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Post n°14 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da aguastini0
Le informazioni più recenti confermano che un'alimentazione corretta può svolgere un ruolo di grande importanza nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, e cioè della prima causa di malattia e di morte nella nostra Società. L'alimentazione permette infatti di controllare numerosi "fattori di rischio" cardiovascolare (dai più classici, come la colesterolemia e la trigliceridemia, fino ad alcuni dei cosiddetti "fattori di rischio emergenti", come l'omocisteina). Essa inoltre ricopre, ovviamente, un ruolo determinante nello sviluppo dell'obesità, cui la moderna medicina preventiva attribuisce un ruolo di importanza sempre maggiore nello sviluppo della resistenza all'insulina (un'importante "anticamera" delle malattie cardiovascolari), della sindrome plurimetabolica (un'aggregazione di numerosi fattori di rischio, che aumenta in modo rilevante il rischio di incorrere in queste patologie) e della stessa malattia diabetica, che sempre più, a sua volta, appare come una malattia cardiovascolare oltre che metabolica. Una delle frontiere ad oggi non adeguatamente esplorate della prevenzione nutrizionale dell'aterosclerosi è l'uso degli antiossidanti. Le ipotesi più moderne di sviluppo dell'aterosclerosi (responsabile della quasi totalità degli infarti di cuore e di larga parte degli ictus cerebrali) attribuiscono infatti un ruolo essenziale in tal senso ai fenomeni degenerativi innescati dai radicali liberi dell'ossigeno. Purtroppo, gli studi che hanno impiegato antiossidanti di natura sintetica, come la vitamina E, il ß-carotene, il Selenio, per prevenire queste malattie hanno fornito risultati negativi o deludenti. Secondo la maggior parte degli esperti, quindi, la strategia di controllo dei radicali liberi con obiettivi di prevenzione va cambiata. Attualmente si ritiene che le fonti alimentari degli antiossidanti siano probabilmente migliori, da questo punto di vista, rispetto alle integrazioni farmacologiche con singole molecole. Gli antiossidanti presenti negli alimenti sono infatti molto più numerosi e più differenziati, anche dal punto di vista chimico e delle caratteristiche chimico - fisiche, rispetto a quelli di impiego di tipo "farmacologico". In molti alimenti tipici della dieta mediterranea (quali olio di oliva extravergine, vino rosso, frutta e verdura) esiste in particolare una miscela di composti (polifenoli, flavonoidi) che oltre ad essere efficaci antiossidanti possiedono anche l'interessante capacità di dissolversi sia nei mezzi acquosi che in quelli di natura lipidica (e cioè grassa), e che possono portare quindi la protezione antiossidante in tutti i distretti dell’organismo. Allo stato attuale delle conoscenze, pertanto, l’indicazione pratica è di privilegiare gli alimenti naturalmente ricchi in sostanze antiossidanti; la supplementazione farmacologica con sostanze di questa famiglia, o con associazioni delle stesse, non è invece sostenibile. Il ricco contenuto in vegetali dell’alimentazione tipica dell’area mediterranea rappresenta un importante elemento di difesa anche nei riguardi di un fattore di rischio ancora poco noto, e cioè l'eccesso di omocisteina, cui si associa un aumento del rischio di trombosi e di aterosclerosi e, secondo uno studio recente, anche di demenza.
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