Marxisti

Post N° 4


Seconda partePrecisato che il marxismo non ha nulla a che fare né col materialismo volgare né col materialismo liberale, riconosciamo che il papa dal suo punto di vista, data la classe dei capitalisti che difende, ha più di una buona ragione per opporsi al materialismo dialettico e storico, ma non lo stesso interesse ci sembra dovrebbero averlo gli operai cattolici e, in genere, i cattolici progressisti e democratici.è fuori discussione che a livello ideologico e filosofico non può non esserci una ferma e intransigente lotta di principio, senza tuttavia demonizzare l'avversario, tra il materialismo dialettico e storico e l'idealismo, la metafisica e il dogmatismo della chiesa cattolica, come del resto con qualsiasi altra religione. Ma ciò non dovrebbe portare ad alcuna separazione e divisione tra credenti e non credenti sul piano della ricerca della verità, della giustizia sociale e della lotta contro ogni forma di imperialismo e di sfruttamento dell'uomo sull'uomo.Noi non vogliamo imporre ai credenti la concezione marxista del mondo, lo stesso dovrebbero fare loro nei confronti dei marxisti-leninisti e dei non credenti. Vorremmo invece insieme, non credenti e credenti, cambiare il mondo, almeno in quella parte economica, materiale, istituzionale e spirituale che può essere di comune interesse e vantaggio.L'imperialismo americano, il socialimperialismo sovietico e il governo del neoduce Berlusconi e poi del democristiano Prodi potrebbero benissimo essere identificati come il comune ``demonio'' e su di esso, non credenti e credenti, potrebbero far fuoco per eliminarlo.Comunque sia noi ci atterremo al seguente insegnamento di Mao: ``Un gruppo di idealisti, ad esempio, può approvare il regime politico ed economico socialista e non la concezione marxista del mondo. I patrioti dei gruppi religiosi fanno altrettanto. Noi siamo atei, essi credono in dio. Non possiamo costringerli ad accettare la concezione marxista del mondo''L'elemento centrale della concezione proletaria del mondo è che gli sfruttati e gli oppressi devono sviluppare fino in fondo la lotta di classe per liberarsi dal giogo della classe dominante sfruttatrice e oppressiva. Al contrario, l'elemento centrale della concezione borghese è sostituito dal concetto secondo il quale tutte le classi devono convivere pacificamente nel regime capitalistico, apportando il proprio contributo allo sviluppo della società borghese senza mettere in discussione la collocazione economica e sociale di ciascuna di esse.Tale concezione reazionaria si esprime, per esempio, attraverso il parlamentarismo, il patto sociale, la cogestione, l'autoregolamentazione degli scioperi, l'azionariato operaio. La borghesia non perde certo occasioni per tentare di ammortizzare e spengere la lotta di classe, le contraddizioni di classe e i conflitti di classe. E attualmente sta conducendo una grande campagna tesa a dimostrare che le classi non esistono più, in particolare sarebbe scomparsa la classe operaia, e che nessuno pensa più al socialismo. Si vuole insomma dare ad intendere che non vi sono più i motivi delle divisioni di classe esistenti nel passato.Craxi si vantava di aver pressoché cancellato il conflitto sindacale. Andreotti si compiace di constatare che ``oggi quasi nessuno contesta più i grandi indirizzi di politica estera, l'interclassismo, il solidarismo. Di lotta di classe non si sente quasi più parlare e questo va ascritto alla grande concezione degasperiana''. De Mita addirittura afferma che ``le stesse distinzioni di destra e di sinistra, sono, per qualche verso, ormai categorie improprie... Il nuovo, che si è creato, qualifica in concreto, in termini di progresso e di conservazione, gli atteggiamenti politici e le stesse forze politiche e non più secondo gli schemi rigidi propri delle impostazioni di un tempo. Sicché certe antiche distinzioni dialettiche appaiono per così dire stanche e rivolte indietro, cioè capaci di spiegare il passato ma non di cogliere e giudicare l'avvenire''.I revisionisti italiani, sono talmente rincretiniti e imbolsiti dal parlamentarismo e dal riformismo e così vogliosi di entrare nel governo borghese, che non hanno più la forza di reagire a queste falsità e provocazioni. Bertinotti anzi si è associato al coro dei politicanti borghesi facendo attenzione a non fare una benché minima ``stecca''. Egli infatti ha detto che ``le profonde trasformazioni sociali degli ultimi decenni hanno cambiato anche la impostazione del `concetto stesso di lotta di classe'... un termine che usiamo sempre meno tutti''. L'immagine di un Prc fatto solo di disperati, di proletari che hanno da perdere solo le loro catene, mi sembra francamente un po' passata''.Con