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Messaggi del 12/04/2014
Post n°754 pubblicato il 12 Aprile 2014 da massimo.maneggio
Tag: sant'umile BISIGNANO L’esclusione del santuario di Sant’Umile dal programma di finanziamenti destinati alla Calabria ha destato molti clamori e polemiche confermando, ancora una volta, lo scarso appeal che la città cratense ha maturato, soprattutto nel corso degli ultimi anni, verso le varie istituzioni. Per una città che ospita un Santo, non è bello essere esclusa dal programma di finanziamenti con 26,8 milioni di euro a disposizione, di cui dieci destinati per la Provincia di Cosenza: da quattro anni il santuario è chiuso, e se ne attende ancora la completa riapertura. L’onorevole Enza Bruno Bossio ha così rivolto un’interrogazione per conoscere le ragioni dell’esclusione dal programma di finanziamento, chiedendo se si siano verificate delle inadempienze da parte degli enti interessati e quali siano le iniziative da attuare per una veloce riapertura, per provare, almeno, a rendere Bisignano un luogo di attrazione turistico-religiosa al pari degli altri siti calabresi. Bruno Bossio, così, si rivolge al Ministero dei beni culturali: «Il santuario - scrive - è un luogo di devozione popolare assai significativo e patrimonio turistico fondamentale del comune di Bisignano e custodisce opere d'arte di inestimabile valore artistico e storico. A causa di una frana che ha interessato la collina su cui sorge, il santuario è stato chiuso il 14 febbraio del 2010 e, da quel giorno, poco e nulla è stato fatto per consentire la riapertura del santuario». Continua così: «Vogliamo sapere se, nello specifico del santuario di Sant'Umile di Bisignano, si siano verificate inadempienze che avrebbero potuto vanificare l’accesso al finanziamento. Inoltre, si vuol conoscere quali iniziative si possano assumere sin da subito per intervenire al più presto sul santuario di Sant’Umile di Bisignano e consentirne la riapertura in tempi brevi al fine di restituirlo alla piena fruizione da parte di fedeli e visitatori». Mas Man L'Ora della Calabria 12-4-14
Post n°753 pubblicato il 12 Aprile 2014 da massimo.maneggio
Tacchinardi definisce la parola “juventinismo”. “Una cosa che prende i tifosi, la squadra e la società e li rende un blocco unico contro tutto e tutti. E che si esprime nella voglia di vincere sempre, di essere i più forti sapendo di ricevere in cambio odio da ogni altro elemento esterno al mondo Juve. Un odio che nutre la fame di vittorie, e che rende i nostri successi ancora più belli. Conte ha perfettamente ragione: da una parte ci sono gli juventini, dall’altra tutto il resto. Prima di diventare un calciatore bianconero ero un semplice tifoso, all’interno dello spogliatoio ho capito meglio il senso della Juve. All’inizio non capivo le facce dei compagni quando si pareggiava, mi dicevo che in fondo avevamo fatto un punto. Poi ho capito che se giochi nella Juve, il pareggio equivale ad una sconfitta. Conta unicamente il successo, esattamente come dice Boniperti”. Definita la parola juventinismo, ora sia passa a spiegare l’altro termine, “l’anti-juventinismo”. “La critica costante. L’invidia verso il più forte. Quando le altre squadre cambieranno mentalità, potranno risolvere il senso di inferiorità rispetto alla Juventus. Smettendo di pensare che vinciamo grazie ai presunti aiuti. Semmai i trionfi arrivano perché ogni componente è perfetta. Città compresa. A Torino, quando esci e vai al ristorante, la gente non viene a salutarti, ti lascia vivere. Questo, per un professionista, è molto importante. Decisivo, poi, è il fatto che la società sia tornata in mano ad un Agnelli. Con la gestione Cobolli Gigli – Blanc, l’identità bianconera si stava perdendo”. Dopo la spiegazione in stile professore universitario, Tacchinardi va sul personale, gli si chiede se fosse più amato dal popolo bianconero oppure inviso agli altri, lui risponde così: “Il secondo. Anche perché giocavo in una Juve di calciatori che in campo non guardavano in faccia nessuno: Conte, il sottoscritto, Davids e Montero, per dirne alcuni. Tra gli avversari, ci facevamo pochi amici. Ma abbiamo vinto tanto”. Poi l’ex centrocampista racconta anche un aneddoto curioso. “L’anno scorso sono stato ad un passo dall’allenare una squadra giovanile di una società importante. Sono stato bocciato perchè bianconero. E ne vado fiero” FONTE: TUTTOJUVE.COM
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