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diffondiamo l'arte di fermarsi a rilassarsi

 

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E' un libro che tutti, e dico tutti, dovrebbero leggere e...

Post n°59 pubblicato il 20 Giugno 2014 da mykonos_tartarughe

...condividerne i contenuti, confrontarsi su dubbi, domande che scaturiscono durante la lettura e soprattutto andare a rileggerselo ogni tanto per rispolverare le immagini che evoca, alcune preoccupanti altre capaci di suggerirci una nuova visione del vivere quotidiano.
PENSARE COME LE MONTAGNE viene scritto a quattro mani da Paolo Ermani e Valerio Pignatta.

Paolo Ermani è presidente dell'associazione PAEA (progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambiente), socio fondatore ed ex vicepresidente del Movimento per la decrescita felice. E' tra gli ideatori del quotidiano on-line IL CAMBIAMENTO. Da decenni è impegnato nell'ambito delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Ha contribuito al volume UN PROGRAMMA POLITICO PER LA DECRESCITA, Edizioni per la decrescita felice, Roma 2008.

Valerio Pignatta è naturopata e giornalista pubblicista; collabora con numerose case editrici e ha curato molte pubblicazioni di medicina non convenzionale. E' inoltre appassionato cultore dei movimenti spirituali libertari. Vive in Toscana dove pratica la "decrescita", l'autoproduzione e lo scambio di beni e di servizi. Tra i suoi lavori più recenti IL CALENDARIO DELLA DECRESCITA 2009, Macro Edizioni, e L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'AVERE, EMI, 2009.

Questo testo affronta il tema della decrescita consapevole e del risparmio energetico in modo analitico anche se discorsivo.
Parte con un'analisi della realtà italiana e internazionale sui temi come ambiente, salute, alimentazione, potere e tecnologia. Evoluzione, progresso e limiti. Visione e progetto di crescita economica infinita su un Pianeta Terra finito. Finito in quanto acqua, risorse energetiche di origine fossile, terreno fertile non sono infiniti e quindi vanno preservati con una decrescita, con un utilizzo più consono delle risorse e dell'energia, con l'adozione di tecniche di produzione energetica ad impatto zero e rinnovabili, con un'attenzione alla stabilità fisica e psicologica dell'essere umano.

La prefazione è fatta da Simone Perotti, autore di diversi libri tra cui "Adesso Basta - Lasciare il lavoro e cambiare vita" (Chiarelettere, 2009) e "Ufficio di scollocamento - Una proposta per ricominciare a vivere" (Chiarelettere, 2012) che ovviamente ho letto.

INDICE
Prefazione
Introduzione (Perchè questo libro?)

Parte 1 - LE RAGIONI PER TORNARE A VIVERE
- La crisi ambientale
- Il sistema politico-economico: il potere
- Analisi sociale
- Analisi filosofica
- La situazione sanitaria
- Psicanalisi dell'alienazione di massa: la realtà virtuale

Parte 2 - IL MONDO IN POSITIVO
- L'alimentazione
- La salute
- L'energia
- Gli stili di vita
- L'educazione e le relazioni sociali
- Il lavoro
- La spiritualità
- La comunità

CONCLUSIONI

Bibliografia essenziale
Siti internet

Quando ho iniziato a leggere questo testo ho capito subito che non era il solito libro e che meritava attenzione, tant'è che ho preso appunti che ogni tanto andrò a rileggere perchè in questa quotidianità frenetica bisogna sempre tornare a rileggere spunti per attuare davvero il cambiamento.

La prima frase che ho voluto fissare è questa:

<<E' la diffusione del modello di crescita infinita di stampo occidentale che sta avvelenando le menti e la ricchezza biosistemica del pianeta.>> a pagina 20.

Un'altra frase di grande impatto sebbene di concetto semplice è:

<< Riteniamo molto più probabile che se qualcosa cambierà, sarà per l'iniziativa dei singoli individui.>> pagina 23

Si perchè il cambiamento che si auspica tra le righe necessita che ognuno di noi inizi a far suo il cambiamento nei suoi gesti e nelle sue scelte della quotidianità. Non dobbiamo aspettarci che il cambiamento arrivi dalle stanze del potere, dalle riunioni dei potenti perchè se non ve ne siete accorti, quando fanno i summit di stampo ecologico e ambientale i "grandi del mondo" ci si ritrova di fronte all'immagine "la montagna ha partorito il topolino".

