hai portato il sangue?
Sì, è ancora caldo
Hai sgozzato un maiale?
No, però ci avevo pensato…

La ricetta della nonna
Che ci hai messo per fare il sangue?
Te lo dico alla fine…
Vegetale o animale?
Vegetale…
Vai, sono più tranquillo…

 Ragguagli tecnici
Bene, allora, le luci le voglio…bla bla bla…E poi…bla bla bla…Perché dovremo bla bla…
Perfetto: ti metto anche un paio di controluce?
(silenzio)…Sì… (…cespuglio che rotola stanco…)  … (cornacchia a volo radente orizzontale con scia di pallini neri) … (gocciolina, gocciolina, gocciolina) … Non ci avevo pensato…

 Lungimiranze registiche
Ho messo le luci in questo modo perché ho pensato “Già sentono la voce, se poi gli vedono anche la faccia è sicuro che scoppino a ridere”

Regali incombenze
(cercando di fissare la maglietta ai pantaloni per non farla salire) Dove sono le spille di MacDuff?

Riciclaggi artistici
Ho scoperto che per la telecamera la penombra è zona buia
Perfetto: con le riprese della prima serata che ci facciamo, la traccia audio?

Congiunture negative
Nessuno verrà a vederci stasera, gioca la Fiorentina…
Ha anche la maglia viola…Dove gioca?
In Scozia
Speriamo che perda...

Compromessi storici
“…la si vede alzarsi dal letto, aprire il COMODINO…”

 Progressi
Il Rosi è migliorato molto
Sì, è vero: è la prima volta che recita…

 Clientelismi
Guarda, il recensore ha citato solo il mio nome
Per forza, l’hai chiamato tu: gli avrai promesso di fargli trombare la sorella che non hai…
Infatti pensavo di mandarci il Rosi…

 Stanislawski…Ed Hutch?
Adesso finalmente dopo due settimane potrò lavarmi i capelli!
Ti hanno rimesso l’acqua calda in casa?
No: è che dovevo assomigliare a un nobile scozzese…

La portiera nella roccia
Questa portiera non si apre!
Tira, tira: è una macchina per soli uomini o per sole donne…

Last but not least…
Queste candele profumate profumano che è una bellezza, ma non si accendono neanche a dargli fuoco

 
Colonna sonora, "Wouldn't it be nice?" Beach Boys

 
 
 

La logica del prosciutto

Post n°82 pubblicato il 20 Aprile 2008 da ProfumoDiNebbia
 

"Io me li ricordo, negli anni '70, a Roma, la F.I.G.C., i giovani comunisti romani stavano tutti i pomeriggi davanti al televisore a vedere Happy Days, Fonzie..."
"Questo che c'entra, Nanni?"
"E questa è la loro formazione politica, culturale, morale!"
"Nanni questo non c'entra proprio niente, assolutamente..."
"Vabbeh, non c'entra...Non c'entra...Però c'entra, non c'entra però c'entra!"


Lapalissianamente, se non ci fosse da piangere ci sarebbe molto da ridere.
Sentire parlare Fassino il quale, a suo dire, in campagna elettorale ha girato ben due mercati al giorno raccogliendo, in effetti,  non meglio specificati "segnali di malcontento", probabilmente sottoforma di una variegata specie di frutta e verdura, è davvero comico. Ma non diverte un cazzo di nessuno.
Bertinotti, per dirla con Benni, “si trascina come un pugile suonato alla ricerca di un’impossibile rivincita”, interrogandosi sul perché del crollo della Sinistra. Si vede che non ha mai letto Bukowski. Ce lo vedete, il vecchio Hank, a giocare i suoi ultimi cinque dollari su “Cataratta Dream”? Era uno sbronzo, mica un coglione.

Per capire il perché del crollo della Sinistra, basta guardare la composizione del parlamento. Se si eccettua la sparuta rappresentanza UDC, che farebbe tenerezza se non annoverasse fra i presenti Cuffaro, deputati e senatori appartengono tutti a partiti che potremmo definire post ideologici. O meglio, aideologici. Significa, per chi ancora non lo avesse capito, che dell’ideologia ormai non gliene importa nulla a nessuno, specie se questa rimane orfana di concretezza e puzza di muffa. Giusto o sbagliato, moderno o inquietante che lo si voglia leggere, qualcuno dovrebbe forse iniziare a prenderne atto.

L’ideologia non ti cancella le rate del mutuo. L’ideologia non riempie né il frigo né la pancia, non paga l’RC auto o le tasse universitarie, non guarisce la leucemia né il morbillo, non ti toglie la voglia di attaccarti alla bottiglia o alla trave della soffitta.

