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Ottobre

Post n°158 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da DerSpinne

Questo ottobre ha una detonazione calda. Quasi crudele. Estate che non passa, sole che scotta, pioggia che non arriva. Come se al di là delle alpi, nelle zone nordiche, più su della foresta nera, qualcosa si fosse fermato.

C'è un socchè di sospeso, in questo sole ed in questa luce.
Sarà che le foglie muoiono lo stesso ed i giorni passano lenti come sanno passare solo i giorni.

Ottobre, una parola blu sullo sfondo del tramonto. L'aria è decisamente limpida, anche se manca quel refolo freddo che sa di neve.

Ancora è estate e la gente marcisce dentro, fiorisce, appassisce.

Manca quell'imbrunire arancio, quel sapore di bosco e foglie, funghi.

Le stelle sono ancora grandi, dalla bocca estiva. Così diverse dalle piccole capocchie di spillo dell'inverno.

C'è una mancanza. Che trasciniamo verso l'inverno. Diamo a questa mancanza il nome di un mese. Ma un nome è solo un nome, nient'altro che un nome. Riempiamo la nostra mancanza di mille contenuti.

Parole. Sintetizziamo la natura mortente delle foglie, in parole che restano attaccate agli alberi. E che, seppure in ritardo, cadranno in terra, per disseccarsi e diventare humus.

I nostri giorni, sono la sequenza inalterata di questa stagione, ancorati all'estate passata, che non vuole passare.

Solo quando sei in macchina e ritorni. Solo sulla strada del ritorno. Ti accorgi che la luce è diafana, nello specchietto retrovisore. Il sole s'incendia, come solo ad ottobre sa incendiarsi.

L'estate è finita anche se fa caldo, e la tua vita sta andando avanti.

Siamo la natura delle foglie.


 
 
 

Ignazio

Post n°157 pubblicato il 19 Settembre 2008 da DerSpinne

Ignazio è un barbone. Che brutta parola barbone. Ti colpisce come un colpa di pistola. Evoca subito qualcosa di sgradevole, sporco.

Ma Ignazio è un barbone. Ignazio a tre cani, un botolo piccoletto e grassoccio, una bella cagna nera e un altro spelacchiato marrone.

Ignazio non si separa mai dai suoi tre cani. Ignazio non si separa mai dal suo zainetto.

Ignazio è un barbone, ed i barboni bevono e dormono per strada, gironzolano tutto il giorno perchè non lavorano.

Si, decisamente, Ignazio è un barbone che ha tre cani, uno zainetto e beve.

Ignazio gira sempre verso via tagliamento, largo argentina, lo conoscono tutti.
Un pò perchè non sono tanti i barboni in zona. I barboni con tre cani ed uno zainetto.

Ignazio ha barba ed i capelli da filosofo. Non so se ci sta tanto con la testa, ma infondo potrebbe benissimo esserlo un pò filosofo.

Chissà se è lui che è stato sconfitto dalla vita o la vita che è stata sconfitta da lui.

Ma capire i perchè di un barbone, per noi che abbiamo casa, prospettive, ambizioni e siamo destri e giovani, è come guardare in un pozzo profondo, come è profonda la vita.

Ignazio ora sta in ospedale e ne avrà per trenta giorni. Ha detto una parola di troppo ad un ragazzino di 18 anni. Sai di quelli che vedi ballare in discoteca, tutti alla moda.
Capelli corti, camicetta, jeans di marca e maglioncino.

Pare che Ignazio, abbia detto una parola di troppo, è questo non l'ha solo steso in terra con un pugno, ma l'ha continuato a prendere a calci finchè qualcuno non l'ha fermato.

E così Ignazio dolorante ed ubriaco, Ignazio che non voleva salire in ambulanza, lasciare i suoi tre cani ed il suo zainetto, ora sta in ospedale.

Ignazio non si è difeso, i barboni, un pò fuori di testa, ed ubriachi come lui, non ne sono in grado.

E' caduto a terra ed è stato malmentato da un ragazzino di 18 anni.

Ti chiedi cosa c'entrano un barbone, 3 cani, uno zainetto ed un ragazzino di 18 anni che perde la testa in una sera di settembre.

Non te lo sai spiegare. Non ti sai spiegare perchè qualcuno più forte ha mandato all'ospedale uno più debole. Non ti sai spiegare la vigliaccheria. Così come non ti sai spiegare perchè Ignazio è finito a fare il barbone.

Non ti sai spiegare tante cose e rimani sgomento, vedendo Ignazio dolorante caricato a forza in ambulanza, i suoi tre cani in giro, ed il ragazzino di 18 scappato in macchina.

Auguro solo ad Ignazio di riprendersi presto, e di riabbracciare i suoi tre cani.

