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Messaggi di Marzo 2016

 

Prossimi gli interventi su Sambucina di Luzzi

Post n°1098 pubblicato il 28 Marzo 2016 da massimo.maneggio

LUZZI Si procede verso gli interventi sulla zona della Sambucina. Con un decreto commissariale, infatti, sono arrivate le ultime news in merito agli interventi da svolgere nella zona montuosa della cittadina luzzese, in modo da poter scongiurare, una volta per tutte, il rischio di eventuali frani o rischi idrogeologici. Gli interventi di mitigazione del rischio di frana e la messa in sicurezza del centro abitato e, in particolar modo, della località della Sambucina avranno così una sorta di scatto in più, con il decreto che ha stabilito l’occupazione anticipata d’urgenza preordinata all’espropriazione nonché la determinazione in via provvisoria dell’indennità di espropriazione e di occupazione temporanea delle aree in cui ricadranno gli interventi concreti sulle zone interessate. Questi lavori si avvarranno di un finanziamento di un milione d’euro e dovranno rendere, una volta per tutte, più sicure le zone dell’abitato luzzese, in particolare quelle della Sambucina che ospita la storica abbazia e che, nel periodo estivo-autunnale, ospita la tradizionale cronoscalata, occasione utile per portare turismo in città grazie alla carovana degli appassionati dei motori che seguono i circa duecento partecipanti.

Massimo Maneggio - La Provincia di Cosenza - 27-03-16


 
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Referendum, a qualcuno interessa?

Post n°1097 pubblicato il 28 Marzo 2016 da massimo.maneggio

BISIGNANO Il referendum del 17 aprile sembra quello meno affrontato di sempre: il prossimo appuntamento elettorale non ha ancora scatenato la discussione politica in città, e né pare aver coinvolto associazioni o altri movimenti culturali (forse a corrente alternata) protagonisti del territorio cratense. Un’assenza di dibattito grave che, ne siamo certi, dovrà essere assolutamente smentita nei prossimi giorni, sperando che i dibattiti e i convegni faranno luce, a quanti richiedono maggiori informazioni, sulle motivazioni di questo referendum sulle trivellazioni, spiegando le ragioni del sì nonché quelle del no. Se in altri paesi si sono mossi già i comitati a favore o contrarie alle trivellazioni (in realtà sono sorti maggiormente i movimenti no-triv), a Bisignano non è avvenuto nulla di tutto ciò. La tendenza locale, per giunta, sembra essere rispecchiata anche negli altri territori cratensi, dove vedono questa tornata referendaria come qualcosa distante anni luce e dunque non meritevole di una necessaria attenzione.

 

Massimo Maneggio

La Provincia di Cosenza

27-3-16

 
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90° minuto, puntata del 20 marzo 2016 con bilancio pasquale

Post n°1096 pubblicato il 20 Marzo 2016 da massimo.maneggio
 

Torna la rubrica su 90° minuto, questa volta con il meglio visto in questa prima parte del 2016.

Prima, però, concentriamoci sulla puntata odierna, il pre sabato pasquale con tante analisi a corredo, in mezzo a qualche risultato abbastanza indicativo.

Come sempre Paola Ferrari e Marco Mazzocchi, tra zizzanie, interviste e servizi, hanno il compito di ormezzanoeffettotrainare il programma per due ore e poco più, insieme a Gianpaolo Ormezzano e al ritorno di Alberto Malesani, che non porterà nessuna impennata di auditel. Ormezzano è l’aspetto predominante di 90° minuto, la rivelazione del non calcio portata in pubblico, in quanto ai telespettatori interessano ormai i suoi colli altissimi alla Sandro Ciotti, le mani davanti alle telecamere, i mocassini in contrapposizione con i tacchi della Ferrari e la poesiola finale con schema metrico a casaccio. Più qualche leggendario episodio e/o barzelletta.

Occhio di riguardo, naturalmente, per gli inviati. Portatori sani di notizie calcifere, spesso abbandonati al freddo e al gelo. Per loro un giudizio e una benevolenza, il più delle volte.

Giuseppe Galati [Empoli-Palermo 0-0] → Umana comprensione per chi, da qui in avanti, dovrà commentare partite dove l’unica pietra tombale è il pareggio.STOICO.

Marco Lollobrigida [Roma-Inter 1-1] → Appurato del raffreddore di Giacomo Capuano, mandano il buon Rimedio a fare l’anticipo per Sabato Sprint e lo trasferiscono poi a Frosinone. Ci pensa il buon Lollobrigida a riassumere per noi di 90° minuto la sfida. Non che si ammazzi di divertimento, questo va detto.CLASSICO.

Fabrizio Tumbarello [Atalanta-Bologna 2-0] → “Tumbaragol”, come la sigla diDomenica Sprint. A lui tocca rimanere negli studi Rai di Roma a commentare questo partitone di cartello. TUMBARAGOL.

Stefano Bizzotto [Verona-Carpi 1-2] → Il Triveneto è il suo regno, Luca Toni il suo condottiero, papà Castori il suo intruso. Dopo Franco Lauro forse sarebbe stato lui l’erede designato o Gianni Cerqueti alla conduzione di 90° minuto. È andata com’è andata. BUNDESLIGA.

Federico Calcagno [Sampdoria-Chievo Vr 0-1] → Seconda volta di fila a Genova per Calcagno, quello che soffriva più di tutti quando, qualche anno fa, un genio a Rai Sport si alzò la mattina e decise di impostare a 90° minuto le sintesi copia e incolla dalle telecronache. BELLISSIMO.

Franco Lauro [Sassuolo-Udinese 1-1] → Usato come un jolly, è in sostanza quello più azzeccabile da pronosticare infranco lauro da inviatoun’ipotetica griglia degli inviati. In Italia si punta su tutto e non sugli inviati di 90° minuto (e menomale!). Quando vai sui campi, ha forse otto chili di statistiche in borsa, è un piacere e un dovere fare il tifo per lui. Se tornerà a salutare tutti quelli che lo seguono dalle case di cura, di riposo e dagli ospedali (ma anche dalle carceri), sarà un fantastico Lauro-day. È l’unico che augura buona Pasqua.MITO.

Alberto Rimedio [Frosinone-Fiorentina 0-0] → La cosa più bella che si ricordi è l’aver abolito il muro giallo di cemento armato, scegliendo una ringhiera gialloblu per il collegamento. PREGIUDIZIALE.

