AbbeceDario
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Il giorno della mia morte
Ottobre è il mese in cui compio gli anni.
Non ho mai amato particolarmente il giorno del
mio compleanno.
In alcuni periodi è stato anche un giorno angosciante,
una grande ombra su di me, soffocante.
Un sentimento che negli anni ho suddiviso in quattro fasi.
Ho cominciato con l'essergli indifferente quindi
ad odiarlo per poi averne proprio paura ed infine,
ad apprezzarlo, quasi definitivamente e serenamente.
Forse perché patisco vedere sul calendario
l’inesorabile trascorrere del tempo...
… in mezzo a tutti quei numeri e a quel pallino rosso, che se non c'è è già di
per sé preoccupante.
Un giorno come tanti con le solite frasi di circostanza, le solite sciocchezze
di sempre;
“Siamo qui per volere di chi?”
La vera ragione di questa inquietudine però è un'altra.
Tutto cominciò quando un mio amico mi disse che online c'era
un sito grazie al quale potevi conoscere il giorno della tua morte.
Bastava inserire alcuni dati importanti come la data di nascita,
peso, altezza e stile di vita.
“Ho sempre cercato di essere razionale, istintivo e risoluto,
ma quel giorno la curiosità la fece da padrone”
A pensarci, non sono neanche superstizioso, ma se
un gatto nero mi attraversa la strada,
qualche pensiero in più mi tormenta.
Allora quel giorno dissi al mio amico
se poteva guardare per me,
rivelandomi però solo il giorno ed il mese
della mia dipartita, ma non l'anno.
Quello era l'accordo.
Aspettai con ansia la sua e-mail,
ma stentò ad arrivare.
Passarono giorni e settimane, ma niente.
Dopo un mese,finalmente arrivò la tanto attesa notizia.
La data che era apparsa lo aveva sconvolto e aveva cercato di temporeggiare.
Non voleva dirmelo, prese poi coraggio
e riuscì a sostenere il mio sguardo quando ci incontrammo.
Mi disse che sarei morto nello stesso giorno
e nello stesso mese in cui ero nato.
Fu da quel momento che cominciai ad odiare quel giorno.
Il significato era lo stesso del gatto nero:
un solo pensiero nel quale confluivano tutti gli altri.
La solita grande ombra mi schiacciava.
Chissà in che anno sarei morto!
Un senso di impotenza lacerante e quell’odio divenne paura.
Il terrore di vedere in faccia il diavolo prima del tempo consumava
le mie emozioni.
A ogni compleanno, aspettavo con impazienza la mezzanotte,
sperando di vedere l'alba di un nuovo giorno.
Questo si ripeté per qualche anno,
fino a quando conobbi la sorella di un
mio amico; imponderabile, illuminò il mio pensiero.
Una ragazza molto dolce che come “professione” faceva la medium.
Onestamente più che una medium,
mi sembrava una maximun, una XXL.
Pesava 198 chili netti, non proprio una silouette,
bastava lei per riempire la stanza.
A parte la sua voluminosa forma, accentuata dalle larghe vesti,
era una donna affascinante con le mani sempre in pasta;
preparava pozioni magiche e riti propiziatori a costo zero.
Una fattucchiera come tante,
ma con un valore aggiunto; si occupava anche di “reincarnazione”
dottrina imparata dall'Induismo e dal Buddhismo.
Spinto dalla mia naturale curiosità per ciò che non conosco,
cominciai a frequentarla.
Le raccontai di quel fatto curioso che mi era successo.
Lei mi disse che le uniche persone sicure
di reincarnarsi, erano proprio quelle che
sarebbero morte nello stesso giorno della nascita.
Una sorta di continuità, un filo conduttore tra vita e morte, a suo dire.
Una stretta di mano tra ombra e luce, un abbraccio tra il mistico e l’etereo.
A quelle meravigliose parole la abbracciai, sprezzante del pericolo.
Da quel giorno cominciai ad amarla, a gridare forte il suo nome
per la strada e a ringraziarla per avermi spalancato le porte
di un nuovo mondo.
Mi raccontò che lei stessa si era reincarnata.
Senza ricordare niente della sua vita passata,
mescolava pozioni di vita e morte nella sua mente.
Io Credo che qualcosa però doveva essere andato storto
nel processo di reincarnazione.
Perché oltre al passaggio dello spirito
da un corpo ad un altro, in lei si era trasferita tutta
la materia corporea di chissà quante persone …
“L’anima si evolve o trasmigra, dalle forme più basse, a quelle più
alte fino a raggiungere la forma umana seguendo il piano corporeo nella vita.
Questo mi diceva sempre mentre la guardavo dal basso.
Preponderante, stava piedi davanti a me su quella alcova, coi
piedi sprofondati nel letto, copriva il mio orizzonte.
“Ecco cos’era quella grande ombra su di me”
… pensai.
Il giorno della mia morte,
probabilmente morirò soffocato.
Sopra un letto sarò schiacciato da 200 chili di bontà,
ma quel giorno sarà pieno d’amore.
Con la speranza di reincarnarmi in un ciclo senza fine
di nascita e morte.
Accettandone le conseguenze.
Ilpoetastro, 5 Ottobre 2008.
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Inviato da: Magicocchio
il 21/09/2008 alle 11:53
Inviato da: dolceamore.maria
il 21/09/2008 alle 10:05