Auguro al ragazzo di 18 anni di capire. Capire che la forza non è picchiare chi è più debole.

Auguro al mondo, con un augurio di quelli che cadono nel vuoto, che certe cose, non si abbiano più a ripetere.

Buona guarigione, Ignazio.

PS: Non è una storia, per la cronaca Ignazio è finito in ospedale. io mi sono incontrato con l'accaduto uscendo da un pub, quando era già finito tutto. Quanto al ragazzo scappato in macchina, abbiamo segnato il numero di targa e l'abbiamo dato ai carabinieri. Oggi il mio amico e la mia amica (che sono entrambi avvocati) sono andati al commissariato per la deposizione. Per ora hanno incriminato chi guidava la macchina per favoreggiamento, presto scatterà la denuncia anche per il ragazzo che ha pestato a sangue il povero ignazio. Spero che se non altro gli aiuti a far capire che certe stronzate non si fanno. Ad Ignazio non cambierà nulla credo. Quindi spero solo che recuperi in fretta.

 
 
 

La Fiamma

Post n°156 pubblicato il 08 Settembre 2008 da DerSpinne

Certe sere, abbassi la luce, tieni quella lampada, che hai sopra la scrivania, a tenere un fioco dominio di luce elettrica nell'oscurità.
Metti su una musica, e ogni musica, ti ricorda qualcosa. Perchè la musica è tempo impersonificato.
La musica sono facce che sono sparite all'orizzonte. Come spariscono gli anni.

A volte è solo il mistero, che trasuda da questa mia vita, così come la vivo, a tirare fuori qualcosa dalle dita. Lettere che diventano frasi, frasi che fanno un suono, e come ogni suono, si perdono nell'eco delle stanze lontane.

Più cerco, in queste sere, che sono appiccicose come una colla. Più cerco, di penetrare questo mistero. Fitto come il buio. Più cerco, di accendere questo fioco lume, più mi viene da scrivere.

A volte sei al margine. Alla finestra. Alle volte sei dentro il mulinello della corrente, e ti fai trasportare. A volte scegli. Altre ancora la prendi così come viene. Mentre il tempo è sempre una coperta corta.

Facce, facce che sbucano nel buio e ti parlano. Troppe facce. Poche facce. Facce che hai amato. Facce che hai scordato il mattino dopo. Facce che hai solo desiderato.

I desideri inappagati. Ecco qualcosa con cui confrontarsi. Forse è lo spazio del sogno. Quel qualcosa che ti fa sentire la fiamma che scorre nelle vene.

Perchè se c'è una cosa che ho imparato, è questa mia fiamma che non sa spegnersi. S'arrabbia, s'arriccia, s'ingelosisce, s'illude, s'espande nella notte. A volte divora come una ferita. A volte risplende e squarcia ogni buio, in primis quello dell'anima

Chissà qual'è il senso poi. Inseguire i propri sogni. Come cercare la pentola ai piedi dell'arcobaleno. Toccare il corno dell'unicorno. Strappare alla notte un sussulto di un corpo contro un'altro corpo. Trovare dal nulla, una risata che ti soffoca.

Perdere tempo, un pò con se stesso. Sperando che domani sarai in un caldo abbraccio. Che gli amici ti faranno ubriacare. Che proverai e proverai ancora.

Come la fiamma, sento che divampa.

Quest'estate che non termina, è così carica di desideri, che sembra pastosa. Fatta di qualcosa che ti incolla alla notte, ti mette alle spalle al muro.

Questa certezza di vita disegnata su questo sfondo nero. Non scelto se non dal caso.

Eppure sono qua. Da solo. Nella notte. A scrivere di un niente e di un tutto, che divora.

"s'io fossi foco, arderei lo monno"





 
 
 

Hellas

Post n°155 pubblicato il 26 Agosto 2008 da DerSpinne

Sono tornato dalle vacanze. Ho ancora dentro gli occhi da viaggiatore, la terra battuta dal sole, della Grecia.

Da qui è partito tutto. Da qui veniamo. Noi. L'occidente.

Camminare su quel calcare bianco, duro, che si consuma e non si sgretola. Posare il passo dove lo posò Socrate, Platone, Aristotele, Temistocle e tanti altri.

La storia nei sassi. Nel calcare bianco, nelle mura dell'acropoli che si erge con il sudore degli schiavi che hanno trasportato sassi bianchi come la bianca roccia.

Ed il frinire assordante delle cicale.

Rimane, negli occhi del viaggiatore, l'ulivo, con la sua artrite deformante, ad arrichirre le montagne spoglie. Il sole implacabile. Il mare caldo e quieto, da cui non può che essere nata Venere.

In quest'immensa piscina egea, nasce dalla spuma sottile e calda del mare trasparente.

