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Cozzorotondo (o Cozzo Rotondo?) tra storia e leggende

Post n°1093 pubblicato il 14 Marzo 2016 da massimo.maneggio

BISIGNANO Cozzorotondo torna a diventare un argomento di attualità dopo trent’anni dalle prime ricerche ufficiali fatte in città. Merito dell’Archeoclub locale che sabato pomeriggio, in una manifestazione ben riuscita nella sala “Rosario Curia” del viale Roma, ha riportato alla memoria dei presenti il mistero legato al luogo delle periferie bisignanesi. Cozzorotondo, collinetta di forma ellittica, è un tumulo, ovvero un monumento funerario la cui origine può essere collocata in un periodo compreso tra il VII a. C. e il VII d. C.

A distanza di moltissimi secoli, Cozzorotondo fa ancora parlare di sé, per la sua forma naturale unita all’irregolarità dell’estremità dovuta a motivi antropici, che nemmeno le intemperie climatiche hanno avuto modo di scalfire. È stato il presidente dell’Archeoclub bisignanese, Alessandro Sireno, a elencare la storia nonché le indagini fatte sul luogo, partite trent’anni fa e interrotte nel 1993, dopo aver coinvolto numerosi ricercatori di fama mondiale che, ancora oggi, s’interrogano sui misteri di Cozzorotondo. Tante sono le domande dei più curiosi, in un mix di fatti più o meno dettagliati che spesso si uniscono a leggende metropolitane di ogni genere, quali quelle della chioccia dalle uova d’oro oppure inerenti al destino funereo per tutti i temerari che provarono a scavare. Unendo studi e leggende, riguardanti anche i territori di Mendicino, Domanico e Cosenza, si arriva a tre ulteriori quesiti: Cozzorotondo contiene le spoglie mortali del re Alarico? Di Alessandro il Molosso? Contiene un inestimabile tesoro? Gli esperti smentiscono le prime due ipotesi mentre sulla terza in molti sperano. I primi studi risalgono al 1700, accogliendo visitatori da Inghilterra e Germania, per poi ricevere le attenzioni dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale e quelle più recenti – e senza dubbio più disinteressate – del geologo Vincenzo Rizzo, accompagnato dal bisignanese Angelo Taranto. Partendo da ciò, è iniziata l’analisi del professor Rosalbino Turco, anima intellettuale del liceo “Enzo Siciliano”, che negli anni Ottanta era assessore alla Cultura bisignanese. Turco ha riavvolto il nastro dei ricordi: «Le ricerche hanno avuto una valenza scientifica, non c’è stata una caccia al tesoro o una fanta-archeologia. La collinetta è un tumulo, che ha interessato la sovrintendenza dei beni culturali, e in Consiglio all’epoca votammo per autorizzare i diciassette sondaggi sulla zona, riuscendo a scoprire come la sommità di Cozzorotondo era di natura artificiale, richiamando la cultura dei visigoti. Fu un progetto di scienze umane e scienze della terra, Cozzorotondo rimane un bene archeologico cosi com’è, è il più grande tumulo d’Italia». Negli anni Ottanta nasceva il rappresentante dell’amministrazione comunale in sala, ovvero Umile Tortorella: «Vanno fatti i complimenti all’Archeoclub locale per l’interesse creato su un argomento che suscita tanta curiosità, come amministrazione comunale daremo tutta la nostra disponibilità». Nel corso della serata è stato mostrato un documentario sulla zona, realizzato dall’associazione culturale “Gentes” avvalendosi del materiale d’archivio del fotoreporter Luigi Braile. In conclusione, i presenti hanno ascoltato con attenzione l’analisi dell’archeologa Rossella Schiavonea Scavello, che è entrata nel dettaglio scientifico, cercando di sfatare qualche mito comune per concentrarsi sulle peculiarità del luogo.

 

Massimo Maneggio

 
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C'è bisogno di antimafia

Post n°1092 pubblicato il 14 Marzo 2016 da massimo.maneggio

Si è svolta a Bisignano venerdì sera, alle 18,30 presso la Biblioteca comunale, la presentazione del libro “Angela Napoli, L’ Antimafia dei fatti” a cura di Orfeo Notaristefano.

L’evento è stato organizzato da Franco Paldino e moderato dall’Avv. Aurora Sangermano. Tra i relatori: il prof. Giorgio Lo Feudo, docente Unical, il dott. Francesco Fucile, consigliere comunale di Bisignano, il prof. Angelo Rosa, già Sindaco di Bisignano, il Consigliere regionale On. Giuseppe Graziano e lo scrittore Orfeo Notaristefano.

“L’ angela napoli, bisignanoillegalità non è data solo dall’ aggregazione mafiosa, ‘ndranghetista, che per certi versi contraddistingue la Calabria, è anche la mancanza di rispetto per le regole, che possono essere anche quelle del quotidiano, la mancanza di rispetto dei deboli, delle donne, dei bambini, delle scuole. La lotta che ha sempre portato avanti l’ On. Napoli l’ha messa nelle condizioni di ricorrere ad essere scortata, questo in un paese caratterizzato dalla libertà, dalla democrazia, la dice lunga.