<<NON E' SOLO QUESTIONE DI RIPRISTINARE STANDARD BIOLOGICI DEGLI ECOSISTEMI CHE CI PERMETTONO DI VIVERE; E' ANCHE L'ESIGENZA DI RICOLLOCARE LA NATURA AL POSTO CHE LE SPETTA NELLE NOSTRE VITE.>> pagina 23

Molto interessante è il tema che riguarda i bambini, ossia la SINDROME DA DEFICIT DI NATURA, un disturbo che provoca sintomi e malesseri ben precisi riscontrati soprattutto nei bambini di città. Il disordine in questione è legato soprattutto alla mancanza di contatto con gli ambienti naturali e con gli spazi all'aperto.
I ricercatori sono sempre più convinti che alcune malattie in rapida ascesa tra i giovani come obesità, asma, allergie, depressione, alcune manifestazioni d'autismo e persino la fantomatica ADHD (la Sindrome da deficit di attenzione e iperattività) siano in correlazione con queste dinamiche sociali per cui i ragazzini passano la quasi totalità del loro tempo seduti: a scuola, in auto o a casa davanti a uno schermo.
Secondo le ricerche di due studiosi, Nancy Wells e Gary Evans, l'immersione nel verde della campagna e la presenza di boschi riducono lo stress nei bambini, che sono stimolati a sviluppare maggiori qualità intellettive, salute e serenità.
Altri studi dimostrano come i sintomi dell'ADHD siano maggiormente gestibili in un contesto naturale; costituiscono "misure terapeutiche", che vanno ben oltre la soluzione affrettata e deleteria degli psicolofarmaci.

Mi colpisce il passaggio in cui viene descritta la riabilitazione da videodipendenza da Internet a Guangzhou, in Cina e l'utilizzo di una sorta di metadone elettronico. Attraverso questa descrizione ci possiamo rendere conto dell'entità del danno psicofisico che stiamo per apportare ai nostri figli e nipoti, e alla società tutta.

<<Piantiamo invece tanti alberi su cui i nostri ragazzi possano arrampicarsi, coltiviamo nei nostri giardini e balconi fiori e piantine da toccare, annusare e ammirare. Corriamo o pedaliamo per le strade di campagna insieme ai nostri bimbi cosicchè possano riscoprire il magma vitale che ci circonda.>>

Viene affrontato anche il tema IMMIGRAZIONE.
La nostra crescita economica senza limiti causa problemi gravi nei paesi da cui partono le ondate migratorie in quanto sfruttiamo e impoveriamo le loro terre e sfruttiamo i popoli indigeni (grazie a governi corrotti compiacenti) provocando miseria, desertificazione e sommersione isole per innalzamento del livello dei mari, infatti 6.000.000 di persone ogni anno lasciano la loro terra per cambiamenti climatici, per non parlare delle guerre foraggiate dai paesi ricchi per il CONTROLLO DELLE RISORSE.
Infatti pare esserci una nuova forma di colonialismo attraverso l'acquisto da parte delle potenze economiche di migliaia di ettari di vari stati nazionali poveri per assicurarsi le risorse, con conseguente pericolo di DIPENDENZA ALIMENTARE.

Interessante a questo proposito i progetti di sussistenza agricola/alimentare come il Sekem, in Egitto, o il Barefoot College in India. Tutto si basa su fonti energetiche rinnovabili semplici e tecnologie artigiane applicate a criteri di sussistenza e rivalorizzazione dei saperi locali.

Viene posta attenzione anche sul tema DISAGIO GIOVANILE.
Si calcola che nei prossimi 20 anni la depressione sarà la malattia più diffusa, una malattia che abbiamo creato noi uomini occidentali grazie alla perdita di valori e al consumismo.

