La vita che vorrei

Non è difficile volare. Basta volersi bene

 

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Ciao regina dei fiori

Post n°89 pubblicato il 13 Marzo 2011 da ilmondocheiovorrei

Era la regina madre della canzone italiana, mai realmente in riposo, un’icona in carica, sempre sorridente, dietro gli occhialoni scuri da diva. Voce bruna e sensuale, quella di Adonilla (questo il suo vero nome) Pizzi da Sant’Agata Bolognese. Adorava viaggiare, e tenne centinaia di concerti per gli emigranti nelle Americhe e in Australia, da sola o con i colleghi. Seppe gestire con saggezza la fine della sua epoca d’oro e negli anni ottanta alternò le performances con numerose apparizioni nelle tante tv private che stavano nascendo, dov’era sempre richiestissima. Distribuiva buon senso come ogni donna emiliana ma aveva sempre quel di più di curiosità, quel senso di sfida, che la portarono a offrirsi per condurre Striscia la Notizia, a dichiarare la sua adesione al Partito Radicale o a programmare, non più di cinque anni fa, un tour estivo insieme con Platinette:  mentre fervevano le prove, e le date erano già programmate, sopraggiunse un lieve ictus a tarparle le ali. Ma non cessarono le sue apparizioni in pubblico: andava dovunque la invitassero, chiusa nei suoi tailleur blu, i capelli fiammeggianti, gli occhi truccatissimi. Regina sempre, anche nel suo mondo che dimentica in fretta.

 
 
 

Sorridi sempre

Post n°88 pubblicato il 03 Marzo 2011 da ilmondocheiovorrei

Prima c´era Hello Kitty: la adorava, come le sue amiche. Adesso c´è solo lei. Banco di sinistra, fila centrale. Una fotografia: Yara in gita seduta sulla pancia di un vecchio carro armato. Sorriso. Altra foto: quando ancora non portava l´apparecchio. Sorriso. E' sempre felice, ha i capelli raccolti nell´elastico rosso, le braccia che cingono le ginocchia, il giubbino azzurro perfetto per una dea dell´acqua (Yara). Ogni banco è ricoperto di fogli abitati da dediche speciali. Tanti "addio" recitati in mille forme, con i vezzeggiativi e le iperboli che usano i ragazzini: "Ti voglio benissimo, ti porterò sempre con me tesoro", ha scritto la sua amica del cuore. E poi stelle, soli e lune, figure di principesse, ballerine alate, cuori dappertutto, anche sulle finestre, ma sempre con una "Y" al centro. C´è un ritratto di lei fatto con la tecnica del carboncino. Accanto, sparato a caratteri cubitali, un “Goodbye Angel”. Sognava di diventare come la ballerina del film Step Up. Alle sue amiche lo ripeteva sempre: “Devo migliorare ma diventerò un´atleta professionista”. Non ha fatto in tempo. E' rimasto il disegno di una ballerina. E una rosa: bianca carnosa. Yara la preferiva a tutti gli altri fiori, ora è una freccia profumata che muove dal suo sorriso. I ragazzi della scuola dicono che illuminerà il loro cammino e gliel'hanno scritto "la speranza di rivederti è finita, ci resterà il tuo grande sorriso. Ciao".

 
 
 

Viva la libertà

Post n°87 pubblicato il 03 Marzo 2011 da ilmondocheiovorrei

Raid aerei per sparare contro la folla dei dimostranti. Carri armati in strada e bombardamenti in varie città della Libia. Una carneficina, per farla breve. Eppure non mi è giunta voce di bandiere della pace in piazza: niente manifestazioni, nessun corteo pacifista. Ma com’è possibile, mi chiedo, che non vengano i brividi nel vedere una fiumana di ragazzi che si riversa per le strade del Nord Africa, chiedendo libertà? Va bene il pensiero cinico dominante che deride, vantandosene di farlo, qualsiasi passione ideale, ma come si fa a restare indifferenti ascoltando le voci drammatiche che raccontano di un genocidio in atto alle porte di casa nostra, dove un dittatore pazzo ha fatto sparare addosso alla sua gente da un manipolo di mercenari? Il petrolio, l’invasione, il califfato, il fanatismo religioso: preoccupazioni sensate, certo, ma nell’alfabeto interiore di un essere umano sono tutte parole che arrivano dopo. Prima, viene l’amore: l’amore per la libertà.