ciò è evidente che dopo 65 anni di ininterrotte pressioni, i capitalisti sono riusciti a corrompere l'intero gruppo dirigente dei famigerati partiti comunisti e a trasformarlo in un pericoloso strumento di propaganda della concezione borghese del mondo. Un motivo di più per spingere gli operai coscienti e la gioventù rivoluzionaria, alla cui testa amiamo pensare le ragazze, ad armarsi o riarmarsi della concezione proletaria del mondo per recuperare il terreno perduto, ristabilire la verità rivoluzionaria, e annientare, nel corso di un'accanita lotta di classe anche sul piano filosofico, ideologico e teorico, la concezione borghese del mondo che attualmente costituisce uno dei fattori fondamentali che frenano lo sviluppo della lotta del proletariato verso il socialismo e l'emancipazione. Il contributo di Mao alla concezione proletaria del mondo Mao ha dato un contributo storico al processo di emancipazione ideologica del proletariato iniziato da Marx ed Engels e proseguito da Lenin e Stalin e alla lotta contro la concezione borghese del mondo sul piano filosofico, teorico e culturale. Egli è stato il più grande teorico proletario rivoluzionario dei nostri tempi.Grazie al suo apporto straordinario e incalcolabile la concezione proletaria del mondo è divenuta più chiara e più facilmente accessibile alle masse, ha subìto un grosso sviluppo sulla base delle nuove esperienze del proletariato internazionale e cinese, con particolare riferimento alla lotta contro il revisionismo moderno, e si è arricchita di nuove cognizioni ed elementi che le consentiranno di affrontare con successo le grandi lotte di classe del duemila.I goffi tentativi della banda revisionista del neoimperatore Deng Xiaoping tesi a snaturare e manipolare il pensiero di Mao, anziché comprometterne la genuinità e i caratteri rivoluzionari di classe finiranno per far risaltare di più tutto il suo splendore e la sua irresistibile forza e verità dialettiche e di classe.Il primo grande, evidente e innegabile merito di Mao a livello internazionale è quello di aver rilanciato la concezione proletaria del mondo appannata e progressivamente stravolta e rinnegata da parte dei revisionisti moderni.Nessun sincero marxista-leninista potrà scordare che nel '56 Mao ebbe il coraggio e la risolutezza storica e politica, pressoché da solo, di innalzare la grande bandiera rossa del marxismo-leninismo e con essa far da barriera all'incalzare del liquidazionismo e del capitolazionismo di Krusciov e delle cricche revisioniste dei vari paesi, compresa la Cina.Nessun movimento di liberazione nazionale potrà mai dire di non aver fatto ricorso per un lungo periodo, finché la Cina era socialista e internazionalista, al pensiero di Mao per risolvere i problemi della propria lotta rivoluzionaria.Nessun ``sessantottino'', ex o no, potrà mai smentire che le lotte studentesche del '68 in Italia e nel mondo furono segnate profondamente dal pensiero di Mao e dalla concezione proletaria del mondo. Allora, e finché era in vita Mao, una schiera sconfinata di giovani dei cinque continenti furono attratti per la prima volta nella loro vita dal comunismo e andavano orgogliosi di fregiarsi del nobile e ambito titolo di marxisti-leninisti.Tuttavia i meriti maggiori, più duraturi, eterni, Mao li ha conquistati con la sua grande opera teorica che spazia in tutti i campi. In riferimento al nostro tema, possiamo dire che Mao ha ereditato, difeso e sviluppato la concezione proletaria del mondo per quanto riguarda la filosofia (in particolare la teoria della conoscenza, la dialettica e le contraddizioni nella natura e nella società), l'ideologia, la cultura, la letteratura, l'arte, l'educazione, la morale, i costumi e le abitudini. Addentrandosi con ciò in settori nuovi, esplorati per la prima volta dal marxismo-leninismo.Spiegare in questa circostanza tutto quello che egli ha elaborato e scoperto è impossibile. Possiamo solo elencare le sue opere filosofiche, di cui abbiamo già avuto modo di apprezzare dei passaggi importanti, ed illustrare qualche altro punto della concezione di Mao del mondo.Le opere filosofiche di Mao rese pubbliche sono: Sulla pratica (luglio 1937), Sulla contraddizione (agosto 1937), Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo (27 febbraio 1957), Da dove provengono le idee giuste (maggio 1963).Le prime due opere sono state scritte nel periodo della prima guerra civile rivoluzionaria per combattere il dogmatismo e l'empirismo esistenti allora nel Partito comunista cinese. Le altre due sono state scritte nel periodo della costruzione del socialismo in Cina per combattere il revisionismo di destra che prendeva campo nel Partito sotto la spinta di Liu Shaoqi e Deng Xiaoping.Altri brani