Una politica che faccia solo della nostalgica ideologia, levìta di chimere verdi ormai solo di muschio, è destinata a fallire. A raccogliere lo 0,4, il 2,1. Son numeri che fanno la differenza solo per un tornitore, e si sa che di mestieri come quello in Italia non ne vuole fare più nessuno.

La gente si aspetta, spera, si illude che la politica faccia anche qualcosa per loro. Di tangibile, concreto. Forse anche di buono.
La politica nessuno la vede più come un servizio, una missione, una vocazione, è diventata un prodotto, non sfugge alla logica del prosciutto: se non mi piace, la prossima volta cambio.

 Allora, sentire parlare la candidata di Sinistra Cri(p)tica che vaneggia di salario minimo a 1300 euro (che sarebbe un'ottima cosa se solo fosse appena più possibile di una pentola d'oro in fondo a un arcobaleno, rinchiusa in un'ostrica con dentro una pianta di fagioli) o che sostiene come, in fondo, la proprietà privata non sia poi così necessaria, mi fa cascare le palle. Se non fosse che ormai ci sono troppo affezionato per non tenerle al sicuro nel  loro scroto. Accusiamo Berlusconi e Veltroni di fare del vitreo populismo, della demagogia, e questa è la risposta? Forse anche la sua laurea in storia era il frutto di nostalgia.

Dai politici io voglio delle risposte concrete. Facciano qualcosa, giusto o sbagliato, poi da persona e da elettore valuterò. Ma facciano.
Qualcuno a sinistra, per assurdo, magari nel suo subconscio, potrebbe celare anche delle idee interessanti, perché no, magari fustigate e occultate con cura da un Super Io troppo prepotente, chi può dirlo, non poniamo limiti alla legge dei grandi numeri,  in fondo varrà anche per loro.
Ma certo, se Diliberto posso giudicarlo solo dalla montatura dei suoi occhiali, il bilancio rischia di essere negativo.
Poi sono sicuro che in questo bel periodo di ricostruzione faranno tanta rossa politica dal basso, certamente, raccoglieranno l’energia dei movimenti, dei centri sociali e dei circoli ARCI, si riconcilieranno con la base e troveranno anche una bella casetta nel bosco con le tegole di cioccolata e i pomelli delle porte di liquirizia. Ma non è quello che gli serve.
Sono degli schizofrenici, vivono in una realtà parallela dove la forza di gravità è ascensionale e nei globuli rossi al posto dell’atomo di ferro c’è una Tic Tac, basterebbe che qualcuno gli mettesse sotto al naso un calendario, e gli spiegasse che per leggere l’anno, no, non bisogna sommare le singole cifre: sono migliaia, quelle. Migliaia come le persone che hanno deciso di votare la Lega al posto loro.

Nel frattempo, giusto per cambiare argomento, sentiremo parlare di economia tanta bella gente, al punto che ho deciso di farlo anche io.
Premetto, quando penso alla partita doppia mi vengono in mente i quarti di Champions League, ma volevo sottolinearvi un fatterello che vi propineranno spesso nei prossimi mesi, e che a mio modesto e opinabilissimo avviso merita di essere sottolineato.

Vi diranno, dei distinti signori, che la produzione in Italia è ferma, e che senza produzione non c’è ricchezza, per cui per far ripartire l’Italia bisogna far ripartire la produzione industriale. Perché se l’economia gira ci guadagniamo tutti, isn’t it?
Tutti che cercano la crescita, la crescita, e io con loro, che ancora aspetto dal duemilaetré che mi fioriscano i tulipani neri d'Olanda.

Mi pare che sfugga, a questi aristotelici, una delle postille in filigrana dell’economia: la legge della domanda e dell’offerta. L’idea che aumentare la produzione possa far aumentare parallelamente i consumi è ferma a un secolo fa, ai tempi del fordismo e del gigantismo industriale. Forse sono dei nostalgici anche alla Confindustria.
E’ il lavoro a tempo indeterminato che deve tornare: con un posto ragionevolmente sicuro e un salario decente ci sarebbe presumibilmente un aumento dei consumi, quindi della domanda, e conseguentemente della produzione cioè dell’offerta. Otre al trascurabile dettaglio che forse vivremmo tutti un po' meglio.
Non mi sembra un concetto difficile da intuire. Voglio dire, ci ho pensato io da solo nei ritagli di tempo, non mi ha aiutato nessuno, perfino Ford, che pare non brillasse per filantropia, c’era arrivato. Un secolo fa, per l’appunto.