Gianni Cerqueti [Torino-Juventus 1-4] → Intanto, bisogna alzarsi dalle sedie e celebrare il record d’imbattibilità di Gigi Buffon, vittima della poesia di Ormezzano. Poi valutare il servizio di Cerqueti. Ottimi entrambi. CHAPEAU.

Paolo Paganini [Napoli-Genoa 3-1] → Dopo la battuta su Honolulu di qualche tempo fa, si è consolidato il suo ruolo di messaggero live. Lo telefonano per Quelli che aspettano sugli aggiornamenti della partita delle 12.30, poi gli tocca sovente il collegamento delle 18. CAPELLONE.

Luca De Capitani [Milan-Lazio] → Segue quella tradizione degli inviati che, un’ora prima della partita, devono cercare di azzeccare la formazione. Compito in passato toccato a Carlo Paris, Stefano Mattei, Aurelio Capaldi e Alessandro Antinelli. FOREVER YOUNG.

Altri servizi:

  • Sabrina Gandolfi intervista Roberto Donadoni come probabile commissario tecnico della Nazionale.
  • Amedeo Goria, post Roma.
  • Thomas Villa, post Inter.
  • Paolo Paganini sul calciomercato. Cifre forse inverosimili.

Andiamo ora alle dieci “perle”.

LA CALZA DELLA BEFANA. Il rientro dalle feste natalizie è un po’ come il primo giorno di scuola, tra cazzeggi, sfottò e tombolate con gli scarti dei regali. La cosa più bella accade all’Olimpico quando il buon Cristiano Piccinelli, dopo aver commentato con sano disgusto calcistico Lazio-Carpi 0-0, si dilegua, nonostante l’appello di Paola Ferrari, sua collega di ufficio nella redazione romana.

L’APOLOGIA DI UN RIMEDIO. Se c’è stato un protagonista assoluto nel giornalismo della tv di Stato, in questi ultimi anni, è Alberto Rimedio. Non per un urlo, una bestemmia o un look particolare, quanto per l’insano talento di diventare il bersaglio involontario della sfortuna. È il telecronista della Nazionale più scarsa di sempre, ha passato anni a condurre il 90° minuto di Serie B, è entrato in combutta con Ballarò, ed è stato un ex trequartista della Sampdoria. La sfiga cronistica non l’ha quasi mai abbandonato.

a.rimedio 15-16Juventus-Verona 3-0→  Non ha più il ritorno video, deve commentare il servizio due volte.

Torino-Empoli 0-1 → Si parte con un fuori-onda fenomenale, la voce di Jacopo Volpi (possibile?) ad annunciare «È saltato tutto! È saltato tutto!», in seguito Rimedio viene bersagliato da facili ironie nei paragoni illustri con Don Matteo e Ken, il marito di Barbie.

Sassuolo-Empoli 3-2 → Al momento di salutare salta l’audio, aveva commentato il servizio con la stessa stereofonia dei festival di Sanremo senza orchestra.

Chievo-Genoa 1-0 → La Ferrari lo elegge fidanzato d’Italia.

SOSIA. Detto di Rimedio simile a Ken, vale la pena concentrarsi su altre somiglianze. Crediamo poco a un Gianni Bezzi che, nella nebbia di Bologna, è paragonato ad Humprey Bogart, protagonista nel film galcCasablanca. Crediamo, a maggior rigor logico, nell’incredibile e ancora non sottolineata somiglianza tra Giuseppe Galati e Carlo Conti: che si siano sovrapposti per esigenze di palinsesto?

#TUTTIGIUPERTERRA. Paola Ferrari e Marco Mazzocchi nella puntata del 7 febbraio iniziano seduti per terra, sensibilizzando sulle stragi dei bambini nel Mediterraneo e promuovendo l’iniziativa dell’Unicef. Nonostante i vari appelli, il calcio rimane insensibile.

OCCHIO AL SERBO. Sempre il 7 febbraio, la lite della “Zona Mista” con Sinisa Mihajlovic è un piccolo capolavoro. In pratica fa tutto l’allenatore del Milan, seccato per aver atteso dieci minuti e dopo esser scavallato da Claudio Marchisio intervistato a Frosinone da Fabio Pietroiusti.

SAN VALENTINO CON LIPPI. Marcello Lippi, po po po po po po. Parte il motivetto e, in generale, le lippisensazioni di quel Mondiale 2006, vinto dall’ex tecnico juventino e da una squadra di campioni. Lippi fa l’ospite a sorpresa, quasi per regalare una buona festa degli innamorati agli amanti del calcio, in una domenica senza big match. Si segnala, inoltre, un servizio stupendo di Amedeo Goria che dà a Luciano Spalletti i meriti di aver migliorato la forma anche delle pecore di Trigoria.

GLI ALTRI ALLENATORI. Renzo Uilvieri è il primo ospite del nuovo anno, allegro come non mai. Massimo Oddo diventa l’idolo delle donne, la Ferrari ne privilegia gli occhi. Cesare Prandelli torna e i digitali temono per la loro vita, Paolo Paganini non è un allenatore, ma fa da facente funzioni nel periodo del calciomercato. Enrico Chiesa è ospite per due volte, Gianni De Biasi per quattro, trasformandosi in uno statistico. Un altro non allenatore, ospite della trasmissione prima di giacmounierMalesani, è il funambolico Emanuele Giaccherini, trequartista del Bologna e idolo dell’umiltà, tanto da non correggere un palese errore di confusione con il collega Anthony Mounier.

TOTTI E VOCALELLI. Il caso di Francesco Totti è un giallo che merita un ripescaggio eccellente in studio, quello di Alessandro Vocalelli, direttore del Corriere dello Sport e ospite fisso nella stagione 2013-14 insieme con Beppe Dossena. Era a due centimetri da Ormezzano, non ha preso spunto per infilare qualche storiella.

LONGOBARDA E OSCAR. Mino Farolfi, buontempone della via Emilia, collegato da Carpi saluta in studio Gianni De Biasi e ricorda la cavalcata del Modena dalla Serie C1 alla Serie A, quando quella squadra era detta per l’appunto Longobarda per il paragone tra Diomansy Kamara e Aristoteles. Vista la notte degli Oscar, Paola Ferrari ne consegna uno finto a Marco Mazzocchi: non l’avesse mai fatto, la statuetta compare in studio più di Ormezzano.

