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« Cronologia Eritrea 1838 - 1890Giuseppe Sapeto 1811-1895 »

L'acquisto di Assab 1869

Post n°10 pubblicato il 22 Settembre 2010 da slvnccl
 
Foto di slvnccl

L‘acquisto di Assab, 1869

L'ammiraglio Acton ed io partimmo ai 12 d'ottobre da Brindisi, e arrivammo in Aden ai 6 novembre del 1869 […]Aden stazione di vapori che solcano l'oceano Indiano, depositaria di carboni,distante da Bab-el-Mandeb cento miglia, era stata scelta da noi a luogo di partenza per la perlustrazione dei litorali più prossimi allo stretto. Pertanto noleggiammo ivi una Saiah araba, specie di tartana di un solo un albero a calcese, con una sola vela latina;e ai 10 novembre dell'anno 1869 entrammo in mare alla volta di Khur-Améra, senza tuttavia prendervi terra […] In sul meriggio del domani gettammo l'ancora sulla rada interna di Sciaikh-Said o del capo asiatico di Bab-el-Mandeb. Tagliato quindi il golfo,passammo sulla sponda africana, dove nei giorni seguenti scrutinammo idrograficamente e commercialmente la rada di Ras-Dumairah, e di Margableh, detto anche Sciaikh-Duran, e finalmente il continente d'Assab, che ha la rada di Buia al suo lato sud e quello di Lumah al lato nord. Di quest'ultimo luogo deliberai subito lacompra: poiché il territorio e le due rade erano state dall'ammiraglio Acton giudicate idonee allo scopo più volte indicato. Pertanto mandai cercando i sultani Ibraim ed Hassan proprietari del luogo; i quali venuti da Margableh a Lumah, e saliti sul nostro sciambecchino non furono restii a vendermi il loro sultanato; benché soltanto dopo uggiose lumini e stiracchiature senza fine, acconsentissero a sottoscrivere il compromesso, con cui si obbligavano sul corano a vendermi Assab, al prezzo di sei mila talleri di Maria Teresa, ch‘io avrei dovuto sborsare in capo di cento giorni; passati i quali, se non avessi stipulalo il contratto definitivo di compra e pagatone il prezzo convenuto, sarei scaduto da ogni diritto datomi dal compromesso, e avrei oltreacciò perduto i duecencinquanta talleri dati per caparra ai venditori. Questo compromesso succedeva ai 15 di novembre, e con esso nel portafoglio facevamo vela per Mokha; non avendo voluto l'ammiraglio andare a Massauah sopra il nostro sdruscito trabaccolo, né si potendo per i venti contrari tornare in Aden, per prendervi passaggio sopra piroscafo europeo alla volta di Suez. […] In Alessandria d'Egitto mi separai dal mio socio trimestrale, che con l'ammiraglio Isola, il Comm. Negri ed altre persone ragguardevoli intervenute all'apertura dell'Istmo [di Suez], presero la via di Napoli, ed io poco dopo quella di Brindisi sopra piroscafo della Compagnia Adriatica.

Addì sei di gennaio del 1870 entrai in Firenze, dove non tardò a giungere anche l'Acton […] Il nuovo Ministero si stupì di vederci così presto tornati, avendo in men di tre mesi conchiuso il negozio commessoci dal Ministero precedente. Egli non sapeva che senza l'impiccio dell'apertura dell'Istmo nell'andata, e senza i venti contrari e la mancanza di vapori nel ritorno, saremmo in meno d'uno e mezzo tornati in patria. Il tempo perduto m'incalzava alla seconda partenza, onde arrivare in Assab prima della scadenza de' cento giorni accordatimi alla stipulazione definitiva del contratto della sua compra […]“.

*Assab e i suoi critici / Giuseppe Sapeto. œ Genova : Stabilimento P. Pellas,1879.


Visita ad Assab, 1870.

[…] Sbarcando sul territorio d'Assab [il 9 marzo 1870], mi trovai a tutta prima su di una pianura arenosa leggermente ondulata, la quale altro non è che una spiaggia emersa. In questo punto, come in tutto il litorale africano del Mar Rosso, si palesano ad ogni occhio veggente testimonianze irrecusabili di lente oscillazioni del suolo, e sopratutto di un recente sollevamento, in virtù del quale il mare si è ritirato, lasciando allo scoperto tratti più o meno estesi dei suoi bassifondi. Le isole della baia d'Assab, tutte o quasi tutte quelle dell'arcipelago di Dahlac, ripetono evidentemente l'origine loro dal medesimo fenomeno.