Su questi ciottoli scalfiti, si è arenata la barca di Omero, per innumerevoli volte, per innumerevoli anni.

Negli occhi del viaggiatore, la notte costellata di luci di Atene, steso su una roccia, appena sotto l'acropoli, dove il giallore elettrico illumina le colonne del partenone.

Guardi il cielo e ti senti parte di qualcosa che scorre. Sei il minuscolo frammento che rotola per la collina del tempo. Lì dove altri amarono, morirono, soffrirono e gioirono. Dove nasce ciò che pensi, che già è stato pensato prima. Già provato prima.

Questo mare ti tiene a galla, è fatto di queste pagliuzze rosa, finemente cesellate, da un qualche Dio rimasto.

Vai oltre il classicismo, oltre lo stereotipo, oltre la bruttura moderna di Atene, oltre i turisti, la mussaka, le greche dagli occhi orientali, la lingua che non conosci.

Guarda dall'alto ciò che è brutto, di notte, nel risplendere del calcare bianco elettrico, della città di sotto. Sogna.

Perchè qui tutto permea, traspare, traspira, svanisce. Puoi sognare di fare l'amore sotto l'acropoli, oppure l'omicidio, la guerra, lo scudo. Vedere i libri di carne, aprirsi e farsi leggere, nei secoli.

E come un battesimo, mi getto nel mare egeo, sudato, stanco, dopo una giornata interminabile di sole, calore e strada. Sono nato nuovamente.

Questa nuova nascita è salata, sotto il sole che si affaccia tra le montagne, tra il sasso e l'ulivo.

Nascere. Tornare al mondo di nuovo, tra questa cornice aspra

Questo rimane, nell'occhio del viaggiatore.

 
 
 

Milly

Post n°154 pubblicato il 02 Agosto 2008 da DerSpinne

Milly se n'è andata.
Dorme nel fosso, tra i grilli dell'estate.

Milly era la mia gatta, certosina. Milly è stata una di famiglia per 18 anni.

Sono triste. In questi 6 mesi di questo 2008 ho perso una zia e due gatti, ho perso tanto tempo, a volte ho perso il sorriso per ritrovarlo.

Così come lo ritrovo, quando penso a lei, da piccola, nella lavatrice. O quando penso a quando giocava con i pezzetti di carta nel bagno, o quando dormiva acciottolata vicino a Tommy. Quando correva come una pazza per casa arrampicandosi sui muri.

Si ritrovo il sorriso, anche nel dolore, che scrivo qui, per rileggerlo più avanti.
Quando tutto questo sarà territorio del ricordo.

Milly era il suo pelo grigio, i suoi occhi gialli, la sua testa tonda ed il musetto da scimmia. Le sue zampe sul mio petto, mentre mi faceva le fusa.

Milly mi preferiva. Tra tutti quelli di famiglia. Mi cercava sempre, anche quando non c'ero.

Mi chiedo se l'ultimo saluto che gli ho dato, è stata una carezza frettolosa, prima di partire per Roma, domenica scorsa...

Milly se n'è andata, e mi ha lasciato più solo. se n'è andata una persona di famiglia, che mi amava.

Perché mi ha insegnato più sull'amore Milly, di qualsiasi essere umano.

perchè il suo amore era incondizionato, perchè, come dice un mio ex collega: "La purezza è negli occhi delle bestie"

Questa cosa del crescere, è roba dura. Diventare uomini lo è. Significa andare avanti, mentre le cose vecchie passano di moda, le persone che ti erano care spariscono, gli animali che amavi e che ti amavano, muoiono. Roba difficile crescere.
Ogni volta se ne va un pezzo di quello che eri, un pezzo della tua storia, un pezzo che è stato lì per anni e non c'è più. Mi sento più solo, ora che Milly se n'è andata.

Milly dorme nel fosso, tra i grilli dell'estate.

Milly però, mi ha insegnato tanto. Mi ha insegnato la dolcezza. E questo seme, che un piccolo animale, ha instillato nel mio cuore, è solo merito suo.

E' un pò della sua essenza gatta, dentro di me. Un lascito, una parte di lei.

Perchè Milly, mi ha insegnato che amare, nell'accezione più larga del termine, fa bene.
Fa bene amare. Fa bene farsi amare.

Ha avuto una bella vita infondo, ed è morta, perchè il tempo passa e passiamo anche noi. Spero che il grande gatto, gli abbia riservato un posto speciale, lassù nel cielo.

Che sia lì nella grande terrazza del cielo, a prendere quel sole che amava tanto.
Lì a giocare con Tommy, come quando era solo una cucciolotta (anche se per me lo è sempre rimasta).

Milly se n'è andata, e mi saluterà tutti gli animali, che grazie al loro amore, mi hanno reso quel che sono.

Buon viaggio, piccola.

 
 
 
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