EASTER. È Pasqua, quindi happy Easter. È il brano dei Marillion che fa da colonna sonora al riepilogo dei gol, la sintesi ideale degli auguri per gli appassionati di questo programma.

Massimo Maneggio

 

Per rivedere “Zona Mista” del 20 marzo 2016: http://www.raisport.rai.it/dl/raiSport/media/zona-mista-63c5e89d-b73b-48a7-89b0-a190cfcb9e81.html

Per rivedere 90° minuto del 20 marzo 2016: http://www.raisport.rai.it/dl/raiSport/media/90-minuto-20-03-16-847fca43-784c-49de-abc1-cd8d71b6ddc8.html


 
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6 mesi dalla scomparsa di Alexandra Radac

Post n°1095 pubblicato il 18 Marzo 2016 da massimo.maneggio

BISIGNANO Sei mesi senza nessuna notizia, un caso nazionale, una ragazza scomparsa, il silenzio che sa spesso di indifferenza. Dal 19 settembre scorso Alexandra Roxana Radac è scomparsa dalla città di Bisignano senza più lasciare traccia: nonostante l’impegno nelle ricerche, gli sforzi delle forze dell’ordine e tutti gli appelli fatti nei mesi scorsi non c’è stato un elemento concreto per capire dove la ragazza sia andata e, soprattutto, per scoprire se l’allontanamento sia stato volontario o forzato. Riepiloghiamo in breve ciò che è successo la mattina del 19 settembre, periodo in cui comincia tutto il mistero: la ragazza è scesa dopo aver fatto colazione dalla casa presa in affitto, in via dei Cappuccini, con la madre e la sorella per andare a svolgere lezioni di scuola guida (dove si era iscritta qualche giorno prima), aiutata da un anziano vicino che si era messo a disposizione. Erano circa le dieci e quarto circa, l’anziano è sceso a valle per fare rifornimento alla sua autovettura, in quanto la ragazza era al telefono: al ritorno nel centro storico, di Alexandra nessuna traccia concreta. Analizzando a fondo i cellulari si riuscirà a scoprire che Alexandra aveva provato a telefonare a un signore di Acri, che le aveva offerto di lavorare come badante per la madre anziana, ed è riuscita a visualizzare tramite Messanger il messaggio di un’amica conosciuta qualche giorno prima. Queste sono state le prime avvisaglie di un caso eclatante, che farà fatica a emergere nonostante le prime segnalazioni della scomparsa e le indagini. In città la notizia divenne quasi fastidiosa con una sorta di commistione tra il gossip e la cronaca diventata un’arma da usare nei bar: sulla ragazza si sono così voci di ogni genere, dicerie che l’avvocato Aurora Sangermano insieme alla madre metteranno a tacere in una conferenza stampa. Alexandra era, comunque, madre di un bambino di quattro anni, rimasto in Romania e cresciuto dalla famiglia del padre, e aveva voglia di tornare il prima possibile nella sua nazione di origine, per un legame e un desiderio che è emerso stando ai messaggi e alle telefonate avvenute prima della scomparsa. Di tutto ciò si occupa anche la televisione nazionale, in particolare la trasmissione “Chi l’ha visto?” che con cura e professionalità arriverà più volte in terra cratense per documentare e seguire gli ultimi sviluppi della vicenda. Un punto focale è sopraggiunto con una telefonata ricevuta dal padre di Alexandra in Romania, ma non vi è stata mai una conferma che la voce sofferente, dall’altra parte del telefono, era proprio quella della ragazza. Le settimane sono poi trascorse senza avere nessuna novità, mentre la madre Ana continua a sperare di ricevere il regalo gradito da sei mesi a questa parte, ovvero ritrovare al più presto sua figlia. Molte sono state le ipotesi intercorse in questi mesi, come quella di un omicidio a sfondo passionale oppure una fuga volontaria della ragazza in Romania, anche se appare difficile pensare come Alexandra, madre appunto di un bambino di quattro anni, non abbia avuto almeno il desiderio di abbracciarlo in caso di ritorno in patria. Il mistero prosegue sempre più nel silenzio.

Massimo Maneggio

 
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Pantani, la storia e il mito

Post n°1094 pubblicato il 15 Marzo 2016 da massimo.maneggio

Un campione mai dimenticato: Marco Pantani

Marco Pantani

Sono trascorsi dodici anni dalla tragica e triste scomparsa di Marco Pantani ma a distanza il suo ricordo è più che mai presente nella memoria dei tifosi. Marco Pantani è un campione di ciclismo. Non è stato un leader poiché il leader è colui che si mette a capo di un gruppo. Pantani al contrario non si definiva tale poiché le sue vittorie amava condividerle con i suoi compagni. Eppure proprio quella passione, quel feeling che Egli cercava con la sua squadra è stata la causa della sua triste vicenda. Negli ultimi anni diverse inchieste giudiziali e giornalistiche hanno cercato la verità riguardo la sua scomparsa avvenuta in un Residence di Rimini “Le Rose” (stranamente abbattuto nel 2009 per poi essere ricostruito) in quel 14 febbraio 2004.

