Creato da terremalaspiniane il 25/04/2009

Terre Malaspiniane

Azienda Agricola Terre Malaspiniane

 

 

Alimentarsi in modo corretto ed equilibrato per una prevenzione cardiovascolare

Post n°14 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da aguastini0
 
Foto di terremalaspiniane

Le informazioni più recenti confermano che un'alimentazione corretta può svolgere un ruolo di grande importanza nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, e cioè della prima causa di malattia e di morte nella nostra Società.

L'alimentazione permette infatti di controllare numerosi "fattori di rischio" cardiovascolare (dai più classici, come la colesterolemia e la trigliceridemia, fino ad alcuni dei cosiddetti "fattori di rischio emergenti", come l'omocisteina). Essa inoltre ricopre, ovviamente, un ruolo determinante nello sviluppo dell'obesità, cui la moderna medicina preventiva attribuisce un ruolo di importanza sempre maggiore nello sviluppo della resistenza all'insulina (un'importante "anticamera" delle malattie cardiovascolari), della sindrome plurimetabolica (un'aggregazione di numerosi fattori di rischio, che aumenta in modo rilevante il rischio di incorrere in queste patologie) e della stessa malattia diabetica, che sempre più, a sua volta, appare come una malattia cardiovascolare oltre che metabolica.

Una delle frontiere ad oggi non adeguatamente esplorate della prevenzione nutrizionale dell'aterosclerosi è l'uso degli antiossidanti. Le ipotesi più moderne di sviluppo dell'aterosclerosi (responsabile della quasi totalità degli infarti di cuore e di larga parte degli ictus cerebrali) attribuiscono infatti un ruolo essenziale in tal senso ai fenomeni degenerativi innescati dai radicali liberi dell'ossigeno. Purtroppo, gli studi che hanno impiegato antiossidanti di natura sintetica, come la vitamina E, il ß-carotene, il Selenio, per prevenire queste malattie hanno fornito risultati negativi o deludenti. Secondo la maggior parte degli esperti, quindi, la strategia di controllo dei radicali liberi con obiettivi di prevenzione va cambiata. Attualmente si ritiene che le fonti alimentari degli antiossidanti siano probabilmente migliori, da questo punto di vista, rispetto alle integrazioni farmacologiche con singole molecole. Gli antiossidanti presenti negli alimenti sono infatti molto più numerosi e più differenziati, anche dal punto di vista chimico e delle caratteristiche chimico - fisiche, rispetto a quelli di impiego di tipo "farmacologico".

In molti alimenti tipici della dieta mediterranea (quali olio di oliva extravergine, vino rosso, frutta e verdura) esiste in particolare una miscela di composti (polifenoli, flavonoidi) che oltre ad essere efficaci antiossidanti possiedono anche l'interessante capacità di dissolversi sia nei mezzi acquosi che in quelli di natura lipidica (e cioè grassa), e che possono portare quindi la protezione antiossidante in tutti i distretti dell’organismo. Allo stato attuale delle conoscenze, pertanto, l’indicazione pratica è di privilegiare gli alimenti naturalmente ricchi in sostanze antiossidanti; la supplementazione farmacologica con sostanze di questa famiglia, o con associazioni delle stesse, non è invece sostenibile.

Il ricco contenuto in vegetali dell’alimentazione tipica dell’area mediterranea rappresenta un importante elemento di difesa anche nei riguardi di un fattore di rischio ancora poco noto, e cioè l'eccesso di omocisteina, cui si associa un aumento del rischio di trombosi e di aterosclerosi e, secondo uno studio recente, anche di demenza.

 

 
 
 

Produzione di olio extravergine nel 2009-2010 in calo

Post n°13 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da terremalaspiniane
 
Foto di terremalaspiniane

Quest'anno si produrra' meno olio extra vergine di oliva made in Italy ma la qualita' sara' garantita. La produzione infatti, appare in calo del 15% rispetto all'anno scorso con una flessione piu' marcata nelle regioni centrali, campagna olivicola ed olearia 2009-2010. E' quanto emerge dalle anticipazioni sul monitoraggio delle stime Unaprol e Aifo.