Non sarà che nel distacco con cui seguiamo gli eventi libici si nasconde un velo di razzismo, che ci induce a considerare gli arabi degli immaturi, privi dei requisiti necessari per iscriversi alla democrazia e quindi da tenere sotto il tallone di qualche dittatore, possibilmente amico nostro? Non vorrei che si faccia strada, anche da noi, il pensiero tipico dei perdenti: che giudica qualsiasi cambiamento altrui un peggioramento della nostra vita. I cambiamenti, invece, sono la vita. E il modo migliore per scongiurare il pericolo di invasioni  e califfati consiste nello schierarsi a fianco dei ragazzi arabi in lotta per la libertà. Aiutandoli a ottenerla dai tiranni oggi e a difenderla dai fanatici domani.

 
 
 

Caro San Valentino

Post n°86 pubblicato il 15 Febbraio 2011 da ilmondocheiovorrei

Caro San Valentino, ho scoperto che esistono associazioni, comitati, club, composti da single ma non solo, che ti vorrebbero abolire. Eppure le lettere dolci come caramelle sono in aumento, sostengono quelli del Club di Giulietta, che ogni anno, proprio a San Valentino, premiano le migliori, tra le migliaia indirizzate alla sfortunata eroina di Shakespeare. Non ci vedo nulla di male. Anche perchè l'anticonformismo perenne di molti che vorrebbero abolirti, è anch'essa una forma di conformismo. La più sottile, dato che quelli che per partito preso non vogliono mai assomigliare agli altri, finiscono poi per assomigliarsi tutti fra loro.

Si discute tanto sull'opportunità o meno di censurare il male e si riflette poco sul fatto che da anni stiamo censurando il bene. Non è vero che la vita sia solo sopraffazione, inganno, egoismo. Non è vero che i protagonisti delle storie d'amore, cioè (prima o poi) tutti noi, siano animati sempre e soltanto da impulsi materiali e parlino di soldi senza sogni e di sesso senza amore. Esiste un mondo diverso. Intriso di sofferenza, ma anche di slancio e di speranza. Vi si respira la voglia di provare emozioni pure, di ridare un significato a uno stile di vita che ne ha sempre meno. Tutto questo, naturalmente, convive con i compromessi e con le vigliaccherie, con le tentazioni e con gli opportunismi. Ma troppo spesso la televisione, il cinema, i giornali, ignorano la complessità della vita e ce ne restituiscono solo gli aspetti estremi e superficiali. Nella convinzione, probabilmente vera, che eccitare le pulsioni basse intercetti fasce più ampie di pubblico.

Caro San Valentino, io non ho titoli per farti la morale. Il mio curriculum sentimentale, in perfetta simbiosi con quello della maggioranza dei maschi, è una serie di vigliaccate interrotte qua e là da un soprassalto di orgoglio o di disperazione che ho fatto passare per coraggio, ma solo per potermi addormentare meglio la notte, sognando di essere Braveheart invece del solito Don Abbondio. Non so se in amore vince chi fugge, ma di sicuro chi perde rimane dov'è: immobile.