Ma chi era Marco Pantani? Chi era il Pirata (così definito per quella bandana sul capo al posto del tradizionale cappellino)vincitore del Giro d’Italia e del Tour De France nel 1998? Marco Pantani nato a Cesena nel 1973 dopo aver abbandonato gli studi, si dedicò esclusivamente all’attività sportiva praticando la pesca e la caccia con il padre e con il nonno, prima di tentare l’attività agonistica nel mondo del calcio. Ma queste furono solamente le prime esperienze di Marco Pantani dal momento che dopo aver ricevuto in regalo la sua prima bicicletta dal nonno, scoprì la sua grande passione per il ciclismo oltre che le sue grandi doti atletiche. Arrivò così il primo tesseramento nel G.C. Fausto Coppi dove conquistò il suo primo traguardo sul tracciato di casa delle Case Castagnoli. Con i primi successi arrivarono anche i primi infortuni: un incidente contro un camion-che gli procurò un giorno di coma – ed uno scontro con un auto, entrambi gli incidenti durante l’allenamento in bici. Non tardarono ad arrivare però i primi successi nelle competizioni ufficiali con il terzo posto al Giro d’Italia dilettanti nel 1990, con il secondo posto nel 1991, e con il primo posto nel 1992. Nel 1993 ha inizio la sua carriera da professionista con la partecipazione al Giro d’Italia con un buon 18º posto in classifica generale nonostante il ritiro anticipato dal Giro causa infortunio. L’anno successivo Pantani viene tesserato dalla Carrera e insieme al prestigioso contratto, avviene anche la sua affermazione nel Giro d’Italia classificandosi al secondo posto e conquistando la vittoria di tappa a Merano e Aprica, quest’ultima conquistata con uno scatto sul monte Mortirolo e sul valico di Santa Cristina ai danni del russo di E. Berzin e dello spagnolo M. Indurain. Altro riconoscimento al suo esordio al Tour De France con la conquista della maglia bianca (miglior giovane) e con il piazzamento al terzo posto della classifica generale a soli 7’19” dalla maglia gialla conquistata da M. Indurain. Nel 1995 un  infortunio lo costrinse a saltare il Giro d’Italia. Nonostante le sue condizioni fisiche non siano delle migliori a causa dell’infortunio patito pochi mesi prima, Marco Pantani decide di partecipare al Tour De France. Sono in molti a pensare che quella sia una scelta azzardata ma ci pensa lo stesso Pantani a smentire tutti con una prova da top leader.Il 12 luglio nella frazione dell’Alpe d’Huez a 13 chilometri dal traguardo il Pirata si alza sui pedali e con una prova di forza stacca i suoi avversari e ottiene la vittoria di tappa. Sua anche la tappa dei Pirenei di GuzetNeige alcuni giorni dopo a seguito di una fuga lunga 42 chilometri. Alla fine del Tour sarà tredicesimo posto in classifica generale con la conquista della maglia bianca.In poco più di un anno il Pirata conquista diverse vittorie di tappa in competizioni minori, come il terzo posto nel Giro della Colombia. Manifestazioni queste che servirono a Pantani per tornare nella migliore condizione che non tardò ad arrivare. Nel 1997 il contratto con la Mercatone Uno che punta decisa alla conquista del giro.

Ma ancora una volta il Pirata deve fare i conti con la sorte. All’ottava tappa a 20 chilometri dal traguardo Pantani rimane vittima di una caduta a causa dell’improvviso attraversamento di un gatto durante il suo passaggio. Riuscì a concludere la tappa grazie anche al lavoro dei suoi compagni, ma gli accertamenti effettuati in seguito in Ospedale, evidenziarono una lacerazione della coscia sinistra che lo costrinse ad abbandonare il Giro. La forza del campione però è più forte della cattiva sorte che sembra non volerlo abbandonare e motivato più che mai recupera le forze e si ripresenta al Tour De France dove il 23 luglio riconquista nuovamente la vittoria di tappa sull’Alpe d’Huez con una scalata da record in 37’ e 35” (battendo Ullrich e Virenque) e con la vittoria di tappa a Morzine. In quell’anno Pantani mette in evidenza le sue doti da scalatore ai danni dei due rivali, ma non sarà sufficiente poiché Ullrich e Virenque riescono a piazzarsi rispettivamente al primo e al secondo posto nella classifica generale grazie alle loro doti nelle prove a cronometro, relegando Pantani al terzo posto in classifica generale. Nel 1998 arriva l’anno del riscatto con la conquista della Maglia Rosa al Giro d’Italia e con la Maglia Gialla al Tour De France. A sottolineare la condizione fisica eccellente del ciclista Romagnolo, in quell’anno la conquista del titolo di miglior scalatore durante il Giro d’Italia che fu decisiva per contrastare i suoi rivali nelle tappe a cronometro, da sempre il suo punto debole. Pantani lo stesso anno trionfò al Tour De France.

La sua fu una vittoria straordinaria poiché riuscì a ribaltare lo svantaggio di 4’21” (persi nella tappa a cronometro) nei confronti del tedesco Ullrich, con un vantaggio di 9 minuti sul tedesco dopo un scatto sul Colle del Galibier a 50 chilometri dal traguardo durante la quindicesima tappa. La maglia gialla dopo F. Gimondi nel 1965 venne nuovamente riportata in Italia da Marco Pantani. L’anno successivo la repentina discesa del campione Romagnolo, vittima della sorte e di diverse situazioni al quanto sospette. Pantani si presenta al Giro d’Italia carico dei successi avvenuti l’anno precedente. Al primo traguardo di montagna (sul Gran Sasso) prende subito la Maglia Rosa. Dopo le vittorie di tappa confermate nelle frazioni dell’Alpe di Pampeago e di Madonna di Campiglio il Pirata ha 5’38” di vantaggio sul secondo in classifica generale, l’Italiano Paolo Savoldelli. Proprio durante la tappa di Madonna di Campiglio, durante i controlli antidoping i medici dell’Uci riscontrano nel sangue di Marco Pantani una quantità di globuli rossi superiori alla media, il 52% contro il 50% + l’1% del limite consentito. Non tardarono i provvedimenti disciplinari. Pantani è escluso dal Giro con conseguente ritiro della Mercatone Uno dalla manifestazione sportiva. Ivan Gotti vinse il Giro d’Italia in un clima del tutto surreale dopo l’esclusione di Pantani. Successivamente si iniziò a parlare di “complotti” contro il Pirata, viste le mendaci e fittizie dichiarazioni rese contro di lui da ex tecnici, organizzatori e sponsor circa l’assunzione di sostanze dopanti negli anni 90 da alcuni ciclisti. Dichiarazioni queste, mai accertate del tutto. Pantani ci riprova e dopo aver scontato la squalifica nel 2000 rientra per partecipare al Giro d’Italia. La condizione fisica è precaria, così come quella psicologica. La Mercatone Uno vorrebbe estrometterlo dalla corsa per non aggravare la sua tenuta fisica e psicologica, ma il campione Romagnolo ancora una volta accetta la sfida. Non sarà più il capitano della squadra, ma dovrà lavorare con i compagni per il nuovo leader S. Garzelli. La sua condizione non è delle migliori ma la sua grinta viene trasmessa ai suoi compagni che tra diverse difficoltà riescono a conquistare qualche vittoria di tappa. Lo stesso anno si ripresenta al Tour De France dove ad attenderlo c’è un rivale agguerrito, Lans Armstrong. Sin da subito Pantani accumula un notevole ritardo, ma riesce a riscattarsi il 13 giugno nella tappa del Mont Ventoux ai danni di Armstrong (il quale dichiarò di aver lasciato vincere Pantani). Il 17 luglio il Pirata conquistò la tappa di Courchevel, staccando in ordine R. Virenque e lo stesso Armstrong che non riuscì a tenere il passo del Pirata a giunse al traguardo con 51” di ritardo. Il Tour si concluse con la vittoria di Armostrng che negli anni avvenire subì la revoca di tutte le sue vittorie causa doping. Negli anni successivi Pantani partecipò al Giro d’Italia nel 2001 e nel 2002 senza grandi successi, mentre la sua squadra venne esclusa dal Tour De France. Nel 2003 la decisione di rientrare nella corsa rosa e in quella del Tour De France, ma anche in questa circostanza lo stato psicologico – più che quello fisico – fece la differenza compromettendo le sue performance durante le tappe.

