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L’ostaggio dimenticato

Post n°55 pubblicato il 28 Luglio 2010 da ilmondocheiovorrei

In un mondo dove aiutare i dannati della terra è diventato un affare, Michel Germaneau, ingegnere in pensione, appassionato di carità e di deserto, era solo. Con i suoi settantotto anni, l’aria da san Francesco svagato, il suo mal di cuore, le sue pastiglie che doveva portare sempre con sè, il budget fatto con la pensione e i pochi fondi di due minuscole associazioni, “Enmilal” e “Tanemert”. Sono parole tamasheq, la lingua dei tuareg e vogliono dire “aiutarsi” e “grazie”.

Michel è stato assassinato nel Sahel domenica sera da Al Qaeda. Non sarebbe morto se un giorno non avesse scoperto gli uomini blu. Dicono che sono dei raminghi, della gente senza terra. Non è vero: la terra ce l’hanno da centinaia di anni, una casa senza porte e senza mura, senza confini, fatta di migliaia di chilometri di dune e di rocce infuocate, una terra senza vita che finisce dove inizia quella che noi chiamiamo civiltà.

Germaneau si era innamorato della loro sofferenza di nomadi, Si era innamorato della loro casa, il Sahara lunare, solcato da segni misteriosi, dove si dà la caccia all’assoluto attraverso il sensibile. Il suo segno nel deserto era una scuola costruita a In-Abamgharet vicino a Agadez, nel nord del Niger, un posto dove le Ong non vanno: è pericoloso. L’aveva progettata, costruita, scelto i materiali, installato un pannello solare sul tetto. Ci vivono 22 bambini tra i 5 e i 10 anni. Lì lo aveva rapito Al Qaeda.

Michel era solo, la madre e il fratello erano morti da poco, poteva scegliere una tranquilla pensione a Marcoussis, le bocce, le passeggiate. Ma la sua nuova famiglia erano i tuareg. Non era, forse, un ostaggio “importante”, questo pensionato un po’ matto e imprudente. Non c’erano per lui striscioni sulle facciate dei municipi francesi, la sua faccia non riempiva i giornali, nessuno ha firmato manifesti. Era un ostaggio dimenticato. Per uno così, si poteva anche rischiare un’operazione militare senza informazioni precise: in caso di successo, Michel sarebbe tornato utile a dimostrare che la linea dura della Francia che non cede ai ricatti è quella vincente.

Ci hanno provato, ma è andata male.

 
 
 
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Un blog di: ilmondocheiovorrei
Data di creazione: 06/01/2010
 

 

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