Creato da: massimo.maneggio il 21/11/2008
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BISIGNANO Ritorno a casa per l’alpinista Luigi Savaglia, celebrato in una serata ad hoc nel suo paese d’origine. Grazie a una tavola rotonda organizzata dai giovani soci della Bcc Mediocrati, l’alpinista calabrese, nella sala “Rosario Curia” del viale Roma, ha così aperto l’album dei ricordi, ricordando anche le tante avventure vissute in mezzo alle montagne. Savaglia, giovane alpinista bisignanese, da anni sta scalando le vette più alte del mondo, con imprese registrate sul Monte Bianco o sulle vette del Kilimangiaro. L’intervista aperta col giovane alpinista è stata un’occasione utile anche per scoprire molteplici curiosità sull’alpinismo e sulla “Seven Summit”, manifestazione con l’obiettivo di scalare le sette montagne più alte del mondo. Dopo aver parlato delle sue prime scalate, come quella effettuata sulle vette del Grosslonker nel 2009, l’attenzione è stata focalizzata sull’avventura al Monte Elbrus, la vetta più alta del Caucaso. Savaglia ha spiegato le difficoltà della missione, dove l’impresa è fallita a qualche centinaio di metri per via della scarsa visibilità. Una parentesi importante, per Savaglia, è rappresentata dalla curiosa amicizia con Daniele Molmenti, oro olimpico a Londra. Accumunati dal grande senso di sacrificio, per chi fa degli sport poco conosciuti, tra il canoista e l’alpinista, come spiega Savaglia, prima dell’Olimpiade londinese, è scattata una scommessa poi regolarmente pagata da Molmenti: compiere insieme una scalata sul Monte Rosa. Con i ricordi e le immagini a scorrere sul filo dei ricordi, l’alpinista 29enne ha poi raccontato una delle ultime scalate, compiuta sulla cima dell’Aconcagua a 6962 metri, con una spedizione non portata a termine, per colpa delle condizioni climatiche imprevedibili. Per Luigi Savaglia, ora, non resta che completare la missione della Seven Summit, scalando le vette più alte dell’Asia e dell’Oceania: il tifo, dalla Calabria, non mancherà di certo. Mas. Man. Calabria Ora 27-7-13
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