La Mercatone Uno venne nuovamente esclusa dal Tour e per la terza volta Pantani non partecipò alla “GrandBoucle”. Da quel momentouna serie di eventi colpirono il campione Romagnolo che sprofondò in una crisi depressiva dalla quale non riuscì più a riprendersi. Gli era stato tolto tutto quello per cui aveva vissuto sino a quel momento: la passione per il ciclismo e l’affetto dei suoi tifosi. Il resto è storia conosciuta. Non serve aggiungere altro. Il Pirata oggi è uno dei ciclisti più amati di sempre. Il campione Romagnolo è entrato di diritto nel cuore dei suoi tifosi. Resta il rimpianto per le tante  vittorie mancate che probabilmente sarebbero arrivate. A distanza di anni sono ancora troppe le ombre sui controlli effettuati sulle sue analisi. Tra queste quelle del CONI svolte nel 200 prima delle Olimpiadi di ciclismo (alle quali Pantani voleva partecipare) che variavano i loro risultati nei diversi laboratori preposti ai controlli. Marco Pantani amava le due ruote. Non avrebbe mai tradito quello che amava. Per questo motivo la sua forza, la sua grinta, e le sue vittorie non potranno mai essere dimenticate perché come era solito dire “Non c’è supermarket dove si compra la grinta: o ce l’hai o non ce l’hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti” e noi siamo certi che le sue doti erano davvero immense.

Massimo Aquino

 
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Cozzorotondo (o Cozzo Rotondo?) tra storia e leggende

Post n°1093 pubblicato il 14 Marzo 2016 da massimo.maneggio

BISIGNANO Cozzorotondo torna a diventare un argomento di attualità dopo trent’anni dalle prime ricerche ufficiali fatte in città. Merito dell’Archeoclub locale che sabato pomeriggio, in una manifestazione ben riuscita nella sala “Rosario Curia” del viale Roma, ha riportato alla memoria dei presenti il mistero legato al luogo delle periferie bisignanesi. Cozzorotondo, collinetta di forma ellittica, è un tumulo, ovvero un monumento funerario la cui origine può essere collocata in un periodo compreso tra il VII a. C. e il VII d. C.

A distanza di moltissimi secoli, Cozzorotondo fa ancora parlare di sé, per la sua forma naturale unita all’irregolarità dell’estremità dovuta a motivi antropici, che nemmeno le intemperie climatiche hanno avuto modo di scalfire. È stato il presidente dell’Archeoclub bisignanese, Alessandro Sireno, a elencare la storia nonché le indagini fatte sul luogo, partite trent’anni fa e interrotte nel 1993, dopo aver coinvolto numerosi ricercatori di fama mondiale che, ancora oggi, s’interrogano sui misteri di Cozzorotondo. Tante sono le domande dei più curiosi, in un mix di fatti più o meno dettagliati che spesso si uniscono a leggende metropolitane di ogni genere, quali quelle della chioccia dalle uova d’oro oppure inerenti al destino funereo per tutti i temerari che provarono a scavare. Unendo studi e leggende, riguardanti anche i territori di Mendicino, Domanico e Cosenza, si arriva a tre ulteriori quesiti: Cozzorotondo contiene le spoglie mortali del re Alarico? Di Alessandro il Molosso? Contiene un inestimabile tesoro? Gli esperti smentiscono le prime due ipotesi mentre sulla terza in molti sperano. I primi studi risalgono al 1700, accogliendo visitatori da Inghilterra e Germania, per poi ricevere le attenzioni dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale e quelle più recenti – e senza dubbio più disinteressate – del geologo Vincenzo Rizzo, accompagnato dal bisignanese Angelo Taranto. Partendo da ciò, è iniziata l’analisi del professor Rosalbino Turco, anima intellettuale del liceo “Enzo Siciliano”, che negli anni Ottanta era assessore alla Cultura bisignanese. Turco ha riavvolto il nastro dei ricordi: «Le ricerche hanno avuto una valenza scientifica, non c’è stata una caccia al tesoro o una fanta-archeologia. La collinetta è un tumulo, che ha interessato la sovrintendenza dei beni culturali, e in Consiglio all’epoca votammo per autorizzare i diciassette sondaggi sulla zona, riuscendo a scoprire come la sommità di Cozzorotondo era di natura artificiale, richiamando la cultura dei visigoti. Fu un progetto di scienze umane e scienze della terra, Cozzorotondo rimane un bene archeologico cosi com’è, è il più grande tumulo d’Italia». Negli anni Ottanta nasceva il rappresentante dell’amministrazione comunale in sala, ovvero Umile Tortorella: «Vanno fatti i complimenti all’Archeoclub locale per l’interesse creato su un argomento che suscita tanta curiosità, come amministrazione comunale daremo tutta la nostra disponibilità». Nel corso della serata è stato mostrato un documentario sulla zona, realizzato dall’associazione culturale “Gentes” avvalendosi del materiale d’archivio del fotoreporter Luigi Braile. In conclusione, i presenti hanno ascoltato con attenzione l’analisi dell’archeologa Rossella Schiavonea Scavello, che è entrata nel dettaglio scientifico, cercando di sfatare qualche mito comune per concentrarsi sulle peculiarità del luogo.

 

Massimo Maneggio

 
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C'è bisogno di antimafia

Post n°1092 pubblicato il 14 Marzo 2016 da massimo.maneggio

Si è svolta a Bisignano venerdì sera, alle 18,30 presso la Biblioteca comunale, la presentazione del libro “Angela Napoli, L’ Antimafia dei fatti” a cura di Orfeo Notaristefano.