In totale infatti la produzione dovrebbe attestarsi intorno alle 500mila tonnellate contro le 600mila del 2008, a fronte di un consumo interno che supera le 700mila tonnellate.

Tuttavia ai minori volumi, fortunatamente, fara' da contrappeso la qualita' che si annuncia buona se non ottima, con punte di eccellenza distribuite in varie parti della penisola, come presume la Coldiretti. Un buon viatico per l'avvio quest'anno dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine dell'extravergine. ''Avremo meno olio extra vergine di oliva a disposizione - afferma il presidente di Unaprol Massimo Gargano - e per il mercato saranno disponibili solo 3 bottiglie di vero olio extra vergine di oliva made in Italy a testa per ogni italiano''.

Il nostro Paese esporta oltre 200mila tonnellate di prodotto e importa, anche per soddisfare la domanda interna, circa 400mila tonnellate all'anno. Il 60% circa della produzione italiana appartiene alla categoria dell'extra vergine. Di questa percentuale, il 30% circa, pari a 100mila tonnellate, rappresentano la quota assorbita da autoconsumo e filiera corta: frantoi privati, cooperative, strutture agrituristiche. Per i 60 milioni di italiani restano a disposizione circa 200mila tonnellate di extra vergine pari a 200milioni di bottiglie di olio: solo 3,3 litri di olio a testa in annate normali.

Dati statistici raccolta

 
 
 

Olio Quercetano inserito nella Guida ai Migliori Extravergini del Mondo

Post n°12 pubblicato il 03 Gennaio 2010 da terremalaspiniane
 
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FLOS OLEI 2010

Il 26 novembre e il 3 dicembre 2009 a Milano sarà presentata Flos Olei 2010, l’unica Guida dedicata ai migliori extravergine di tutto il mondo


La pubblicazione comprende quaranta nazioni e un totale di seicentoventicinque oli. La Guida descrive il panorama storico, culturale e produttivo del Paese di produzione.

Italia e Spagna sono le nazioni principali e le uniche ad avere una suddivisione regionale. Nella Guida ampio spazio è anche dedicato a Croazia, Portogallo, Slovenia, Marocco, Sudafrica, Australia, Cile, Cina, Giappone e Brasile.

Flos Olei desidera evidenziare, indipendentemente dalla provenienza, gli oli che si sono distinti per la loro qualità.

Quest'anno l'Azienda Terre Malaspiniane ha avuto il riconoscimento di qualità inserendo nella guida il suo 'Monocultivar Quercetano' già inserito anche nella guida nazionale dei migliori monucultivar edita dal Sole XIV ore.

Andrea Guastini

 
 
 

Olio DOP o IGP quali differenze

Post n°11 pubblicato il 02 Gennaio 2010 da terremalaspiniane
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La Denominazione di Origine Protetta (DOP) è quel marchio che impone le norme più rigide in assoluto, un marchio di qualità che viene attribuito al prodotto agroalimentare (vini e bevande alcoliche esclusi),  le cui caratteristiche qualitative dipendono esclusivamente dal territorio in cui viene prodotto. Un marchio di garanzia che più di tutti tutela il consumatore

La DOP nasce (insieme alla IGP) nel 1992 grazie al Regolamento CEE 2081/92 della Comunità Europea. Un prodotto certificato DOP gode di tutela e protezione dalle contraffazioni su tutto il territorio dell’Unione Europea.

Ma quali sono le differenze... vediamo intanto le rispettive caratteristiche:

Olio extravergine DOP

Il marchio DOP si applica a produzioni dove l’intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, viene svolto all'interno di un'area geografica ben delimitata, e quindi, non è riproducibile al di fuori della stessa. Di assoluta importante è l'ambiente geografico di produzione che deve comprendere sia fattori naturali che umani (come tecniche di produzione e trasformazione), con i quali  si ottiene un prodotto unico e inimitabile.