fondamentali riguardanti la concezione proletaria del mondo si trovano nelle seguenti opere: Sulla nuova democrazia (gennaio 1940), Riformiamo il nostro studio (maggio 1941), Discorsi alla Conferenza di Yan'an sulla letteratura e l'arte (maggio 1942), Discorso alla Conferenza nazionale di propaganda del Partito comunista cinese (12 marzo 1957).Importanti sono anche gli ``scritti più letti'' durante la Grande rivoluzione culturale proletaria: In memoria di Norman Bethune (21 dicembre 1949), Al servizio del popolo (8 settembre 1944), Come Yu Kung rimosse le montagne (11 giugno 1945) nei quali viene tracciata l'immagine ideale del marxista-leninista e della persona nuova socialista.Nel complesso delle opere su menzionate si ritrovano in sintesi e in forma chiara tutte le grandi scoperte sul materialismo dialettico e storico di Marx, Engels, Lenin e Stalin, arricchite dagli apporti inediti di Mao.Per dare un saggio della potenza del pensiero di Mao circa la dialettica e le contraddizioni, citiamo un brano ripreso dall'opera ``Sulla contraddizione'': ``La legge della contraddizione inerente alle cose, cioè la legge dell'unità degli opposti, è la legge fondamentale della natura e della società, e quindi anche del pensiero. Essa è in opposizione con la concezione metafisica del mondo. La sua scoperta ha costituito una grande rivoluzione nella storia della coscienza umana.Secondo il materialismo dialettico, la contraddizione esiste in tutti i processi che si verificano nelle cose oggettive e nel pensiero soggettivo, essa penetra tutti i processi dal principio alla fine: in questo consiste il carattere universale e assoluto della contraddizione. Ogni contraddizione e ciascuno dei suoi aspetti hanno le loro proprie caratteristiche: in questo consiste il carattere particolare e relativo della contraddizione. Agli opposti è inerente in determinate condizioni l'identità che rende possibile la loro coesistenza in una singola entità, e inoltre la loro trasformazione nei rispettivi opposti: anche in questo consiste il carattere particolare e relativo della contraddizione. Ma la lotta degli opposti è ininterrotta; essa continua tanto durante la coesistenza degli opposti quanto durante la loro reciproca trasformazione, momento in cui questa lotta si manifesta con una evidenza particolare: in questo consiste ancora il carattere universale e assoluto della contraddizione. Quando studiamo il carattere particolare e relativo della contraddizione dobbiamo tener presente la differenza fra la contraddizione principale e quelle secondarie, fra l'aspetto principale e quello secondario della contraddizione e la lotta degli opposti, dobbiamo tener presente le differenze fra le varie forme di lotta; altrimenti gli errori sono inevitabili''.Rispetto ai maestri del proletariato internazionale precedenti, Mao si è trovato in una posizione nuova: portare la rivoluzione socialista nella sovrastruttura e nel profondo dell'essere umano.La Grande rivoluzione culturale proletaria, da egli ideata, promossa e diretta, è stato lo strumento che gli doveva consentire di trasformare la sovrastruttura per renderla conforme alla base socialista e di rivoluzionarizzare la mente e la coscienza delle masse e delle nuove generazioni, e così estirpare le radici dell'ideologia borghese e del revisionismo.``La Grande rivoluzione culturale proletaria -- sottolinea Mao -- è una grande rivoluzione che tocca l'uomo in quanto ha di più profondo, e tende a risolvere il problema della sua concezione del mondo''.Si trattava evidentemente di un avvenimento senza precedenti nella storia, la cui validità rimane intatta e fonte di ispirazione e di insegnamenti per tutti coloro che lottano per il socialismo e per un mondo nuovo, nonostante che tale esperienza sia stata violentemente interrotta dalla restaurazione del capitalismo in Cina.Le teorizzazioni inedite di Mao sulle classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe nella società socialista rimarranno comunque in eterno come il suo più grande e prezioso contributo dato al materialismo dialettico e storico. La teoria dei due tipi di contraddizioni scoperte da Mao nella società socialista -- le contraddizioni in seno al popolo, che vanno risolte con la dialettica, il ragionamento e la convinzione, e le contraddizioni antagonistiche tra il nemico e noi, che vanno risolte con la forza e la rivoluzione --, costituisce la stella polare di coloro che costruiscono la società socialista.Ma anche di chi, come noi, si trova nella fase della lotta per il socialismo ed ha lo stesso problema, sia pure in forma diversa, della risoluzione dei due tipi di contraddizione. Infatti mentre dobbiamo convincere le masse di sinistra con la