Marxisti

Post N° 28


Il capitale finanziarioLa corsa al massimo profitto penetra anche l'attività dei monopoli bancari. Gli apologeti borghesi mascherano in tutti i modi il fatto che scopo effettivo sia dei monopoli industriali che di quelli bancari è l'appropriazione del massimo profitto; essi raffigurano falsamente i monopoli quali "organizzatori" della vita economica che attuano una "regolazione cosciente" dell'economia nell'interesse della società. Denunciando i lacché del sacco di scudi, Lenin indicò invece che questa "regolazione cosciente" attraverso le banche consiste nel derubare la gente da parte di un pugno di monopolisti organizzati.La fusione, o compenetrazione, del capitale bancario monopolistico con il capitale industriale monopolistico - che porta alla formazione del capitale finanziario e di una oligarchia finanziaria, - è altresì strettamente legata alla legge economica fondamentale del capitalismo contemporaneo. La sempre maggiore penetrazione delle grandi banche nell'industria mediante l'accaparramento di azioni delle imprese industriali, l'emissione di carte valori e la partecipazione alla costituzione di nuove società per azioni, tutto questo serve quale strumento finalizzato al massimo profitto da parte dei monopoli bancari. "Il capitale finanziario concentrato in poche mani e che gode del monopolio di fatto, ricava un enorme e sempre crescente profitto dall'emissione di carte valori, dai prestiti statali, ecc., rafforzando il dominio dell'oligarchia finanziaria e obbligando l'intera società a pagare un tributo ai monopolisti" (Lenin).Uno degli aspetti più tipici del capitalismo monopolistico è l'esportazione di capitale, anch'essa legata alla legge economica fondamentale del capitalismo contemporaneo. Come si è già mostrato più sopra, l'esportazione di capitale serve quale importante strumento finalizzato al massimo profitto mediante il sistematico saccheggio dei popoli degli altri paesi, e in particolare di quelli arretrati.Nell'epoca dell'imperialismo si inasprisce drasticamente la contraddizione fondamentale del capitalismo, quella cioè tra il carattere sociale della produzione e la forma capitalistica di appropriazione dei risultati della produzione. Nella corsa per il massimo profitto i monopoli concentrano nelle loro mani una sempre maggior parte del capitale sociale complessivo e della produzione, consolidano le proprie imprese, si impadroniscono delle fonti mondiali di materia prima, delle vie e dei mezzi di comunicazione, ecc. A seguito di ciò si accresce la socializzazione della produzione, in sorprendente contraddizione con la quale si ha la forma capitalistica privata dell'appropriazione.La corsa dei monopoli al massimo profitto e lo sfruttamento, la rovina e l'immiserimento delle masse popolari portano ad un aggravarsi della incompatibilità tra la crescita delle possibilità produttive del capitalismo e la riduzione della domanda solvibile; il che, inevitabilmente, condiziona la frequenza, l'approfondirsi e l'acuirsi delle crisi economiche. Oltre a ciò i monopoli, cercando così di garantirsi elevati profitti, si provano a mantenere prezzi elevati sulle loro merci perfino durante le crisi, il che ostacola il riassorbimento dell'eccesso di merci presente sul mercato e porta a un perdurare delle crisi. Tuttavia, per quanto i monopoli cerchino di mantenere elevati i prezzi durante le crisi, l'interruzione della realizzazione delle merci e la repentina caduta dei loro prezzi portano inevitabilmente a che, negli anni di crisi, perfino i profitti dei monopoli cadano visibilmente. La dialettica è tale che, in nome del massimo profitto, i monopoli intensificano al massimo lo sfruttamento e l'immiserimento delle masse lavoratrici; poi l'immiserimento delle masse, stante una simultanea crescita della produzione capitalistica, porta alle crisi, e queste crisi sono seguite da una caduta della massa e del tasso di profitto.L'imperialismo è capitalismo morente, la vigilia della rivoluzione socialista, perché nell'epoca dell'imperialismo raggiungono una asprezza estrema le contraddizioni tra il lavoro e il capitale, tra le metropoli e le colonie, e tra le stesse potenze imperialistiche.Nell'epoca del capitalismo monopolistico la contraddizione tra il lavoro e il capitale si inasprisce al massimo grado in virtù del fatto che lo sfruttamento, la rovina e l'immiserimento delle masse lavoratrici a seguito dell'azione della legge economica fondamentale del capitalismo contemporaneo raggiungono il loro limite estremo.Lo sfruttamento e il saccheggio dei popoli coloniali portano a una crescita del malcontento di questi popoli, a una ripresa della lotta di liberazione nazionale contro l'imperialismo, e questo concorre alla trasformazione dei paesi coloniali e dipendenti da riserve dell'imperialismo in riserve della rivoluzione proletaria.La legge economica fondamentale del capitalismo contemporaneo suscita un ulteriore inasprimento delle contraddizioni anche all'interno dello stesso campo imperialista. La lotta dei monopolisti dei singoli paesi per il massimo profitto li costringe a cercare di ottenere il possesso di monopolio delle colonie e delle sfere d'influenza, dato che proprio il dominio di monopolio sui mercati dei paesi coloniali e dipendenti garantisce loro la possibilità di appropriarsi del massimo profitto. Tuttavia, dato che il mondo è già diviso tra un pugno di "grandi potenze" e che i vari paesi capitalistici si sviluppano in modo estremamente ineguale, la lotta per il massimo profitto si trasforma inevitabilmente in una lotta per la spartizione del mondo mediante le guerre imperialistiche. In tal modo l'azione della legge economica fondamentale del capitalismo contemporaneo, così come la legge - ad essa subordinata - dell'ineguale sviluppo del capitalismo nell'epoca dell'imperialismo, condiziona l'inevitabilità degli scontri, dei conflitti e delle guerre tra le potenze imperialistiche. Stalin, rilevando che la tesi leniniana sulla inevitabilità delle guerre tra paesi capitalistici rimane in vigore anche al tempo presente, osserva che l'Inghilterra e la Francia non possono contenere all'infinito l'espansione coloniale dell'imperialismo americano se non col risultato di minacciare una catastrofe per gli elevati profitti dei capitalisti anglo-francesi.Il valore decisivo della legge economica fondamentale del capitalismo contemporaneo nel preparare le condizioni di una trasformazione rivoluzionaria del sistema capitalistico è stato rilevato dal Rapporto al XIX Congresso del PC dell'URSS con le seguenti parole: "Questa legge svela e spiega le stridenti contraddizioni del capitalismo, rivela le cause e le radici della aggressiva politica di rapina degli Stati capitalistici. L'azione di questa legge conduce ad un approfondirsi della crisi generale del capitalismo, ad un inevitabile accrescimento e scoppio di tutte le contraddizioni della società capitalistica".La conoscenza di questa legge offre ai lavoratori un chiaro orientamento negli avvenimenti storici contemporanei, dischiude dinanzi a loro una chiara prospettiva rivoluzionaria e li arma della ferma convinzione nella vittoria finale del comunismo sul capitalismo.