Per poter ricevere un il marchio DOP devono sussistere due condizioni irrinunciabili, specificate dall'articolo 2 del regolamento CEE 2081/92:

  • 1 - Le particolari qualità e caratteristiche del prodotto devono essere dovute, esclusivamente o essenzialmente, all'ambiente geografico del luogo d'origine.
  • 2 - La produzione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono essere effettuate nella regione delimitata di cui il prodotto porta il nome.

In altre parole: un olio di oliva DOP deve essere fatto con olive prodotte e trasformate nella zona riconosciuta DOP.
La caratteristica più importante che colma una lacuna della legislazione italiana la quale non impone di indicare la provenienza degli ingredienti del prodotto, è data dalla "tracciabilità" di un prodotto DOP, ovvero una garanzia che attesta il luogo di provenienza e di trasformazione delle materie prime.

Olio extravergine IGP

L’Indicazione Geografica Protetta (IGP) è quel marchio di qualità che viene assegnato ai prodotti agricoli o alimentari dove una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento.
La sostanziale differenza tra Dop e Igp é che solo una  fase del processo di produzione è necessaria per ottenere la denominazione IGP, mentre per la DOP sia il territorio che tutto il processo produttivo sono due legati e condizioni irrinunciabili.
Come per il marchio Dop, anche i produttori IGP devono attenersi alle rigide regole il cui rispetto è garantito da un organismo indipendente di controllo.

 
 
 

La concimazione nell'uliveto

Post n°10 pubblicato il 01 Gennaio 2010 da terremalaspiniane
 
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La concimazione dell’olivo è una pratica che spesso viene sottovalutata. Come tutte la piante da frutto è indispensabile la somministrazione di nutrienti che rappresentano una fonte di elementi necessari alla pianta di ulivo per vegetare e produrre frutti.

Premesso che l'oliveto è in grado di sopravvivere per molti anni senza somministrazione di fertilizzanti, è utile sapere che l'olivo per esprimere il massimo delle sue potenzialità produttive e qualitative, ha bisogno di essere concimato annualmente, mediante razionali apporti di fertilizzanti minerali e/o organici.

Prima di procedere alla concimazione di un oliveto è consigliabile eseguire l'analisi chimico-fisica del terreno, in base ad essa, è possibile calcolare le dosi da distribuire dei diversi concimi.

Gli elementi nutritivi:
La concimazione dell'olivo si basa principalmente su tre elementi fondamentali che, a volte, possono scarseggiare nel terreno:

  • Azoto (stimola la crescita e la produzione della piantae)
  • Fosforo (elemento che interviene nella divisione cellulare,nella crescita delle radici, nello sviluppo dei tessuti meristematici)
  • Potassio (elemento che regola il metabolismo degli zuccheri, favorendone l’accumulo sotto forma di amido, e controlla la lipogenesi)

Oltre agli elementi fondamentali sono importanti, seppur in minime quantità, i cosiddetti microelementi, in particolare il magnesio e il boro.

Sostanzialmente si possono evidenziare tre tipi di concimazione olivo:

1)concimazione d'impianto (o di fondo);
2)concimazione d'allevamento;
3)concimazione di produzione.

Quando concimare - periodi di somministrazione

Bisogna fare molta attenzione nella scelta dell’epoca di somministrazione degli elementi, da correlare con il ciclo biologico della pianta di olivo. I periodi di maggiore fabbisogno sono la ripresa vegetativa (inizio primavera) e la formazione ed ingrossamento dei frutti (primavera – estate); nonostante ciò, per permettere alla pianta la formazione di riserve nutritive, è utile distribuire fertilizzanti anche durante il riposo vegetativo (autunno).

 
 
 

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