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La Fiamma

Post n°156 pubblicato il 08 Settembre 2008 da DerSpinne

Certe sere, abbassi la luce, tieni quella lampada, che hai sopra la scrivania, a tenere un fioco dominio di luce elettrica nell'oscurità.
Metti su una musica, e ogni musica, ti ricorda qualcosa. Perchè la musica è tempo impersonificato.
La musica sono facce che sono sparite all'orizzonte. Come spariscono gli anni.

A volte è solo il mistero, che trasuda da questa mia vita, così come la vivo, a tirare fuori qualcosa dalle dita. Lettere che diventano frasi, frasi che fanno un suono, e come ogni suono, si perdono nell'eco delle stanze lontane.

Più cerco, in queste sere, che sono appiccicose come una colla. Più cerco, di penetrare questo mistero. Fitto come il buio. Più cerco, di accendere questo fioco lume, più mi viene da scrivere.

A volte sei al margine. Alla finestra. Alle volte sei dentro il mulinello della corrente, e ti fai trasportare. A volte scegli. Altre ancora la prendi così come viene. Mentre il tempo è sempre una coperta corta.

Facce, facce che sbucano nel buio e ti parlano. Troppe facce. Poche facce. Facce che hai amato. Facce che hai scordato il mattino dopo. Facce che hai solo desiderato.

I desideri inappagati. Ecco qualcosa con cui confrontarsi. Forse è lo spazio del sogno. Quel qualcosa che ti fa sentire la fiamma che scorre nelle vene.

Perchè se c'è una cosa che ho imparato, è questa mia fiamma che non sa spegnersi. S'arrabbia, s'arriccia, s'ingelosisce, s'illude, s'espande nella notte. A volte divora come una ferita. A volte risplende e squarcia ogni buio, in primis quello dell'anima

Chissà qual'è il senso poi. Inseguire i propri sogni. Come cercare la pentola ai piedi dell'arcobaleno. Toccare il corno dell'unicorno. Strappare alla notte un sussulto di un corpo contro un'altro corpo. Trovare dal nulla, una risata che ti soffoca.

Perdere tempo, un pò con se stesso. Sperando che domani sarai in un caldo abbraccio. Che gli amici ti faranno ubriacare. Che proverai e proverai ancora.

Come la fiamma, sento che divampa.

Quest'estate che non termina, è così carica di desideri, che sembra pastosa. Fatta di qualcosa che ti incolla alla notte, ti mette alle spalle al muro.

Questa certezza di vita disegnata su questo sfondo nero. Non scelto se non dal caso.

Eppure sono qua. Da solo. Nella notte. A scrivere di un niente e di un tutto, che divora.

"s'io fossi foco, arderei lo monno"





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