L’evento è stato organizzato da Franco Paldino e moderato dall’Avv. Aurora Sangermano. Tra i relatori: il prof. Giorgio Lo Feudo, docente Unical, il dott. Francesco Fucile, consigliere comunale di Bisignano, il prof. Angelo Rosa, già Sindaco di Bisignano, il Consigliere regionale On. Giuseppe Graziano e lo scrittore Orfeo Notaristefano.

“L’ angela napoli, bisignanoillegalità non è data solo dall’ aggregazione mafiosa, ‘ndranghetista, che per certi versi contraddistingue la Calabria, è anche la mancanza di rispetto per le regole, che possono essere anche quelle del quotidiano, la mancanza di rispetto dei deboli, delle donne, dei bambini, delle scuole. La lotta che ha sempre portato avanti l’ On. Napoli l’ha messa nelle condizioni di ricorrere ad essere scortata, questo in un paese caratterizzato dalla libertà, dalla democrazia, la dice lunga.

La libertà non dovrebbe essere negata a nessuno. La criminalità costringe chi vuole amministrare la cosa pubblica in modo pacifico,tranquillo, onesto a correre pericolo per la propria vita. La cultura sconfigge questo, bisogna non tornare al retaggio culturale dei nostri avi”. Ha introdotto così l’ avvocato Sangermano che ha ribadito che tutti nel nostro piccolo dovremo impegnarci a far si che tutto ciò non accada.

Il primo intervento è stato quello di Orfeo Notaristefano che si dice onorato di aver scritto questo libro, “Un libro che già dal titolo non ha bisogno di commenti”. Lo scrittore sottolinea che non si è voluto limitare a una sola raccolta di dati del lavoro svolto dall’On Napoli, ma all’ interno si trovano appunto, una serie di domande e risposte, per dare “un’indicazione introspettiva” rispetto agli argomenti trattati. “Io stesso nel costruire questo lavoro sono rimasto meravigliato di alcune cose che andavo scoprendo a mano a mano, nonostante conosca Angela Napoli da anni molte cose le ho apprese nel corso della lavorazione del libro. Angela Napoli non si è occupata solo dell’antimafia ma di innumerevoli problemi, che tuttora attanagliano la Calabria e il Mezzogiorno”, ha affermato  Notaristefano, facendo riferimento ai problemi dei rifiuti, della Sanità, dell’economia, e al tema più drammatico, quello del lavoro che manca, temi ripresi più volte durante il dibattito.

Il professor Lo Feudo ha richiamato il filosofo Wittgenstein per fare un paragone con il lavoro svolto in questo volume. Infatti riprendendo il titolo “L’ Antimafia dei fatti” salta all’occhio proprio la parola “fatti”. “un’ azione diventa tale quando c’è la volontà di farla divenire un fatto, concreto” ed è di questo che si parla, è questo che si è fatto, inoltre ha ricordato la fondazione dell’ Associazione dell’ On. Napoli Risveglio Ideale.

Il professor Rosa ha iniziato il suo intervento riconoscendo l’impegno, il coraggio e la determinazione con la quale Angela Napoli ha affrontato il suo lavoro e ritorna anche qui il concetto di “volontà” che diventa azione. “Non si è fermata neanche dinanzi alle intimidazioni, ne hanno fatto un’icona della lotta alla mafia, contro la criminalità organizzata e la difesa dei diritti dei più deboli – ha affermato – Il libro non è una semplice cronistoria del lavoro amministrativo svolto, si tratta invece di una precisa descrizione, veritiera, lucida che rappresenta la pura realtà in cui da tempo vive il nostro paese e soprattutto la nostra Calabria in materia di legalità, o meglio illegalità diffusa sul nostro territorio. Il libro dovrebbe essere proposto nelle scuole per educare i nostri giovani”.

Si sono evidenziate le varie problematiche, le infrastrutture, le frodi statali e regionali, l’illegalità gli sprechi, che rendono la nostra regione ultima nelle classifiche.

“Un libro una volta licenziato richiede la morte dello scrittore e la nascita di chi lo va a leggere”, afferma il dott. Fucile – Leggendolo ho trovato la figura di una donna forte che ha saputo e sa dare alla politica, la politica vissuta e intesa come strumento che si dispone su un piano etico e morale”. Due termini questi ad oggi troppo dimenticati.

Il consigliere Graziano nel suo intervento ha affermato: ”Leggete il libro, Angela Napoli infonde speranza. Ha combattuto in prima persona a favore dei territori. E’ un libro di grande impatto emotivo che spinge a una rivoluzione ideale, culturale che noi rappresentanti delle istituzioni dobbiamo favorire e incoraggiare, soprattutto per i giovani, abbiamo il dovere morale di garantirgli un futuro migliore. Per combattere le mafie la politica deve fare una scelta inequivocabile contro ogni illegalità, deve dimostrare che la legge davvero vale per tutti, dimostrarlo con i fatti”.

Ha concluso Angela Napoli ricordando le sue attività oltre quelle parlamentari, quelle precedenti da amministratrice comunale, in un comune difficile come quello di Taurianova. Dalle sue parole si evince il duro e lungo lavoro apportato su ogni criticità del nostro paese, perché le tematiche da lei affrontate sono state innumerevoli come si è detto, hanno spaziato su vari campi non solo a livello nazionale ma anche internazionale, è stata relatrice per provvedimenti sulla criminalità organizzata per i paesi che affacciano sul Mediterraneo.

Si domanda Angela Napoli: ”In che modo posso ancora essere d’aiuto alla mia gente?

Continuando a lottare quotidianamente, essere utili per conoscere ma anche per cercare di andare oltre le situazioni che ci troviamo come cittadini ad affrontare, ho voluto non abbattere le speranze soprattutto quelle dei giovani. Bisogna continuare e far capire quali sono i problemi, le cause e cercare di arrivare a sanare le diverse problematiche per garantire un futuro a tutti i cittadini e non uccidere sogni e speranze dei nostri giovani, per questo ho creato l’associazione Risveglio Ideale”.

-comunicato stampa-

 
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Motogp 2016

Post n°1091 pubblicato il 13 Marzo 2016 da massimo.maneggio

 

Al via la nuova stagione della MotoGp.