dialettica, le argomentazioni, i fatti, l'esempio e l'azione che la via dei falsi partiti comunisti non porta al socialismo, non bisogna deflettere dallo stare all'opposizione del sistema capitalistico per combatterlo e distruggerlo.Sulla base dell'esperienza storica, Mao sottolinea che ``Nella società divisa in classi, le rivoluzioni e le guerre rivoluzionarie sono inevitabili, che senza di esse è impossibile compiere un salto nello sviluppo della società, è impossibile rovesciare le classi dominanti reazionarie e permettere al popolo di prendere il potere. I comunisti devono denunciare la propaganda menzognera dei reazionari, i quali affermano per esempio che la rivoluzione sociale non è necessaria, né realizzabile; i comunisti devono attenersi fermamente alla teoria marxista-leninista della rivoluzione sociale per aiutare il popolo a comprendere che la rivoluzione sociale non solo è assolutamente necessaria ma anche pienamente possibile'Per evitare l'odio, la ribellione delle masse e la rivoluzione, la borghesia e i suoi lacché inventano e ricorrono a molti trucchi filosofici e teorici. Alcuni di questi sono la teoria della natura umana, dell'unità del genere umano e della difesa della specie, l'umanitarismo, lo Stato di tutto il popolo, la democrazia e la libertà al di sopra delle classi, la fraternità, l'amore e l'altruismo universali. Con ciò si tenta di sfumare e cancellare ogni differenza e contraddizione di classe, addolcire ideologicamente il proletariato e indurlo a trasferire ogni dissidio e dissenso nel quadro istituzionale e costituzionale.Mao invece si è battuto affinché su ogni tema e questione risultassero chiari i termini della contraddizione e le differenti vedute del proletariato rispetto alla borghesia e la lotta di classe non conoscesse soste. In tal modo egli ha fatto una grande opera di pulizia e riordino ideologico secondo lo spirito dei delegati del Congresso di fondazione della Lega dei comunisti (giugno 1847), in pratica la prima organizzazione marxista internazionale, che adottarono la storica parola d'ordine ``Proletari di tutti i paesi, unitevi'', sopprimendo quella idealistica precedente che suonava così: ``Che gli uomini siano fratelli''.Riguardo la natura umana, Mao ha detto: ``Esiste una natura umana? Certamente sì, ma solamente una natura umana concreta e non una natura umana astratta. Nella società divisa in classi esiste solo una natura umana con un carattere di classe, e non una natura umana al di sopra delle classi. Noi siamo per la natura umana del proletariato e delle grandi masse popolari, mentre i proprietari fondiari e la borghesia sono per la natura umana delle proprie classi; solo che non lo dicono e la presentano come l'unica natura umana. La natura umana esaltata da certi intellettuali piccolo-borghesi è staccata anch'essa dalle masse popolari o ha addirittura, un carattere antipopolare. La natura umana di cui essi parlano, in fondo non è che l'individualismo borghese, perciò ai loro occhi la natura umana proletaria non ha nulla a che vedere con la natura umana''.Parole altrettanto chiare Mao l'ha pronunciate in riferimento all'amore. Per estensione, quanto egli dice in proposito vale per la democrazia, la libertà, la morale, la cultura, la letteratura e l'arte poiché tutte quante, viene dimostrato in altri passi, portano un'impronta di classe e servono il proletariato o la borghesia.``Al mondo -- dice Mao --non esiste amore senza cause, così come non esiste odio senza cause. Quanto al cosiddetto `amore per l'umanità', da quando l'umanità è divisa in classi non è mai esistito un amore come questo, un amore che abbraccia tutto e tutti. Alle varie classi dominanti del passato piaceva predicare un tale amore, e molti saggi hanno fatto altrettato, ma nessuno l'ha messo realmente in pratica, perché nella società divisa in classi questo amore è impossibile. Un vero amore per l'umanità sarà possibile soltanto quando le classi saranno state eliminate in tutto il mondo. Le classi hanno diviso la società in gruppi antagonistici, e soltanto dopo l'eliminazione delle classi si avrà l'amore universale, non ora. Noi non possiamo amare i nostri nemici, non possiamo amare i mali della società, il nostro obiettivo è distruggerli.L'unità del genere umano, della specie, esiste dunque solo sulla carta, meglio nei sogni idealistici, nella realtà, come chiunque può constatare con mano, l'umanità è profondamente spaccata e divisa. Bisogna allora partire da qui, da questa realtà generata dalla divisione in classi della società, se si vuole veramente raggiungere l'unità dell'umanità e la fraternità universale.A tale unità un giorno, nei secoli e millenni a livello planetario, bisognerà pure arrivarci e ci