 Ci vogliono far credere che uno steso da un colpo di fucile sia morto per la paura dello scoppio, sovvertono le cause con gli effetti neanche fossero scettici humiani, sono arrivati all’assurdo di voler fare la concorrenza ai cinesi sul loro terreno,il costo del lavoro. Pazzesco.

Sarebbe come se io mi mettessi a fare una partitina a poker contro Antonio “the magician” Esfandiari con l'intenzione di fare qualche soldo. Davanti ad uno che, per intendersi, sa che carte hai in mano prima ancora che taglino il mazzo.

Come dire: sbronzo mai abbastanza, coglione non ancora.

 

Colonna sonora, “Prendilo tu questo frutto amaro” Antonello Venditti

 
 
 

Dài il culo all'amplificatore

Post n°81 pubblicato il 09 Aprile 2008 da ProfumoDiNebbia
 

Prendevamo il treno ogni sabato pomeriggio, ché dei grandi ci mancavano ancora la patente e la disillusione, per andare a chiuderci in una stanzetta della Firenze aliena, grande appena quanto basta.
Li seguivo, come fa un bambino quando rincorre una libellula scheggia d'azzurro: alieno da lei, senza alcuna speranza di raggiungerla. Ma non gli importa. Gli piace così. L'inutile è già vocabolario d'adulto.
Ne uscivo frastornato ma contento, forse persino più di loro: io che pure non suonavo, non sapevo cosa fosse un giro di basso, un bridge o uno "ua ua",  tornavo a casa con in tasca un pezzetto del loro sogno e in testa il basso della Martina, quasi fossi stato una donna indiana. Non importava saperne il nome in fondo, di quel sogno, per sapere che c'era. Che era quasi un po' mio.
Non era sempre stato così. Prima passavamo i pomeriggi a saccheggiare il frigo e la dispensa di una casa di campagna. Poi il proprietario del frigo, della dispensa, della casa e forse anche della campagna giustamente aggrottò appena le sopracciglia e ce ne andammo altrove, a dare il culo all'amplificatore. Perché è così che si fa, quando fischia.
Ed io, che non assomiglio di certo a Steven Tyler ma che proprio in quel periodo iniziai ad amarlo, forse devo un po' di quel che sono adesso proprio a quel periodo, a quando scoprivo i System of a Down, a quando rovinavo sui vasi di rosmarino distruggendo corde e chitarre o storpiavo "Pink", a quello strano 2002, ai pisani menestrelli, agli onesti "Best Before" e alla loro concezione di "Pet Cemetry" e "Basket Case", alla telecamera digitale, alla cena etnica che mi ha visto digiuno, agli occhiali che ho lasciato su un ghiacciaio in Val d'Aosta, ai tegolini, a quando ascoltavo canzoni che parlavano di una margherita che pugnala un uomo o di un ragazzo finito incautamente sotto acido, e forse mi mancano quei versi che, tradotti, suonavano come "piango per i funghi morti in guerra, credo nel rosa ma le mie ascelle sono blu".
Non si possono che rimpiangere, le lacrime sparse sugli champignons. E nel Rorscharc continuo a vederne, di "Pink elephants".



Colonna sonora, "Darts" System of a Down

 
 
 