 

 

Si accendono i riflettori sulla nuova stagione di MotoGp 2016. Si parte il 20 Marzo con il Gran Premio di Losail in Qatar. La pausa invernale non sembra aver attenuato i contrasti interni tra il pilota Yamaha Valentino Rossi, il suo compagno di scuderia Jorge Lorenzo, e il pilota Honda Marc Marquez, quest'ultimo accusato di aver favorito nell'ultima gara di.. valida per la conquista del titolo mondiale il suo connazionale Lorenzo ai danni del pilota di Tavullia. Durante la presentazione della nuova Yamaha i due piloti si sono limitati ad una stretta di mano senza incrociarsi mai con lo sguardo per tutta la presentazione. Un segnale questo che fa capire lo stato d'animo di Valentino Rossi ancora deluso dal comportamento poco sportivo e professionale del pilota Honda nell'ultimo Gp. Saranno 19 i Gp della nuova stagione che quest'anno sarà caratterizzata dalla nuova elettronica Magneti Marelli e dai nuovi pneumatici Michelin. Questi gli appuntamenti del Moto Mondiale: 20 Marzo Gp del Qatar (Losail – in notturna), 3 Aprile Gp d' Argentina (Termas de Rio Hondo), 10 Aprile Gp d'America (Circuit Of The Americas), 24 Aprile Gp di Spagna (Jerez de la Frontera), 8 Maggio Gp di Francia (Le Mans), 22 Maggio Gp d'Italia (Mugello), 5 Giugno Gp di Catalunya (Circuit de Barcelona), 26 Giugno Gp d'Olanda (Assen), 17 Luglio Gp di Germania (Sachsenring), 14 Agosto Gp d'Austria (Red Bull Ring), 21 Agosto Gp della Repubblica Ceca (Brno), 4 Settembre Gp di Gran Bretagna (Silverstone), 11 Settembre Gp di San Marino (Misano), 25 Settembre Gp di Aragon (Motorland Aragon), 16 Ottobre Gp del Giappone (Twin Ring Motegi), 23 Gp d'Australia (Philip Island), 30 Ottobre Gp della Malesia (Sepang International Circuit), 13 Novembre Gp di Valencia (Ricardo Tormo).

Questi i team della MotoGp 2016:

Team OctoPramac Racing (Danilo Petrucci/Scott Redding), Team Monster Yamaha Tech 3 (Bradley Smith/PolEspargaro), Team Aprilia Racing Team  Gresini (Alvaro Bautista/Stefan Bradl), Team Marc VDS (Jack Miller/Tito Rabat), Team LCR Honda (Cal Crutchlow), Team Avintia Racing (Hector Barbera/Loris Baz), Team Ducati Racing Team (Andrea Dovizioso/Andrea Iannone), Team Repsol Honda Team (Daniel Pedrosa/Marc Marquez), Team Movistar Yamaha MotoGP (Valentino Rossi/Jorge Lorenzo), Team Team Suzuki ECSTAR (MaverickVinales/AleixEspargaro), Team Aspar MotoGP (Eugene Laverty), Team Aspar MotoGP Team (YonniHernandez). Si prospetta una stagione entusiasmante con Valentino Rossi pronto a dare battaglia nonostante i suoi 39 anni e con i rivali di sempre: Lorenzo, Marquez, Pedrosa e da non sottovalutare le Ducati di Iannone e Divizioso. Appuntamento al 20 marzo per una nuova e combattuta stagione di MotoGp.

Massimo Aquino

 
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Al via la Fiera di San Giuseppe

Post n°1090 pubblicato il 13 Marzo 2016 da massimo.maneggio

Al via la tradizionale fiera di San Giuseppe

 

Tra i diversi eventi culturali che ogni anno si svolgono nella città di Cosenza, la fiera di San Giuseppe è sicuramente uno dei più attesi dai Cosentini. La fiera di San Giuseppe ha origini antiche tanto che alcuni storici attribuiscono questa manifestazione a Federico II di Svevia. Infatti secondo  fonti storiche, fu proprio Federico II di Svevia durante una seduta svoltasi nel Parlamento a Messina nel 1234 a decidere il suo svolgimento per facilitare gli scambi commerciali. Originariamente veniva identificata con il nome di "Fiera della Maddalena" in quanto si svolgeva davanti al tempio della Maddalena (attualmente piazza Riforma in Cosenza). La fiera della Maddalena nella città di Cosenza doveva essere una delle sette fiere presenti nel Regno e si doveva svolgere annulmente dal 21 Settembre al 9 Ottobre. Successivamente nel 1400 venne anticipato il suo svolgimento (per agevolare i mercantili navali con la stagione estiva) tra luglio e agosto, ma un forte terremoto nel 1544 distrusse il tempio consacrato della Maddalena che ne impedì lo svolgimento per diveri anni.

