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Hellas

Post n°155 pubblicato il 26 Agosto 2008 da DerSpinne

Sono tornato dalle vacanze. Ho ancora dentro gli occhi da viaggiatore, la terra battuta dal sole, della Grecia.

Da qui è partito tutto. Da qui veniamo. Noi. L'occidente.

Camminare su quel calcare bianco, duro, che si consuma e non si sgretola. Posare il passo dove lo posò Socrate, Platone, Aristotele, Temistocle e tanti altri.

La storia nei sassi. Nel calcare bianco, nelle mura dell'acropoli che si erge con il sudore degli schiavi che hanno trasportato sassi bianchi come la bianca roccia.

Ed il frinire assordante delle cicale.

Rimane, negli occhi del viaggiatore, l'ulivo, con la sua artrite deformante, ad arrichirre le montagne spoglie. Il sole implacabile. Il mare caldo e quieto, da cui non può che essere nata Venere.

In quest'immensa piscina egea, nasce dalla spuma sottile e calda del mare trasparente.

Su questi ciottoli scalfiti, si è arenata la barca di Omero, per innumerevoli volte, per innumerevoli anni.

Negli occhi del viaggiatore, la notte costellata di luci di Atene, steso su una roccia, appena sotto l'acropoli, dove il giallore elettrico illumina le colonne del partenone.

Guardi il cielo e ti senti parte di qualcosa che scorre. Sei il minuscolo frammento che rotola per la collina del tempo. Lì dove altri amarono, morirono, soffrirono e gioirono. Dove nasce ciò che pensi, che già è stato pensato prima. Già provato prima.

Questo mare ti tiene a galla, è fatto di queste pagliuzze rosa, finemente cesellate, da un qualche Dio rimasto.

Vai oltre il classicismo, oltre lo stereotipo, oltre la bruttura moderna di Atene, oltre i turisti, la mussaka, le greche dagli occhi orientali, la lingua che non conosci.

Guarda dall'alto ciò che è brutto, di notte, nel risplendere del calcare bianco elettrico, della città di sotto. Sogna.

Perchè qui tutto permea, traspare, traspira, svanisce. Puoi sognare di fare l'amore sotto l'acropoli, oppure l'omicidio, la guerra, lo scudo. Vedere i libri di carne, aprirsi e farsi leggere, nei secoli.

E come un battesimo, mi getto nel mare egeo, sudato, stanco, dopo una giornata interminabile di sole, calore e strada. Sono nato nuovamente.

Questa nuova nascita è salata, sotto il sole che si affaccia tra le montagne, tra il sasso e l'ulivo.

Nascere. Tornare al mondo di nuovo, tra questa cornice aspra

Questo rimane, nell'occhio del viaggiatore.

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Commenti al Post:
acciacca_pidocchi
acciacca_pidocchi il 27/08/08 alle 12:14 via WEB
Buon giorno.....bella questa pagina del tuo diario di viaggio...
 
a_beautiful_mind80
a_beautiful_mind80 il 31/08/08 alle 22:48 via WEB
te lo avevo già detto...ma mi hai riportato indietro nel tempo e nello spazio, rivedo il contrasto di colori tra l'acqua cristallina dell'egeo, la terra riarsa dal sole estivo, il verde dei boschi, il bianco dei marmi delle antiche rovine...E' sempre un piacere leggerti :)
 
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