Giustizialismo ittico

Post n°80 pubblicato il 17 Marzo 2008 da ProfumoDiNebbia
 

Ho passato il fine settimana a constatare la mascolinità dei miei leucociti: se la sono cavata alla grande, ma questo non ha impedito alla mia scorsa nottata di regalarmi sogni inquietanti che, fra le altre cose, hanno confermato la mia spiccata simpatia anche in fase R.E.M. Solo in fase R.E.M.? Neanche in fase R.E.M.? Pazienza. Tanto preferisco i R.A.T.M.
Ero a pescare in un laghetto artificiale, non ricordo con chi. E' una passione che, rimasta sopita per lunghi anni, si è riaffacciata prepotentemente lo scorso anno, per poi tornare ad assopirsi, visto che i miei compagni di pesca si sono messi a fare arte, e si sa quanto l'arte sia fagocitante. Quasi quanto le rate del Berti.
Mi trovavo insomma in riva a questo laghetto, che potrei identificare come un ibrido fra Colognole ed il lago Viola, quando decido di usare come esca della mollica di pane. Caro vecchio pane, snobbato dai pesci di oggi, drogati di sintetiche spezie, che pure una volta mai avresti deluso!
Dopo aver impigliato la canna per un paio di volte nei rami degli alberi (nei miei sogni ci sono sempre degli elementi realistici), getto finalmente la lenza in acqua in trepidante e fiduciosa attesa.
Non devo aspettare molto. Il vettino della canna si piega con forza, dò la mia brava ferrata alla canna senza lasciarmi scappare nemmeno un' imprecazione (questo no, non è realistico), e senza molta fatica tiro fuori un pesce stranissimo.
A prima vista sembrava una sorta di anguilla, poi mentre lo stavo portando a riva diventava una specie di piccolo pesce siluro, ma una volta giunto sulla terraferma si trasformava in un enorme pesce ignoto all'umanità tutta, qualcosa di assolutamente straordinario e degno di Futurama: lungo tipo un metro e ottanta e largo una cinquantina di centimetri, di colore argenteo, aveva tre paia di branchie disposte lungo il corpo. Doveva essere una specie rara, che per una strana reazione chimica a contatto con l'aria anziché ossidarsi si dilatava. E tutto questo a Colognole, ovviamente.
Un paio di persone lo tenevano in aria a mò di trofeo.
Io lo guardavo, pensando forse che una tale specie di pesce dovesse essere quantomeno impagliata o donata alla scienza a lode e gloria del mio nome e di tutta la zoologia.
Constatando tuttavia le ciclopiche dimensioni dell'animale, che sarà stato pure pesce lacustre ma probabilmente non nutriva particolari ambizioni di impagliatura e avrebbe quindi opposto tenace resistenza, guardo sconsolato gli altri e faccio: "E questo co' icché s'ammazza, colla sedia elettrica?".



Colonna sonora, "Looking out my backdoor" Creedence Clearwater Revival

 
 
 

Tu quoque, Marco...

Post n°79 pubblicato il 14 Marzo 2008 da ProfumoDiNebbia
 

Io e Marco Travaglio siamo da sempre una squadra: lui ci mette la faccia ed io tramo nell'ombra. Il motivo principale di questa scelta risiede nel fatto che sia molto più fotogenico di me. E che lui, ancora, che siamo una squadra non lo sa.
Trovandosi a parlare al Teatro Alfieri di Asti in data 19/02/08, fra molte altre cose si trova a fare una serie di affermazioni che ho scoperto essere, nella sostanza, molto simili ad alcune considerazioni che avevo fatto in data 09/02/08 a proposito dell'inutilità, in Italia, dell'astensionismo alle elezioni come forma di dissenso.
E' quindi con grande soddisfazione, lusingato per questo comune modo di sentire sull'argomento con uno dei giornalisti più degni di considerazione in Italia, a mio parere, ed in definitiva mosso da puro spirito di vanità che vi riporto il passaggio in questione trascritto testualmente.
Chi fosse interessato, può trovare quell'intervento completo, assieme a molti altri, qui, su YouTube.

"(...) Eviterei di astenermi.
Io sono stato tentato per l'astensione fino a un mese fa, poi ho sentito parlare Giovanni Sartori(*) il quale ha detto, ma tanto anche se gli italiani votassero soltanto in tre ci sarebbe chi dice, io c'ho il sessanta per cento, tu c'hai il quaranta e quindi ho vinto io, tu fai l'opposizione, anche se hanno votato la madre, la zia e un piccolo fan.
Ecco, questo...Questa inutilità dell'astensionismo io la metterei proprio in rilievo, nel senso che, veramente, il numero degli astenuti o delle schede bianche viene esaminato per un paio di giorni da Ilvo Diamanti(**) e alcuni esperti, dopodiché cade nel dimenticatoio e lavorano con i pochi voti che hanno preso, quindi...Tentiamo di farlo valere molto bene il nostro voto, intanto che c'è una legge elettorale che non consente di scegliere il proprio rappresentante ma soltanto il partito, diamo un'occhiata alle liste: se c'è anche una sola persona che non vogliamo sentir parlare in quella lista, beh pazienza, punizione al partito che ha candidato quella persona. E'un boomerang. (...)
Teniamo ben presente che il voto non serve solo a premiare qualcuno ma serve anche a punire qualcun'altro."

Nulla da aggiungere (***).

*Giovanni Sartori non è il mio nome d'arte ma, a quanto ho appreso, quello di uno dei più grandi politologi italiani.

**Purtroppo neanche Ilvo Diamanti è il mio nome d'arte, ma quello di un altro dei più grandi politologi italiani.

***Vado a cercarmi un nome d'arte. Dei più grandi.



Colonna sonora, "Hate to say I told you so" The Hives

 
 
 
 
 

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