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Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo.
ogni parola che dici, t'amo un pò di più;
parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.
Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo
ogni parola che dici, t'amo un pò di più.
Parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.
Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo,
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te,
perchè se tu mi dici di no, mi fai morire,
e tu lo sai, la vita sei per me.
E vedo te, e ascolto te, e t'amo sempre
ogni parola che dici t'amo sempre di più.
Parole che sono per me sempre diverse
quando sarà la voce tua che le dirà.
E vedo te, e ascolto te, sempre la stessa
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te.
Perchè per me la vita mia non conta niente
è tutto qui quello che ho e lo do a te.
E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me.
E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me
l'organizzazione degli esseri vivienti è caratterizzata dalla priorità del tutto sulle parti, e le parti assumono significato solo all'interno del tutto
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Se l’io assoluto (“puro”, svincolato da ogni determinazione empirica), che, quando “si pone”, identifica se stesso con il Tutto, opponesse a sé la propria negazione assoluta, produrrebbe la propria autoeliminazione, come succede con le grandezze limitate (la somma di +X e éX è zero). Il Nulla (non-io) occuperebbe tutto lo spazio dell’Essere (io); quindi l’io che pone l’opposto a sé deve lasciare una parte di essere per sé: il non-io (esterno ed eterogeneo all’io), nega soltanto una parte dell’io, perché non è il Nulla ma soltanto una parte di esso. In questo modo il non-io si configura come limite.
Fichte