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Post n°60 pubblicato il 06 Settembre 2011 da Massi76_cri
E’ domenica sera, mi siedo svogliatamente sul divano e accendo la TV. Su Italia1 sta iniziando la prima puntata della nuova serie di Mistero, sugli altri canali non c’è nulla di passabile e quindi decido di fermarmi lì. Il primo servizio racconta di una ragazza che asserisce di essere sistematicamente rapita dagli alieni e di subire interventi chirurgici invasivi con impianto sottocutaneo di chip. La trasmissione sottopone la sedicente “contattista” (mi pare che gli addetti ai lavori utilizzino questo termine) ad una visita medica da parte di un chirurgo plastico, con tanto di primo piano del fondoschiena perizomato, e successivamente a esame radiografico del rachide cervicale e del cranio. Inutile dire che tutti gli esami clinici eseguiti hanno dato esito negativo dimostrando inequivocabilmente che la ragazza gode di una fervida fantasia; inutile anche esaminare tutte le contraddizioni emerse durante il racconto di una storia priva di qualsiasi oggettivo riscontro. Fin qui nulla da opinare alla conduzione del programma, se non la scelta di un caso da esaminare evitabile a priori in quanto evidentemente inattendibile. Ma ciò che ha destato la mia attenzione è stato il secondo caso trattato… la location del servizio era il carcere dismesso “Le Nuove” di Torino, nelle cui celle si dice, dimorino ancora gli spiriti (o le anime) dei carcerati che vi “soggiornarono”. Questa volta non voglio sindacare sulla veridicità della storia, personalmente sono tendenzialmente scettico, ma non voglio escludere a priori la possibilità che possano esistere manifestazioni sovrannaturali (o meglio “inspiegabili” secondo le attuali conoscenze scientifiche); ciò che invece mi ha lasciato perplesso e a tratti indispettito è la presunzione di volersi approcciare al problema con metodo scientifico… Indubbiamente l’intento è apprezzabile, ma il fatto è che ai miei occhi, il metodo di indagine adottato non aveva alcunché di scientifico. Lungi da me dal voler salire in cattedra e assurgermi a ruolo di giudicante o professore, ma sia i miei studi che il mio lavoro mi portano a confrontarmi quotidianamente con problemi da affrontare con l’ausilio della scienza e della tecnica e pertanto, sento di poter avere sufficiente cognizione per stabilire che ciò che ho visto in TV non si avvicina minimamente ad un approccio di tipo scientifico. Vogliamo parlare della ricerca di campi elettromagnetici con un apparecchietto a led, acquistabile on-line al costo di € 60,00 quando un apparecchio discreto (senza cercare il top di gamma) ne costa almeno 5.000,00? Ma torniamo al servizio… ad un certo punto il conduttore, nella fattispecie Bossari, in costante contatto radio con Berry che seguiva il tutto da una sorta di regia, accompagnato da tre o quattro Ghost Hunter, si introduce in una cella… a quel punto lo strumento per la rivelazione (dire misura è un azzardo) dei campi elettromagnetici, che loro chiamano “K2” (insomma questo: http://www.tommesani.it/content/k2-deluxe-ghost-hunting-elf-meter) inizia a registrare, a detta loro, un’intensa attività elettromagnetica in corrispondenza di un ciondolo rinvenuto nella cella… stupore… visi atterriti… sguardi circospetti… una manifestazione paranormale, accertata strumentalmente si sta concretizzando d’innanzi alle telecamere?… brividi che corrono lungo la mia schiena, ma non per la paura… no… per il nervoso che mi procura la malcelata pretesa di far passare per credibili quelle immagini agli occhi di chi, nella vita, occupandosi di altro, non ha conoscenze scientifiche in materia. Mi fa innervosire il fatto di voler indurre emozioni in quelle persone maggiormente suggestionabili “dimostrandone” l’autenticità mediante strumentazioni che, all’occhio del profano, danno un riscontro inequivocabile che qualcosa di “anomalo” si sia effettivamente verificato. Io mi chiedo: è possibile che delle persone che si definiscono Ghost Hunter, e che quindi dovrebbero avere specifiche conoscenze sull’uso delle attrezzature di cui sono dotati, si stupiscano se in quella cella vi sia un’intensa attività elettromagnetica? Diverse persone si trovano stipate all’interno di un locale di pochi metri quadrati, con muri spessi e quindi poco permeabili alle onde elettromagnetiche, uno di essi trasmette con un apparato radio (che ha come principio di funzionamento l’emissione di onde elettromagnetiche), tutti reggono in mano apparecchiature elettroniche (che generano a loro volta campi elettromagnetici), le telecamere utilizzate sono quasi sicuramente dotate di trasmettitore radio e come se non bastasse, con ogni probabilità, ciascuno di essi reca in tasca un telefono cellulare acceso che pur in stand-by, ma in fase di ricerca del segnale, trasmette alla sua massima potenza… signori io al posto loro mi stupirei del contrario… mi stupirei se il famigerato “K2” non rilevasse nulla!!! Click… il mio dito, mossosi autonomamente fuori dal mio controllo, preme il tasto off del telecomando… evento sovrannaturale? Non lo so, ma mi trovo d’accordo con il mio dito…e voi?
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