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Il tesoro dell'ufficio stampa

Post n°670 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da massimo.maneggio

Un buon ufficio stampa è in grado di conferire visibilità, credibilità, autorevolezza. Affidarsi all'Ufficio Stampa per veicolare la propria immagine verso l'esterno significa avvalersi dell'esperienza e della professionalità di chi lo gestisce, preferibilmente giornalisti ed esperti di rapporti con i media. Certo più che di immagine qui si tratta di costruire la propria reputazione, questione che richiede tempi più lunghi rispetto a una campagna pubblicitaria e che, rispetto a questa, apporta un indiscutibile plus valore andando a posizionare l'azienda, l'associazione o il singolo soggetto, in uno specifico segmento valoriale nella mente del pubblico di riferimento.
Ma oltre a valori intangibili di indiscussa importanza, un buon ufficio stampa può apportare vantaggi concreti, tanto da poter essere valutato economicamente e il suo operato tradotto in moneta corrente.
Quanto vale, in euro, la pubblicazione di una notizia su un giornale quotidiano, una rivista di settore o una testata on line?
Per farsene un'idea è sufficiente consultare le quotazioni pubblicitarie dei singoli media e rapportare, con un calcolo per così dire "spannometrico", il valore di un'inserzione a quello di un articolo di pari dimensioni o quasi. Si tratta di un calcolo chiaramente approssimativo ma che può dare un parametro di riferimento certo e inconfutabile.
Tuttavia, la funzione di un buon Ufficio Stampa non si limita a quella di semplice "tramite", di trait d'unione tra la realtà rappresentata e i media. Un buon Ufficio Stampa saprà innanzitutto fornire la propria consulenza attingendo dal proprio bagaglio i "ferri del mestiere". L'approfondita conoscenza delle dinamiche che sottendono la pubblicazione delle notizie, la scelta degli argomenti, un piano di comunicazione adeguato, il saper cogliere dall'attualità i trend, le tendenze e i flussi comunicativi nei quali inserirsi. E' questo il "tesoretto" che un buon ufficio stampa deve mettere a disposizione del cliente e farlo fruttare costruendo una relazione di fiducia e di scambio di informazioni in un flusso continuo senza interruzioni e senza ombre.

 

fonte:bluedichina.blogspot.it

 
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L'addio al maestro De Bonis

Post n°669 pubblicato il 02 Dicembre 2013 da massimo.maneggio
 
Tag: musica

BISIGNANO Un’intera città piange la scomparsa del suo mentore: si è spento, ieri pomeriggio, il maestro liutaio Vincenzo De Bonis. Muore così un altro interprete della grande liuteria bisignanese, conosciuta in tutta Italia e nel mondo e che vedeva, nel cuore del piccolo quartiere di Giudecca, il motore pulsante di tanti strumenti di qualità. Un nome, quello dei De Bonis, che si lega inesorabilmente alla musica e agli strumenti d’autore, con diversi musicisti italiani che vantano, con orgoglio, di avere uno strumento bisignanese come amico. Classe 1929, Vincenzo De Bonis è stato un degno promulgatore della più antica famiglia liutaia italiana, con gli apprezzamenti che sono arrivati un po’ da tutto il mondo grazie a un lavoro costante, fatto sempre con passione e umiltà. Il maestro recentemente scomparso ha avuto, come sua grande peculiarità, quella di non snaturare anni di cultura, continuando a plasmare i suoi strumenti sempre all’insegna della tradizione. Nella sua bottega l’odore del legno e della colla era inconfondibile, e spesso ai suoi amici più cari offriva un bicchiere di vino, spiegando le caratteristiche delle sue ultime creazioni. Tra le caratteristiche recenti del marchio De Bonis, quella della chitarra battente, particolare strumento a cinque corde doppie, alcune di acciaio e altre di ottone, mentre sono un capolavoro del maestro Vincenzo anche i violini. Strumenti creati e trattati come figli per il maestro Vincenzo, meticoloso e tenace allo stesso tempo in ogni sua opera d’arte. Il prossimo museo della liuteria, collocato nella piazza di Collina Castello e il cui progetto è stato anche presentato nelle scorse settimane, sarà un degno omaggio per una delle storiche figure della città di Bisignano. Lo stesso maestro, nei mesi scorsi, aveva donato tre suoi strumenti per il museo «affinché alle future generazioni - dichiarava nel verbale di consegna - venga consegnato l’esempio della nobile arte della liuteria rappresentata e riconosciuta in tutto il mondo». I tre strumenti consegnati erano una chitarra battente con rosetta in pergamena, tastiera e paletta intarsiata, fondo e fascia in palissandro e filetti in acero realizzata dal maestro nel 1989, una chitarra classica in acero del 1999 e un violino realizzato, sempre dallo stesso maestro bisignanese, nel 1995. Proclamato il lutto cittadino, tutti i bisignanesi stanno rendendo già omaggio al maestro Vincenzo, che lascia il mondo terreno in punta di piedi.

Massimo Maneggio - L'Ora della Calabria 2-12-13 

 
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