<<...una società fondata sull'arrivismo, sul puro benessere materiale e sull'esposizione mercenaria del proprio corpo ha un impatto rovinoso sui giovani che si ritrovano spesso sperduti in un deserto di valori dove anche le speranze lecite dell'età divengono miraggi irraggiungibili.>>

Un passaggio importante pone attenzione su quanto poco rispetto si ha nei confronti dei bambini:

<<Questa stessa esposizione al mondo adulto, erotico e violento televisivo porta quindi da una parte a quella che il critico delle comunicazioni statunitense Neil Postman ha definito "LA SCOMPARSA DELL'INFANZIA".>>

Ripensando alla situazione odierna ci si chiede: ma davvero la gente oggi è felice?
La depressione sta diventando il male principale che affligge le persone, anche i giovanissimi iniziano l'uso di psicofarmaci per affrontare la quotidianità, che se pensiamo al progresso tanto esibito come traguardo dovrebbe essere semplificata dai nuovi ritrovati di tecnologia, benessere ecc...

Allora perchè sono in aumento i segnali di malessere? Perchè si ha troppo? O perchè si ha troppo poco di ciò che realmente ci serve per vivere bene?

Il progresso è un bene, ma come tutte le cose bisogna capirne i limiti e soprattutto non perdere mai di vista chi siamo... Non siamo robot, non ci nutriamo di byte... Siamo esseri umani, siamo di origine naturale e non possiamo perdere contatti con la nostra base, la nostra origine...

In un mondo in cui la natura e le sue risorse sono "mezzi per" e non l'essenziale, l'indispensabile da custodire e rispettare siamo destinati a scomparire e con noi altre creature innocenti come flora e fauna...

L'alimentazione sta cambiando, sempre più persone si avvicinano allo stile vegetariano. Se anche qualcuno inizia per "moda" alla lunga ci si rende conto che si sta meglio ed è l'unico modo per promuovere il rispetto dell'ambiente.
Gli allevamenti intensivi stanno inquinando cielo e terra, per non parlare dell'effetto disastroso che hanno le proteine animali sul nostro organismo, peggio ancora se inquinate da farmaci e antibiotici con cui vengono bombardati gli animali allevati.

La salute viene associata ai farmaci mentre in verità dovrebbe essere associata solo ad alimentazione e movimento, perchè i farmaci sono un grande business delle multinazionali che ti tengono in vita senza guarirti perchè altrimenti si interromperebbe quel circolo vizioso che fa loro guadagnare.

L'energia va rivista in termini di sostenibilità, di lungimiranza. Sia per un fatto di equilibrio ambientale che di potere.
Si deve tornare alla comunità, alla condivisione per poter salvaguardare il Pianeta in quanto solo quello abbiamo e ci sarà un momento in cui ogni cambiamento tardivo potrebbe essere inutile.

Purtroppo non posso scrivere tutti i miei appunti (ne ho scritti forse un ventesimo) altrimenti vi stanchereste subito e oltre a non leggere l'opinione non leggereste nemmeno il libro, ma credetemi, è un manuale di grande utilità e penso che questo cambiamento deve iniziare da subito.

Cito ancora qualche passaggio che trovo illuminante.

<<Nei prossimi anni tutto il sistema pensionistico sarà probabilmente stravolto completamente dallo sconquasso climatico e demografico che si avvicina a grandi passi. (...) La migliore pensione è creare una comunità che sostenga la vecchiaia e renda gli anziani una risorsa e non un peso.>>

<< Se non saremo in grado di attuare questo cambiamento in modo graduale ci sarà comunque un momento in cui scarsità delle materie prime e delle risorse ci imporranno il cambiamento comunque.>>

E sicuramente il cambiamento che parte da noi in modo graduale risulterebbe più accettabile e meno traumatico rispetto ad un cambiamento radicale imposto dall'impossibilità di fare diversamente.

Dai temi trattati qualcuno potrebbe pensare si tratti di un libro noioso, tecnico e che genera tensione o preoccupazione... Nulla del genere...
A livello inconscio tutti percepiamo che qualcosa non va e queste pagine aprono gli occhi e la mente, perchè oltre a mostrare la realtà come davvero è da più che suggerimenti una vera guida per cambiare in meglio la nostra esistenza, in primis quella interiore che troppo spesso viene posta in secondo piano e da qui ha origine la depressione.

Pagine in linguaggio semplice che propongono uno stile di vita alternativo capace di risolvere problemi che ancora non avvertiamo come tali ma ne accusiamo i disturbi.

Dopo questa lettura guardo il quotidiano con occhi diversi e mi sento in un contesto più vivace. Mi sento di nuovo piena di speranza che il meglio deve ancora arrivare e arriverà...

 

 
 
 
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