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Post n°1064 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da massimo.maneggio
BISIGNANO Giovane, bravo e forse pronto – speriamo al più presto – per altri palcoscenici. In una Bisignano dove ai giovani spesso è inculcato il mito del viale Roma, e non quello di una sana e robusta maturazione mentale, il talento di Carlo Falco sembra essere di oro zecchino. Il giovane cantautore bisignanese di belle speranze presenterà il suo primo album, dal titolo “Adesso canto” (prodotto dalla Roka), domenica 24 alle ore 18.30 nelle sale del “Kratos”, come l’inizio di una carriera artistica che ci auguriamo sia foriera di successi. Ha già la capacità innata di stimolare, intorno a sé, dibattiti e discussioni: prova ne è stata la canzone “Un paese strano”, dove descriveva nell’estate 2014 i malesseri e i vizi del territorio bisignanese, raccontando la realtà senza ipocrisie e in modo appassionante. Proprio per questo, vale la pena approfondire il discorso musicale con questo giovane cantautore. Falco, intanto un grosso augurio per questa presentazione e per l’album di fresca pubblicazione. Qual è stato il primo brano che hai fatto conoscere al grande pubblico? “Così vicini, così lontani”, un brano impegnato con uno stampo da cantautore, incentrato sul campo d’internamento di Ferramonti. Un pezzo importante, che mi ha fatto maturare come essere umano e come artista. Altri brani che possiamo ricordare? “2041”, un pezzo che per me è un inno contro tutte le guerre, ispirato al libro di George Ornwell, ma anche “Adesso canto”, pubblicato prima come singolo e che ora sarà l’apertura dell’album. Chi ti ha aiutato nella realizzazione del tuo primo album? Senza dubbio la Roka Produzioni, con Roberto Cannizzaro come produttore e arrangiatore, ma anche Giorgio Sprovieri, già collaboratore di Mogol, come supervisore testuale. Senza dimenticare anche Katia Cannizzaro per la diffusione e l’aiuto vocale. Altri ringraziamenti? Quelli vanno alla mia famiglia, che mi ha supportato in questo progetto e nell’esprimere la mia musica, aiutandomi a stare con gli occhi al cielo e con i piedi ben saldi a terra. Massimo Maneggio
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