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La notte dei tromboni viventi
Post n°351 pubblicato il 21 Aprile 2009 da rainal4
Il delirio personale di Paolo Guzzanti nel suo psico-blog e la lite di Pannella con Bordin, sembrano segnare un momento di crisi nella politica dei piccoli numeri e dei nanetti. Guzzanti, dopo un passato di craxiano, craxiano riciclato in Forza Italia, Pidiellino trombato (per via delle insinuazioni sulla Carfagna, ma più probabilmente per essersi giocato la reputazione sulla vicenda Mitrokin) e ora oppositore di Berlusconi (ma ancora in busta paga al padrone) e vicesegretario del pli; Pannella, autore di battaglie memorabili per la democrazia, ma anche padre padrone autoritario del suo partito. Questi due personaggi così diversi hanno alcuni tratti in comune: il fatto di aver creato dei minipartiti che somigliano, per certi versi, a delle sette. O meglio, Pannella ci è riuscito; Guzzanti ci sta provando con il suo blog della "rivoluzione liberale italiana". Lo fa con un metodo molto semplice: se qualcuno posta commenti a lui favorevoli, mostra comprensione; se qualcuno si azzarda a fargli mezza critica lo subissa di insulti. Il bello è che i suoi insulti sono molto elaborati, tanto che un commento negativo di tre righe lo impegna in una risposta di trenta. Ma non ha altro da fare questo vecchio senatore? Comunque, se le cose andassero secondo i suoi desideri, in effetti avrebbe anche lui creato un "partito" nato da un blog, come se fosse possibile un Grillo di destra. Pannella, dicevamo, è più bravo: fa il padrone nel suo partito, ma non lo sembra, alternando bastone e carota. Così i suoi paggi vengono costretti a fare il lavoro di giornalisti con un contratto da ballerini, e il direttore della sua radio, il bravo Bordin, deve piegarsi a fargli da spalla in programmi pensati apposta per la gloria del suo capo editore e padrone. Ma, ahimè, sembra che anche per il povero vecchio Pannella le cose non vadano più come un tempo: cacciato Capezzone, adesso Bordin non ce l'ha più fatta a reggerlo e l'ha mandato pubblicamente a quel paese ("Ma ce l'hai ancora il coraggio di guardarti allo specchio?"). Se non ce la fa più Pannella a reggere un partitino di contorno, figuratevi se può crearlo dal nulla il senatore Guzzanti. Questo rapace esponente dell'aristocrazia di sinistra, mediocrate di basso profilo, riciclatosi a destra dopo mani pulite (un po' come Ferrara) ha mostrato una faccia tosta notevole nell' occupare per la famiglia tutti i posti e gli stipendi disponibili, arrivando a "diversificare" gli investimenti: io mi sistemo col Berlusca mentre i miei figli li piazzo all'oposizione e nei media, così in un modo o nell'altro guadagno sempre e la dinastia continua. Il tutto sempre con un notevole disprezzo degli "italiani popolo bue" che pagano le tasse e il suo stipendio da senatore, e magari il canone rai. Le cose hanno funzionato, ma fino a un certo punto. Scaricato in mezzo alla strada dal pdl, rimasto nudo come un verme a settant'anni, cerca di coprirsi le vergogne con il vestito liso del liberalismo, inseguendo il sogno di un riscatto che non verrà mai. Patetico, come la figlia che ormai ha perso la vena artistica e non si prepara neanche i pezzi per la tv, sempre più simili a brutte recite scolastiche. Che la Sabina sia di destra e sull'antiberlusconismo ci marci parecchio per tornaconto personale, non serviva che ce lo raccontasse il Ricci. |
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