La libertà non dovrebbe essere negata a nessuno. La criminalità costringe chi vuole amministrare la cosa pubblica in modo pacifico,tranquillo, onesto a correre pericolo per la propria vita. La cultura sconfigge questo, bisogna non tornare al retaggio culturale dei nostri avi”. Ha introdotto così l’ avvocato Sangermano che ha ribadito che tutti nel nostro piccolo dovremo impegnarci a far si che tutto ciò non accada.

Il primo intervento è stato quello di Orfeo Notaristefano che si dice onorato di aver scritto questo libro, “Un libro che già dal titolo non ha bisogno di commenti”. Lo scrittore sottolinea che non si è voluto limitare a una sola raccolta di dati del lavoro svolto dall’On Napoli, ma all’ interno si trovano appunto, una serie di domande e risposte, per dare “un’indicazione introspettiva” rispetto agli argomenti trattati. “Io stesso nel costruire questo lavoro sono rimasto meravigliato di alcune cose che andavo scoprendo a mano a mano, nonostante conosca Angela Napoli da anni molte cose le ho apprese nel corso della lavorazione del libro. Angela Napoli non si è occupata solo dell’antimafia ma di innumerevoli problemi, che tuttora attanagliano la Calabria e il Mezzogiorno”, ha affermato  Notaristefano, facendo riferimento ai problemi dei rifiuti, della Sanità, dell’economia, e al tema più drammatico, quello del lavoro che manca, temi ripresi più volte durante il dibattito.

Il professor Lo Feudo ha richiamato il filosofo Wittgenstein per fare un paragone con il lavoro svolto in questo volume. Infatti riprendendo il titolo “L’ Antimafia dei fatti” salta all’occhio proprio la parola “fatti”. “un’ azione diventa tale quando c’è la volontà di farla divenire un fatto, concreto” ed è di questo che si parla, è questo che si è fatto, inoltre ha ricordato la fondazione dell’ Associazione dell’ On. Napoli Risveglio Ideale.

Il professor Rosa ha iniziato il suo intervento riconoscendo l’impegno, il coraggio e la determinazione con la quale Angela Napoli ha affrontato il suo lavoro e ritorna anche qui il concetto di “volontà” che diventa azione. “Non si è fermata neanche dinanzi alle intimidazioni, ne hanno fatto un’icona della lotta alla mafia, contro la criminalità organizzata e la difesa dei diritti dei più deboli – ha affermato – Il libro non è una semplice cronistoria del lavoro amministrativo svolto, si tratta invece di una precisa descrizione, veritiera, lucida che rappresenta la pura realtà in cui da tempo vive il nostro paese e soprattutto la nostra Calabria in materia di legalità, o meglio illegalità diffusa sul nostro territorio. Il libro dovrebbe essere proposto nelle scuole per educare i nostri giovani”.

Si sono evidenziate le varie problematiche, le infrastrutture, le frodi statali e regionali, l’illegalità gli sprechi, che rendono la nostra regione ultima nelle classifiche.

“Un libro una volta licenziato richiede la morte dello scrittore e la nascita di chi lo va a leggere”, afferma il dott. Fucile – Leggendolo ho trovato la figura di una donna forte che ha saputo e sa dare alla politica, la politica vissuta e intesa come strumento che si dispone su un piano etico e morale”. Due termini questi ad oggi troppo dimenticati.

Il consigliere Graziano nel suo intervento ha affermato: ”Leggete il libro, Angela Napoli infonde speranza. Ha combattuto in prima persona a favore dei territori. E’ un libro di grande impatto emotivo che spinge a una rivoluzione ideale, culturale che noi rappresentanti delle istituzioni dobbiamo favorire e incoraggiare, soprattutto per i giovani, abbiamo il dovere morale di garantirgli un futuro migliore. Per combattere le mafie la politica deve fare una scelta inequivocabile contro ogni illegalità, deve dimostrare che la legge davvero vale per tutti, dimostrarlo con i fatti”.

Ha concluso Angela Napoli ricordando le sue attività oltre quelle parlamentari, quelle precedenti da amministratrice comunale, in un comune difficile come quello di Taurianova. Dalle sue parole si evince il duro e lungo lavoro apportato su ogni criticità del nostro paese, perché le tematiche da lei affrontate sono state innumerevoli come si è detto, hanno spaziato su vari campi non solo a livello nazionale ma anche internazionale, è stata relatrice per provvedimenti sulla criminalità organizzata per i paesi che affacciano sul Mediterraneo.

Si domanda Angela Napoli: ”In che modo posso ancora essere d’aiuto alla mia gente?

Continuando a lottare quotidianamente, essere utili per conoscere ma anche per cercare di andare oltre le situazioni che ci troviamo come cittadini ad affrontare, ho voluto non abbattere le speranze soprattutto quelle dei giovani. Bisogna continuare e far capire quali sono i problemi, le cause e cercare di arrivare a sanare le diverse problematiche per garantire un futuro a tutti i cittadini e non uccidere sogni e speranze dei nostri giovani, per questo ho creato l’associazione Risveglio Ideale”.

-comunicato stampa-

 
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