Tali lenti movimenti del suolo sono intimamente connessi col vulcanismo, della cui passata attività , non ancora del tutto cessata, le rive del Mar Rosso portano evidenti segni.

Su quelle aride sabbie vegetano solitarie, o in piccoli boschetti, rachitiche acacie dal tronco bitorzoluto, dai rami spinosi, dalla fronda pallida e grama, spesso associate alla —Salvadora persica“ che loro si abbarbica adornandole di una folta chioma d'un vivissimo verde. Frammezzo alle acacie, il —dum“ dal fusto bipartito leva in alto i suoi ciuffi che spandono all'intorno benefica ombra e frescura. Questa preziosa palma, vera provvidenza per gli indigeni, somministra loro un liquido fermentabile e dolciastro che geme dai tronchi recisi e si raccoglie in appositi cartoccini, contesti colla foglia della stessa pianta; e quel che è più, un frutto buono a mangiarsi, e foglie che, disseccate e divise in lacinie, servono a tessere stuoie.

In certi luoghi il territorio d'Assab è coperto di grandi masse di una roccia nera, scabra e cellulosa alla superficie, che si prolungano fino alla riva del mare. Sono queste colate di lava basaltica, le quali sembrano sgorgate, non già dai coni vulcanici che s'innalzano poco lunge, ma dalle adiacenze loro. Si osserva, inoltre, che il terreno sottoposto alle lave si trova spesso alterato, cotto, in una parola metamorfosato, dal qual fatto devesi ragionevolmente inferiore che le colate sono posteriori alla formazione delle spiagge emerse, e però geologicamente recentissimo. Altrove, il terreno è tempestato dì frammenti dì lava, di bombe vulcaniche e di lapilli, la cui copia è tale in qualche punto da escludere ogni vegetazione e da coprire interamente il suolo sottoposto.

Procedendo dal capo Luma verso l'interno, normalmente alla costa, il terreno si va gradatamente innalzando e cresce la quantità dei detriti sparsi alla sua superficie.

Sorge poscia, preceduta da basse colline rotondeggianti, una catena di tre vulcanetti, che dominano la baia, denominata monte Ganga. Il più prossimo al mare, cioè il Ganga settentrionale, presenta la sommità mozzata ed un fianco in gran parte ruinato. La sua altezza sul livello del mare mi sembra presso a poco di 300 metri. I materiali di cui è costituito sono, per la massima parte, lave frammentarie, pomicose e rossastre, scorie, lapilli e ceneri. Verso la base, una squamatura del monte mette allo scoperto le testate di potenti stratificazioni, lievemente inclinate dall'alto al basso, d'una pietra bigia omogenea, compatta, la quale, comunque a prima vista si possa confondere con una roccia di sedimento, è però una sorta di trachite, come lo attesta la sua composizione e la struttura cellulosa che assume in alcune parti degli strati.

Quello dei tre coni che è più distante dal mare, ed è anche il più elevato, a cagione della sua forma fu chiamato la Sella.Il 10 di marzo [1870] rimasi a terra quasi tutto il giorno, esplorando col più vivo interesse le adiacenze del Capo Luma e raccogliendo qua e là poche conchiglie, insetti coleotteri, e saggi di roccie, mentre i miei compagni attendevano l'uno alla caccia, l'altro a sbarbicar piante.

L'indomani di buon mattino vediamo accoccolati in circolo, sulla riva alcuni indigeni neri e scarni, armati di lunghe lancie; sono i sultani danachil Ibrahim ed Hassan col loro seguito, i quali, informati del nostro arrivo, accorsero dal villaggio di Mergable, per concludere l'atto di cessione del territorio d'Assab […]“

*Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos / Arturo Issel ; con un‘appendice sulmar Rosso nei suoi rapporti con l‘Italia dopo il 1870. œ 4. ed. riveduta dall‘A.œ Milano : Fratelli Treves, 1885.

 

 
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