L'amore non è cieco, caro San Valentino. E' un miope che per l'emozione dell'innamoramento ha dimenticato gli occhiali sul comodino. Però prima o poi li ritrova e a quel punto è importante che gli piaccia quello che vede. Solo così prenderà la maiuscola e diventerà Amore. Lo so, caro San Valentino, che sono molti quelli (e quelle) che vivono con una ferita che condiziona le loro possibilità di amare e di essere amati. C'è chi si dispera per l'involucro esterno che ha ricevuto in dotazione e c'è chi si lamenta di essere nato (o nata) povero(a), pensando che con la ricchezza avrebbe potuto far innamorare fotomodelle(i) o principi(esse) più o meno azzurri. Ma sentirsi "figo"(a) dentro non dipende da quanto lo siamo fuori. Il fuori aiuta, specie nei momenti di crisi, ma non basta. Soprattutto non è indispensabile.

Se poi uno(a) smette di compatirsi ogni voglia che incrocia uno specchio, si toglierà di dosso quell'aria da sfigato(a) che, molto più della bruttezza o del portafoglio, allontana le donne e gli uomini. Non si deve fare nulla di sconveniente: solo sorridere di più alla vita. Perchè sarà quel sorriso, anche se sdentato, che farà innamorare chi lo saprà vedere. Non compiangerti e non sentirti "diverso"(a). Tu non sei diverso(a). Sei unico(a). Nel bene e nel male. Coccola il tuo bene. Sopporta il tuo male. E ringrazia sempre di essere come sei. Persino quando esserlo significherà soffrire con un'intensità superiore a quella di qualcun altro(a). E dove sarà mai costei (o costui)? Diranno i cuori solitari a oltranza. Esiste, esiste. Basta girare gli occhi là dove non si è mai guardato, cambiando il proprio atteggiamento mentale nei confronti del prossimo. Sembrano frasi fatte, fino a quando non capita di sperimentarle. Allora ci si accorge di quanto siano vere.

L'essere umano è un angelo con un'ala sola, per usare un'espressione cara ai romantici. Ma l'ala che abbiamo perso al momento dell'incarnazione, e che cerchiamo per tutta la vita nel sorriso di un nostro simile, si trova già dentro di noi e ci aspetta dall'altra parte dello specchio. Ed è imparando ad amarci per come siamo che ci metteremo nelle condizioni di accogliere l'amore di un'altra persona.

Auguri di cuore e buon San Valentino, caro San Valentino. E scusami se lo faccio in ritardo.

 
 
 

Carlà, ma va' a ...

Post n°84 pubblicato il 06 Febbraio 2011 da ilmondocheiovorrei

Carla Bruni, anzi Carlà Bruni non è più di sinistra. Lo ha dichiarato lei, Madame Sarkozy in un’intervista, ed è una bella sorpresa, specialmente per la sinistra, che perso il voto di Carlà potrà dedicarsi a recuperare quelli della colf, della sciura che tiene famiglia ma fa fatica a tirare a fine mese, della ragazza che vorrebbe farsi una famiglia ma non ha i soldi per  poterla mantenere. Adieu, allora, Carlà: la "cremina" come venivano chiamate ai tempi della mia adolescenza le ragazze ricche, snob, enigmatiche. In una parola: stronze. Nel senso di crudeli, (anche) perché consideravano la rivoluzione e i rivoluzionari un giochino cerebrale con cui ingannare la noia di esistenze facilitate dal destino. Abbiamo apprezzato la sua eleganza e qualcuno si era convinto che nascondesse tesori di conoscenza. Ma il suo abbandono della sinistra va festeggiato, oggi, come un momento di libertà. Libertà di dire che i suoi dischi sono di una noia pazzesca (per dirla breve: fanno cagare) senza più correre il rischio di passare per insensibili. Libertà di vederla per quella che è: una donna di potere intelligente e spregiudicata, non una santa protettrice degli oppressi. Perché quelle come Carlà sono di destra dentro. E indossano le idee di sinistra come un vestito attillato che serve a fare colpo sugli illusi, ma prima o poi si strappa.

 
 
 
 
 

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Un blog di: ilmondocheiovorrei
Data di creazione: 06/01/2010
 

 

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