arriveremo, purché non si facciano dei voli utopistici, idealistici e antidialettici e si capisca che il primo passo che bisogna compiere per andare verso quella direzione è di abbattere il capitalismo e poi costruire il socialismo.Noi marxisti-leninisti dobbiamo ringraziare profondamente Mao, non solo per il nutrimento e l'orientamento ideologici che egli continuamente ci fornisce tramite la sua opera teorica, ma anche per averci fatto scoprire la bellezza e l'importanza di essere compartecipi del grande processo di emancipazione del proletariato e dell'intera umanità. Occorre trasformare la propria concezione del mondo La trasformazione della propria concezione del mondo è essenziale per dare un contributo all'emancipazione del proletariato, per fare avanzare la lotta di classe, per combattere la borghesia, per capire la realtà, per affrontare correttamente e con successo tutte le prove della lotta di classe, per liberarsi da ogni influenza e condizionamento borghesi, revisionisti e riformisti, per amalgamarsi alla classe operaia e per dare un orientamento di classe alla propria vita personale, sociale e politica.Le scelte quotidiane e le più minute, come quelle generali e le grandi opzioni derivano tutte quante dalla concezione del mondo che si possiede. Se domina in noi l'ideologia borghese, anche se apparteniamo alla classe operaia e al partito del proletariato, compiremo inevitabilmente delle scelte borghesi, se invece il nostro spirito e la nostra mente sono permeate dal materialismo dialettico e storico tutta la nostra vita privata e pubblica sarà interamente rivoluzionaria.Essere proletari e marxisti-leninisti non significa avere automaticamente una concezione proletaria del mondo. Perché, nonostante l'origine di classe e la militanza politica rivoluzionaria, siamo pur sempre figli di questa società capitalistica che fin dalla culla ci educa in maniera borghese.Non è quindi facile acquisire una mentalità proletaria e rivoluzionaria completa e coerente in tutte le sue manifestazioni ideologiche e politiche, dal momento che l'ideologia delle classi sfruttatrici che si sono succedute nel nostro Paese basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione è millenaria ed è radicata profondamente nella società.è innegabile che attualmente le idee dominanti sono le idee della classe borghese in quanto essa è al potere e dispone di tutti i mezzi economici, istituzionali, culturali, educativi e dell'informazione per imporre alle masse la sua egemonia culturale e i suoi canoni di vita. Tanto più che i partiti storici della classe operaia non hanno mai opposto una seria resistenza di classe al dilagare dell'influenza borghese nel proletariato, e oggi addirittura le tengono bordone persino nella satira, ne è un esempio lo squallido ``Tango''.Questa è la realtà da cui dobbiamo partire per trasformare la nostra concezione del mondo. Comprendendo la serietà, l'importanza, la necessità e l'urgenza dell'impresa. Comprendendo che il cambiamento di mentalità e del modo di agire e di combattere può avvenire solo con un atto cosciente e deliberato, dando una svolta alla propria vita, tracciando una netta linea di demarcazione tra sé e la borghesia, prendendo la lotta di classe come asse, imparando ad osservare, analizzare, trattare e valutare tutto dal punto di vista di classe e della lotta di classe; comprendendo insomma che è necessario espellere dalla nostra mente ogni pur minima traccia della cultura borghese affinché essa sia vivificata dalla cultura proletaria.Ma questo non sarà mai possibile se non si studia seriamente, sistematicamente e quotidianamente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, secondo le proprie esigenze e necessità. Quanto più ci sentiremo influenzati dalla borghesia, tanto più dobbiamo studiare le opere dei grandi maestri del proletariato internazionale. Oggi, date le circostanze, questo studio assume un carattere prioritario rispetto a qualsiasi altro compito rivoluzionario.Specie gli operai coscienti e avanzati, coloro cui spetta il diritto e il dovere di dirigere anche sul piano culturale il partito del proletariato e le larghe masse popolari, dovrebbero con slancio accogliere questa esortazione di Mao: ``Dobbiamo scuoterci e studiare facendo duri sforzi. Prendete nota di queste tre parole: `fare', `duri', `sforzi'. Bisogna assolutamente scuoterci e fare duri sforzi. Adesso molti compagni non ne fanno e alcuni impiegano le energie che restano loro dopo il lavoro soprattutto per giocare a carte o a mahjong e per ballare: questa, secondo me, non è una buona cosa. Le energie che restano dopo il lavoro dovrebbero essere impiegate soprattutto nello studio, facendo in modo che diventi un'abitudine.