Nel 1564 vennero completati i lavori per la realizzazione di un ponte lungo il fiume Busento (precedentemente crollato a causa di un'alluvione nel 1544) che doveva facilitare il passaggio  dell'esrcito Normanno richiesto dallo stesso Federico II. Fu in quell'occasione che la fiera della Maddalona riprese il suo svolgimento nei pressi del Convento di San Domenico. Essendo il 19 Marzo fu deciso di identificare la manifestazione con il nome di "Fiera di San Giuseppe", essendo nel medesimo giorno la festività del Santo. Strettamente legata alle tradizioni culturali e religiose della città, la manifestazione ogni anno si svolge a ridosso dell'equinozio di primavera. Anche quest'anno i preparativi per l'atteso evento sono stati organizzati nei minimi dettagli per offrire a commercianti e visitatori, servizi e assistenza. La manifestazione culturale ed economica rappresenta - oltre che un modo per commerciare – un vero e proprio momento di integrazione sociale. Sono tanti infatti i commercianti provenienti dall'estero che pur di commerciare i loro prodotti commerciali in pochi metri quadri,  si presentano in città con diversi giorni d'anticipo dall'inizio della manifestazione. Anche quest’anno si attendono circa 500 espositori. L’inizio della manifestazione è previsto per sabato 12 marzo con i commercianti di piante e vimini che daranno inizio all’esposizione fieristica. La manifestazione avrà la sua maggiore affluenza di visitatori nei giorni che vanno dal 16 al 20 marzo e proprio in quei giornile Scuole resteranno chiuse per disposizione del Commisario Dott. Angelo Carbone ad eccezione dei nidi d’infanzia. Le aree interessate allo svolgimento della manifestazione e quindi indette al transito dei veicoli sono: lungo Crati De Seta, via SertorioQuattromani, piazza Mancini, viale Mancini. Non mancheranno i momenti culturali per grandi e bambini. A dare inizio agli eventi culturali lo spettacolo teatrale “La Fiera dello Stupor mundi” a cura del Parco letterario Tommaso Campanella che si svolgerà mercoledì 16 marzo 0re 16.30 presso il Centro Commerciale “I Due Fiumi”. Alle 18.30 nei pressi del Centro Commerciale inoltre, il gruppo musicale “I Ricordi più belli”si esibirà con balli di liscio al latino americano stile anni 60. Giovedì 17 marzo dalle 10.00 alle 14:00  in Piazza XI settembre sarà la volta dei “CompàDreush” artisti di strada che si esibiranno nella specialità del break dance. Dalle ore 19:00 sino alle 22:00 in Piazza dei Valdesi lo spettacolo del gruppo di musica popolare ed etno-folk dei “Bashkim”. Venerdì 18 marzo nei pressi del Centro Commerciale “I Due Fiumi” dalle 16:45 sino alle 20:45 l’esibizione del gruppo di musica folk popolare “Ni chiamanu i Briganti”. Sabato 19 marzo in Piazza X1 settembre dalle 17:00 alle 21:00 altra esibizione del gruppo “CompàDreush”. Nella Chiesa di San Gaetano in Cosenza in occasione dei festeggiamenti di San Giuseppe, alle ore 16:00 è prevista l’esibizione della banda musicale “A. Reda”. Domenica 20 Marzo ultimo giorno della manifestazione fieristica, si svolgerà l’esibizione della banda musicale “Valle del Savuto” che sfilerà dalle 17:00 alle 19:00 da Piazza dei Bruzi sino a Piazza Kennedy. Inoltre per l’intera durata della manifestazione, il percorso fieristico sarà animato dal gruppo “Il Girasole” che animerà commercianti e visitatori con strumenti popolari tradizionali, quali tamburelli, fisarmoniche e organetti. Particolare attenzione è stata rivolta ai più piccoli con il cartellone “Bimbinfiera” che prevede una serie di attività ludico-didattiche pensate per i bambini durante la manifestazione. Dal 16 al 20 marzo l’Associazione “Nemesi” presso l’ex caffè letterario, garantirà dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, attività ludiche ricreative per intrattenere i bambini.  Altre attività per i più piccoli saranno inoltre garantite dal 17 al 19 marzo dalle 9:30 alle 13:00 dalla ludoteca “Il Cappellaio Matto” negli spazi dell’ex caffè letterario. Sarà un occasione per mettere in pratica tutta la creatività dei bambini attraverso una serie di attività ludiche e ricreative. Un’attenzione particolare è stata rivolta anche alla sicurezza con un presidio medico della Croce Rossa all’inizio di Viale Mancini ed un altro nei pressi del “Liceo Scorza”. Il servizio antincendio dei Vigili del Fuoco sarà collocato all’altezza della Chiesa di Cristo Re su Viale Mancini. Un plauso all’ex amministrazione e all’attuale Commissario Comunale per lo svolgimento della manifestazione che anche quest’anno è stata organizzata e gestita nei minimi dettagli.

 Massimo Aquino

 
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Terra cratense, dove andare...

Post n°1089 pubblicato il 10 Marzo 2016 da massimo.maneggio

 BISIGNANO Uno screening dell’economia locale: proviamo così, senza nessuna presunzione di esaustività, a dare un resoconto dei servizi che offre la città di Bisignano per i turisti o le persone che frequentano la città cratense per lavoro e chiedono dove poter effettuare gli acquisti. Partendo subito dal centro storico, suddiviso in otto quartieri: Piano, Piazza, San Simone, Cittadella Coscinale, San Pietro, San Zaccaria, Santa Croce, Giudecca. La peculiarità del centro storico è di ospitare la parte più antica di Bisignano, dove spiccano i palazzi nobiliari, mentre a livello commerciale resistono con gran fatica i mini market, qualche bar e alcuni locali serali dove poter degustare una pizza in tutta tranquillità. I commercianti del centro storico, comunque, più volte hanno richiesto una maggior considerazione istituzionale e non, cercando di rilanciarsi attraverso delle piccole iniziative per resistere in questi tempi di magra. Il punto nevralgico è incentrato tra Collina Castello e il viale Roma: la prima zona ospita il poliambulatorio, il municipio, la direzione didattica e le scuole, nonché la palestra comunale, mentre la piazza principale del paese accoglie la filiale della posta. Ai lati di questi due punti, invece, vi sono due istituti di credito. Per molti, ormai, il centro storico ha assunto una valenza proprio per le due banche e la posta: gli unici elementi che mancano, invece, scendendo nelle zone residenziali del Campo sportivo, dove vi è un bancomat. Ma prima di andare al Campo, c’è da considerare il quartiere Giardini che li collega e ospita il santuario di Sant’Umile, quella che poteva essere una sorta di manna dal cielo per l’economia locale. L’incapacità di creare strutture ricettive non facilita il compito dei turisti, che per pranzare o cenare devono percorrere almeno tre chilometri e per eventualmente pernottare minimo sette: senza navette oppure a piedi, è impensabile tutto ciò. Tornando al Campo, sembra questo l’epicentro dell’economia tra poli commerciali e marche estere della catena alimentare, nonché alcuni negozi per i più giovani. Scendendo ancora più in periferia cominciano a scarseggiare i negozi (a Soverano ci sono comunque servizi minimi, bere un caffè, o comprare un chilo di posta, non è una grande impresa) e, andando nella zona industriale, si capisce come la cosiddetta vocazione agricola del territorio sia da riconsiderare quantomeno. È pur vero che molte famiglie vivono con le produzioni dai campi, ma rimangono queste in un’ottica appunto domestica: mancano le strutture e le cooperative per la produzione e la trasformazione dei prodotti, che avrebbero senz’altro arricchito la globalità territoriale e, di concerto, permesso un maggior sviluppo occupazionale. Per non parlare delle condizioni in cui si presenta la zona industriale stessa, malconcia e piena di buche, non proprio il massimo dei confort a detta di chi è rimasto con la propria azienda. E chi volesse acquistare copia della Provincia? Sono quattro le edicole della città (più le due dei confini di Mongrassano e Torano Castello), una nel quartiere Piano, una al viale Roma, al Campo sportivo e al rifornimento di benzina che ospita anche un motel, una discoteca e un campo di calcetto col manto sintetico. Ma questo è un altro discorso…

Massimo Maneggio

 
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